Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 2/11/2010 alle 16:48

Orrore. Potrebbero mancare solo poche ore alla lapidazione di Sakineh Mohammad Ashtiani.
La donna di 43 anni, madre di due figli, condannata a morte per adulterio, incolpata per complicità nell'omicidio del marito e rinchiusa da quattro anni nella prigione di Tabriz, nella regione nord-occidentale dell'Iran.
La notizia dell'imminente lapidazione è stata diffusa oggi dal Comitato internazionale contro le esecuzioni, che ha riferito che Teheran ha autorizzato le autorità penitenziarie di Tabriz a eseguire la condanna a morte.
Ieri la sconvolgente notizia di Baghdad. Oggi questa, che fino all'ultimo si è tentato di impedire, anche raccogliendo decine di migliaia di firme. Il sostegno a questa donna, vittima di una legge che a noi sembra vecchia di secoli, non deve essere letto come una battaglia anti Islam. O anti Iran.
Come ha affermato il ministro degli esteri Franco Frattini, <un riscontro positivo da parte iraniana ai nostri appelli aiuterebbe quella fiducia reciproca che l'Italia sta cercando di ripristinare con l'Iran malgrado il difficile momento internazionale>.
Questa terrificante condanna, inoltre, dovrebbe far riflettere sulla pena di morte. Per Sakineh si inorridisce, forse anche per la crudeltà della lapidazione, ma spesso altre condanne perdono il senso della giustizia.
Spero che qualcosa ancora possa essere fatto.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 1 commento -
Sono d'accordo Stefano. Non facciamola passare come una battaglia contro l'Islam o l'Iran. Non derubrichiamola a politica di basso livello. La pena di morte è il problema, e va risolto, ovunque si presenti. E' un tema di civiltà che il 3° millennio non può eludere.
Scritto da Erica D'Adda il 3/11/2010 alle 12:55
Archivi:
Ultimi post:
(27/12/2012 - 18:18)
(14/12/2012 - 17:23)
(12/12/2012 - 20:37)
(10/12/2012 - 17:27)
(4/12/2012 - 16:30)
(1/12/2012 - 16:41)
(30/11/2012 - 15:26)
(29/11/2012 - 15:00)
(26/11/2012 - 14:47)
Links: