Non pensate a quale partito ma pensate a quale paese.
Partito Democratico   info@partitodemocratico.it
inserito il 17/3/2008 alle 12:59

Il PD riconosce il ruolo chiave delle micro e piccole imprese (mpi) per la crescita economica e per lo sviluppo dell’occupazione. Sono la spina dorsale dell’economia del Paese: 30,8 per cento del valore aggiunto, contro il 20 della media Ue. Nel 2006, +517 mila addetti nelle mpi contro -131 mila nelle medie e grandi. Un punto di forza da valorizzare.

La mpi è quella nella quale si fa più visibile la identificazione tra lavoro e impresa e tra imprenditore e lavoratore. Walter Veltroni è stato criticato per aver detto che l’imprenditore è un lavoratore, ma non solo gli imprenditori, anche i lavoratori la pensano così. Sentono l’impresa come parte della loro vita.

Da troppo tempo l’Italia cresce troppo poco. Rimettere in moto la crescita è la priorità assoluta. Ma l’Italia non riprenderà a crescere se non farà propria, in modo diffuso, e non saprà trasmettere ai giovani, la cultura d’impresa, la valorizzazione del rischio, del talento, del merito, la libera iniziativa,

lo spirito di concorrenza e di innovazione, la passione tipicamente artigiana per la qualità, per il lavoro a regola d’arte. Pensiamo a quanto sarebbe utile diffondere questo spirito, ad esempio, nella Pubblica Amministrazione.

Non si può governare l’economia di un Paese come l’Italia senza la mpi.

La politica economica e fiscale deve aiutare la mpi, non guardarla con sospetto. La concertazione, che va rilanciata ponendo al centro la crescita e non più solo la stabilità, non si può fare solo con Confindustria e Confederazioni sindacali. E’ indispensabile l’apporto delle organizzazioni della mpi.

Condividiamo la proposta di istituire, presso la Presidenza del Consiglio, un’Agenzia per le Micro e Piccole Imprese , che coordini le politiche settoriali sostenendo il punto di vista della mpi, che valuti l’impatto delle norme sulle mpi, che elabori un rapporto annuale sulle mpi, analogo a quello redatto annualmente dal Presidente degli Stati Uniti.

Molte proposte avanzate  “per liberare l’impresa” sono in sintonia con il nostro programma.

Ne sottolineiamo quattro.

Ridurre il peso della burocrazia. E’ il primo punto del nostro programma: spendere meglio, spendere meno. Abbiamo scritto che vogliamo ridurre la spesa pubblica di 2,5 punti di pil in tre anni. In particolare, riteniamo fondamentale la proposta di istituire Agenzie per le imprese, che svolgano per le mpi il lavoro di relazione con la Pubblica Amministrazione. Grazie alle agenzie, potremo realizzare l’obiettivo di semplificare drasticamente anche il procedimento di avvio di una nuova impresa, rendendo realistico il programma di “ un’impresa in un giorno”.

Certezza e rapidità della giustizia. Dopo lunghi anni nei quali il paese si è diviso sul tema del rapporto tra magistratura e politica è ora di affrontare la questione vera, quei 2,3 miliardi di euro che costano alle imprese i ritardi della giustizia. Noi abbiamo avanzato proposte puntuali per riorganizzare

la macchina della giustizia, accorpando tribunali, istituendo figure manageriali di coordinamento delle strutture, ecc.

Ridurre la pressione fiscale e semplificare gli adempimenti . Nel nostro programma ci impegniamo a ridurre la pressione fiscale sui contribuenti leali allargando la platea dei contribuenti attraverso una lotta all’evasione fiscale fondata sulla collaborazione e non solo sulla repressione. Dal 2009 siamo

impegnati alla riduzione di un punto delle aliquote IRPEF, ad istituire un credito d’imposta per le mamme che lavorano (sia dipendenti che autonome), ad abolire qualunque retroattività degli studi di settore e a renderli più attenti alla dimensione territoriale

Liberalizzazioni: ricominciare dall’alto . Condividiamo l’approccio top-down delle liberalizzazioni.

E’ necessario, ma serve a poco, liberalizzare taxi, barbieri e farmacie, se non si superano le rendite di posizione di banche, assicurazioni, servizi pubblici, energia, utilities, professioni. Ad esempio, noi intendiamo contrastare l’offensiva delle utilities nel mercato dei servizi post-contatore, un’offensiva che in molti casi si configura come un vero e proprio abuso di posizione dominante, una violazione del principio della concorrenza.

Condividiamo la proposta di federalismo contrattuale. Per far crescere la produttività dobbiamo spostare una parte significativa della contrattazione verso le aziende e i territori. Produttività oggi significa soprattutto qualità e quindi formazione, formazione, formazione. Pari dignità tra sapere teorico e sapere pratico, formazione professionale di qualità, apprendistato per i giovani.

 

Categoria: Economia
Commenti dei lettori: 2 commenti -
speriamo che questo Pd sappia anche programmare per chi sta dall'altra parte dell'impresa, ovvero il mondo operaio. solo uno sviluppo per entrambe le parti può essere virtuoso
Scritto da Rouge il 17/3/2008 alle 14:21
Spiace sostenerlo, ma lo slogan dell'impresa in un giorno sottintende una conoscenza superficiale della realtà. L'economia del Paese ha bisogno di tempi certi e sicuri e non di frasi ad effetto e, se si vuole evitare un'ulteriore frammentazione e precarizzazione del tessuto economico, le priorità devono consistere nella crescita qualitativa e quantitativa delle imprese già esistenti e la nascita di nuove imprese consapevoli e adeguatamente attrezzate
Scritto da Gianni Mazzoleni il 17/3/2008 alle 15:29
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