Che Brancher adesso si dimetta.

Nei giorni scorsi avevo sottolineato come la stupefacente nomina di Aldo Brancher (PDL), imputato in uno stralcio del processo sul tentativo di scalata di Antonveneta da parte di BPI, a ministro per l'attuazione del federalismo, fosse quantomeno inopportuna.

Come avevo previsto, Brancher, non appena ricevuto l'incarico a Palazzo Chigi e la firma del Presidente della Repubblica sul decreto di designazione, si è affrettato ad avvalersi della norma sul legittimo impedimento con l'obiettivo di non presentarsi oggi davanti ai giudici milanesi come era tenuto a fare.

Il Presidente della Repubblica Napolitano, tuttavia, è intervenuto direttamente per chiarire che lo stesso Brancher non ha diritto al legittimo impedimento. Una nuova figuraccia che può risolversi solo con le dimissioni di Brancher, il cui inutile ministero costa comunque alle casse dello Stato un milione di euro. Per fortuna che lo stesso Tremonti aveva definito la carica <molto low cost>!

Ma perchè Brancher è stato nominato ministro se c'erano già altri ministri responsabili della riforma federalista? Anche Umberto Bossi, ministro delle riforme, ha precisato che quella carica spetta solo a lui.

Se proprio si vuole dare al ministro un merito è quello di aver, se possibile, accentuato i contrasti che ci sono nella maggioranza. Ma non ne avevamo bisogno.

La condizione economica consiglia di ridurre i ministeri per l'altissimo costo che hanno. Mi ricordo Calderoli che proponeva una riduzione del costo dei ministri. Si è forse dimenticato di questa proposta quando è stato informato del nuovo ruolo di Brancher?