Non pensate a quale partito ma pensate a quale paese.
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inserito il 10/4/2008 alle 11:12

Finalmente. Finalmente si torna a parlare di cultura, di arte, di musei, di fantasmi. Ho letto con piacere l’editoriale di Mario Chiodetti, scritto con grande passione e con tanta amarezza. Un sasso, quello di Mario, gettato nello stagno di troppa indifferenza e troppa superficialità. Varese troppo spesso riesce a dare l’impressione di dimenticarsi della cultura, di abbandonarla in qualche angolo remoto, di trascurarla quasi fosse qualcosa di superfluo, di marginale, di poco importante.

Anche in questa campagna elettorale in pochi hanno parlato di cultura. Ho sentito spesso raccontare di “miracolose” rotonde, di strade, di asfalto, di ponti, di svincoli, mai, o raramente, di cultura, di idee, di progetti, di eventi, di grandi manifestazioni capaci di attirare interesse e turismo di qualità.  Pochi hanno ricordato che cultura significa crescita, anche economica, sviluppo, commercio, vitalità e ossigeno anche per le imprese. A Varese ci sono i luoghi, i giardini, le ville, le piazze. Ci sono storie e tradizioni. Ci sono centinaia e centinaia di persone che si sono da tempo rimboccate le maniche. Ci sono le possibilità. Ci sarebbero anche le idee. Basterebbe poi guardarsi attorno: Mantova, Brescia, Como, Bergamo insegnano. Forse si potrebbe cominciare a confrontare e condividere le esperienze creando un percorso virtuoso, delle alleanze, dei progetti comuni, delle mostre itineranti. Basterebbe smettere di considerare la cultura una sorta di Cenerentola e darsi da fare.

Importante e fondamentale è il ruolo dei privati,  delle imprese, delle associazioni, dell’informazione, degli intellettuali e dei cittadini, ma è l’amministrazione pubblica, il Comune e la Provincia in testa, che devono farsi carico del rilancio culturale, che devono promuovere, ascoltare, organizzare, inventare, gestire, coordinare e anche finanziare gli strumenti per dare vita e concretezza a questo percorso virtuoso. La cultura è una priorità non si può stare alla finestra a guardare. Cultura, scuola, università, istruzione, ricerca dovrebbero anzi  essere al primo posto nell’elenco delle cose che gli amministratori devono curare e fare.  Non sono mai un peso, sono un passo nel futuro. Magari partendo proprio dalle scuole. Bisognerebbe “per legge” accompagnare i ragazzi nei musei, alle mostre d’arte, ai concerti, alle conferenze, nelle librerie o al cinema. E importante sarebbe anche creare spazi nuovi per i giovani, per l’università, per la lettura, lo studio, gli incontri, i confronti. E’ davvero troppo comodo, facile e ingiusto “abbandonare” tanti ragazzi davanti ad un aperitivo, alcolico o meno, oppure davanti a qualche insulso programma tv.

Varese, tra l’altro, nei prossimi mesi si deve confrontare anche con diverse e importanti scelte: il Politeama che chiuderà presto, l’ex Caserma Garibaldi, Villa Mylius. Cosa diventeranno? Che progetti ci sono?  Perché non sentire i cittadini, coinvolgerli nelle decisioni, ascoltare le proposte e i suggerimenti? 

Varese deve assolutamente rimettersi al passo con molti altri capoluoghi lombardi, superarli se possibile. La “cultura fai da te”, come sosteneva Mario,  non è sufficiente e non deve essere sufficiente. Mostre d’arte, concerti, teatro, grandi manifestazioni e spettacoli danno colore e anima alla città. Alla lunga il grigio intristisce e basta.

Franco Tettamanti

(Articolo pubblicato su La Provincia del 10/04/08)

Commenti dei lettori: 1 commento -
Non ho ben capito: questo è il condivisibilissimo articolo di oggi di Franco Tettamanti. Nell'intestazione del Blog, in home page Varesenews, l'autore è "Partito Democratico". Ma qual è allora la posizione (non solo destruens) del PD? Ci tengo davvero a saperlo, non è una boutade e soprattutto non è polemica... Ripeto ancora le mie domande: la cultura ha un ruolo strategico nello sviluppo provinciale? E' una priorità? E se sì quali percentuali dei bilanci le riserverete?
Scritto da Adriano Gallina il 10/4/2008 alle 14:43
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