inserito il 14/3/2008 alle 16:08
Il bello viene a metà serata: Veltroni sta parlando sul palco, qualcuno lo avvisa che «si può fare», per usare lo slogan della sua campagna elettorale. La polizia è preoccupata, ma se una serata nasce sotto la buona stella, si dicono i capi del Pd, bisogna anche un po’ fidarsi. «Continueremo la nostra manifestazione sulla piazza fuori dal teatro» dice Veltroni. Il pubblico esce ordinato e 1.300 persone, in un quarto d’ora, si riversano in piazza Repubblica. Il comizio è come quelli di una volta: eccolo qua il Walter-Obama, che afferra un microfono, sale su una cassa di amplificazione e, come a Woodstock, parla ad almeno 2mila persone divertite, che strabordano verso la strada, che lo guardano dal monumento ai caduti. In effetti, sembra di stare quasi a un concerto, già all’ingresso in teatro, con la ouverture di Jovanotti “Mi fido di te”, il pubblico scatta in piedi, urla, lo applaude, in una sala stracolma, e Walter-Obama è lì, personaggio più che mai. Flashback: quando arriva il pullman, è una ovazione, quando la gente non riesce a entrare all’Apollonio c’è chi protesta, anche con toni fuori dalle righe, e intanto i trenta giovani leghisti che vogliono contestare vengono allontanati dalla polizia e infine, quando Veltroni esce, è raggiante: «Una serata magica - urla al microfono - la mobilitazione di stasera testimonia la voglia di conoscere il nuovo»: i varesini presenti lo osannano, sul serio, scandendo «Walter, Walter». Veltroni poi fa scattare gli applausi quando dice che non risponderà agli insulti: «Già mi paragonano a Stalin ma non scenderò su questo piano»). Cita anche il Crozza-tormentone («pacatameeente»). Strappa applausi quando dice che si sente male a sentire l’espressione «vertice di maggioranza». Alla fine del comizio, la piazza è piena, la polizia riesce a far andare Veltroni verso il bus, e la scena di entusiasmo da concerto pop si ripete, come un po’ in tutta la serata. La gente si assiepa ai bordi della strada, Walter-Obama sta seduto accanto all’autista, fa il segno della vittoria con le dita, saluta, stringe mani, fa le foto con i dirigenti locali, e poi il bus parte, seguito dalle auto della polizia, e da un esagitato che lo insegue a piedi per dirgli che doveva andare in Africa. Tratto da: Varesenews - Roberto Rotondo Categoria: Idee e proposte
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