Due giorni fa ho pubblicato un post intitolato “E Varese resta a guardare” nel quale raccontavo, essendoci appena stato, le iniziative che si svolgono ad Edimburgo in estate: l’Edinburgh International Festival, l’Edinburgh International Book Festival e il Festival delle Arti.
Sono arrivati molti commenti, cosa di cui vi ringrazio.
Ho riflettuto sulle vostre parole. Alcuni di voi hanno scritto che un confronto tra Varese ed Edimburgo non ha senso. Troppo diverse la storia, le tradizioni, le dimensioni. Altri hanno detto che è l’assenza di fondi a penalizzarci.
Secondo me, invece, il paragone è possibile.
Prima di tutto la popolazione: Edimburgo ha circa 463 mila abitanti e la provincia di Varese ne ha quasi il doppio, 878 mila. Quindi forse non è così vero che siamo una piccola provincia, mentre Edimburgo è il capoluogo della Scozia.
Qualcuno ha detto che, a Varese, non ci sono i fondi per organizzare attività. Mi sento di dire che non è così. L’attività di fund raising cui si ricorre in Scozia si potrebbe attivare anche qui. Del resto gli sponsor sono pronti a scendere in campo quando il ritorno di immagine è positivo.
Per quanto riguarda gli artisti: di sicuro l’affinità del nostro popolo con l’arte risale alle origini. Letteratura, commedia e musica sono nel nostro dna. Ragion per cui non mi sento di giustificare l’assenza di iniziative culturali a Varese dicendo che “noi non abbiamo 1000 anni di storia come Edimburgo”.
Io credo che il problema sia un altro. Troppo spesso ci si arrocca in campanilismi. Si tira l’acqua solo al proprio mulino (che poi è un museo o un teatro o un festival) mettendolo in contrapposizione con altri. Ci si fa concorrenza invece che creare una sinergia.
Sono stati citati il Festival della Filosofia di Gallarate e altre iniziative. E’ possibile presentare, coordinare e pubblicizzare assieme gli eventi di Varese, Busto Arsizio, Gallarate e Saronno?
Fino a quando non si inizierà a pensare in grande sarà una guerra tra poveri e perdente.