Non pensate a quale partito ma pensate a quale paese.
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inserito il 5/5/2008 alle 21:40

 

" Il Pd varesino è ormai al centro dell’attenzione dei vertici nazionali del partito: siamo un laboratorio creativo, una squadra forte e non abbiamo paura di sperimentare, in una zona di vera frontiera». Stefano Tosi, coordinatore provinciale e consigliere regionale del Partito democratico, spiega così il piccolo exploit di Daniele Marantelli alle prime votazioni dell’altroieri alla Camera: 8 voti, non “dispersi” (come si usa considerare i consensi spiccioli all’on. tizio o all’on. caio), ma il pacchetto più consistente - si fa per dire - dopo quello attribuito al presidente designato della Camera, Gianfranco Fini. Con otto voti sì fa quasi un partito. Ma non è un fatto di mere simpatie personali per il vulcanico bomber varesino della nazionale parlamentare di calcio. «Sono anni che qui noi lavoriamo seriamente al federalismo e per dare consistenza alla riforma del titolo quinto della Costituzione approvato nel 2001», spiega ancora Tosi, che di Marantelli è di fatto il successore al Pirellone e anche nel coordinamento locale, prima dei Ds e ora del Pd. Non sono piaciute le definizioni di “leghista rosso” date da alcuni al fenomeno Marantelli, nemmeno all’interessato, perché giudicate false e anche fuorivianti. Nessun leghismo in salsa Pd, ma un federalismo elaborato e costruito in casa, con sostanziali dosi di solidarietà e sussidiarietà: «I risultati si vedono, e sono - ricorda Tosi - il secondo posto alle politiche in città, i 23mila votanti alle primarie di ottobre, i 6500 alle elezioni dei circoli il 27 gennaio. Il ruolo guida assunto con Giuseppe Adamoli in Regione, nella elaborazione dello Statuto federalista della Lombardia». Non solo i casi di Sondrio, Vicenza, Udine, insomma: c’è anche una frontiera avanzata del Pd nella stessa culla della Lega. Che non va confusa né con l’idea di un partito del Nord in odore di secessionismo né con rapporti personali d’amicizia, per esempio quelli tra lo stesso Marantelli e Maroni. «Chi lavora nel Pd in zone come queste, si fa una scorza dura e si cimenta giustamente con nuove frontiere e con una elaborazione politica forte sul federalismo che in altre parti del Paese effettivamente non c’è». E federalismo è anche la parola-chiave per affrontare il day after del partito di Veltroni all’indomani della batosta generale. «Non è il momento di pensare al congresso, anticiparlo non ha senso - avverte Tosi - perché la leadership non è in discussione, mentre ciò che occorre è ragionare bene sulle cause della sconfitta e dedicarsi a costruire il Pd così come lo prevede lo statuto, dando alle strutture regionali quell’autonomia strategica, organizzativa e anche finanziaria, tramite i rimborsi elettorali, necessaria a radicarci più saldamente nella società». Il congresso «si potrà tenere dopo le elezioni europee, il primo traguardo al quale dobbiamo ora guardare». L’altro capitolo da aprire subito, invece, è quello delle alleanze. «Se è stata giusta la scelta di correre da soli, liberandoci da condizionamenti che ci frenavano, ora dobbiamo anche considerare che il Pd è nato per andare oltre i confini iniziali, coinvolgere altri soggetti e pensare anche ad altri alleati oltre all’Italia dei Valori, dimostratosi molto valido». Un dato evidente delle elezioni è che il Pd, sciolti i lacci con la sinistra-sinistra, non però ha saputo “mordere” voti tra i riformisti moderati, nel centro cattolico - dell’Udc, per esempio - e in altre aree elettorali che risultano determinanti per conquistare il primato. E sarà necessario pensarci e lavorarci, per Tosi anche perché «alle europee si vota con un sistema proporzionale». Il Pd varesino si propone quindi come «squadra di punta», pronta a fornire a Veltroni idee e forza di un’esperienza geograficamente periferica ma che si è conquistata uno spazio centrale di attenzione politica.

Fe.Bi. – La Prealpina – 1 maggio 2008

 

Commenti dei lettori: 2 commenti -
mi chiedo come mai non sia stato trovato posto nel governo ombra neanche per un varesino...faccio due nomi a caso, Marantelli e Adamoli..poi dicono che siamo lontani dal Nord è vero.
Scritto da emanuele martini il 10/5/2008 alle 12:41
Sono Assolutamente d'accordo sulle valutazioni espresse da Stefano Tosi. Varese e la sua Provincia, da tempo, sono un eccezionale laboratorio politico e questo, secondo mei.i deve entusiasmare tutti gli aderenti al PD e non solo. Da Varese può partire la "rivincita", l'alternativa. Da qui dobbiamo affrontare i temi caldi e trovare ad essi risposte convincenti e innovative.
Scritto da Gianni Colombo il 24/5/2008 alle 10:14
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