Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 25/9/2010 alle 13:12

Dopo che Berlusconi si era fatto vanto di aver sconfitto il problema della spazzatura, torniamo punto a capo. I cumuli di spazzatura sono ricomparsi, anche se non sono ancora alti come quelli del 2008, quando la situazione aveva raggiunto il picco di gravità.
Qualcosa, dunque, non quadra.
La sensazione è che l’emergenza rifiuti a Napoli non sia mai stata risolta perché, strutturalmente, manca una rete di smaltimento di rifiuti ed è molto bassa la percentuale di raccolta differenziata. Mi spiego. Se il sistema funzionasse, in discarica finirebbero non più di 2mila tonnellate al giorno contro le attuali 5100.
Un esempio di malfunzionamento sono i “Cdr”: creati per trasformare la spazzatura in un materiale dall’elevato potere calorifero, si limitano a sminuzzare l’immondizia e a separare l’umido dal ferro.
Senza parlare della catena di appalti e subappalti che “inceppano” la catena di smaltimento fin dalla raccolta, la percentuale di immondizia differenziata sotto i livelli imposti dalla legge, l'assenza di impianti di compostaggio, il funzionamento sottodimensionato del termovalorizzatore di Acerra con i tre forni che sembrano essere da rifare e le spedizioni di rifiuti nelle discariche lontane da Napoli.
Bertolaso ha riferito in Parlamento che “c’è qualcosa di poco chiaro nella gestione dei rifiuti a Napoli”, non mi sembra una sorpresa
Risolvere i problemi significa intervenire modificando il sistema. Berlusconi ha fatto immagine, i rifiuti restano.

Categoria: Idee e proposte
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