Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 16/11/2010 alle 15:15

Il risultato delle Primarie del Centrosinistra per il candidato sindaco di Milano ha aperto un confronto nel PD ed all'interno della coalizione.
I toni accesi del dibattito derivano non solo da un uso improprio del significato delle primarie stesse, ma da concezioni faziose che deformano il risultato e che ci riportano più vicini al sistema proporzionale che alla sfida maggioritaria, quella con cui si vincono le elezioni vere.
In primo luogo colpisce la mancanza di attenzione che i cittadini hanno riservato alla competizione: ci si aspettava un'affluenza di 100.000 cittadini, ne sono arrivati 67.000, meno degli 80.000 partecipanti alle primarie fra Ferrante e Fo di cinque anni fa.
In realtà conta moltissimo il clima politico e le tendenze di fondo, su cui i commentatori ed i responsabili politici dovrebbero cercare di incidere maggiormente invece di dichiarare quotidianamente e polemicamente.
Il risultato probabilmente non apre la possibilità alla coalizione di allargare i propri confini. Per il il centrosinistra questo obbiettivo è fondamentale.
Non si può contestare uno strumento, le primarie, quando si perde, però non le si può affrontare come scolaretti. La competizione deve rimarcare le diverse opzioni politiche, la capacità di ampliare i confini della proposta di governo, la credibilità del candidato di essere vincente.
Un approccio più positivo e solido mi sembra essenziale, altrimenti rischieremo di parlarci addosso.

Commenti dei lettori: 7 commenti -
Penso che le primarie siano uno strumento utilissimo. Certo non ce lo ha ordinato il dottore di realizzarle sempre e comunque ma insomma... soprattutto nel caso in cui non si riesce a trovare un candidato 'forte' rimangono a mio avviso una via quasi obbligata. Oltretutto per un centrosinistra ridotto come è ridotto dalle nostre parti, rappresentano la possibilità di allungare di un mesetto la nostra campagna elettorale, non mi sembra poco. Non c'è dubbio che vadano ben organizzate.
Scritto da Un anziano il 16/11/2010 alle 15:55
Caro Tosi, non credo che la vittoria di Pisapia sia un problema per la "coalizione", bensì il semplice risultato del parere sovrano degli elettori, che hanno preferito questa proposta alle altre. E' tutto molto più lineare di quello che pensano i vertici varesini del PD, credo sia giunto il momento di accorgersene.
Scritto da Nuovo PD il 16/11/2010 alle 17:32
Oggi Stefano Tosi in un'altro blog dello stesso tenore rimarcavo la sconfitta del Pd nei confronti di Pisapia, verità con molti dimissonari e fino qui va bene anzi va male per il Pd. Ma volevo rimarcare che gli uomini del vostro partito non hanno niente da dire se non: Federico ha scritto con intenzione Aschiranna (invece di Schiranna), dimostrando di non conoscere ciò di cui scrive. E' così che si va al macello. Ecco questo è il tenore e lo spirito delle sconfitta solo un errrore di battuta
Scritto da Federico il 16/11/2010 alle 18:12
Le primarie sono state uno spunto per coloro che hanno il mal di pancia di contestare la dirigenza del partito. Dobbiamo smettere di essere autoreferenziali e pensare alla società. Le primarie sono uno strumento utile. In italia è stato appunto il PD ad utilizzarle per primo. Però la scarsa adesione a questo strumento nel capoluogo lombardo, determina una stanchezza del nostro elettorato verso le primarie stesse. Queesto è un dato di fatto, il resto sono chiacchiere.
Scritto da Alex il 16/11/2010 alle 18:34
il concetto di primarie non entra nella testa degli italiani. il principio è semplicemente che gli elettori si scelgono il candidato. basti pensare alle coppia obama / ilary: se le sono date un sacco e una sporta, ma poi avanti uniti. è il concetto della battaglia politica che è diverso. l'errore del PD è stato schierarsi. con le primarie si sceglie il candidato, la persona, non il partito. penso che comunque ha vinto la democrazia, e quindi il partito democratico.
Scritto da rolando il 16/11/2010 alle 23:57
Pisapia va benissimo. Se non si vuole consegnare la vittoria elettorale anzitempo alla destra microcefala milanese, bisogna prendere atto del nome emerso dal voto e sostenere il candidato senza riserve e con convinta convinzione (e non è solo un gioco di parole). Penati stesso ha espresso il medesimo concetto, prima di dimettersi (sbagliando). Mi preme dire che non si deve far cadere la spinta anche emotiva necessaria per portare il nostrro candidato a giocarsi una vittoria ancora possibile.
Scritto da Pietro Cattaneo il 17/11/2010 alle 09:17
Caro Rolando, capisco l'osservazione. Ma bisogna considerare che in Usa le primarie si svolgono all'interno dello stesso partito, e non all'interno di una coalizione come avvenuto a Milano.
Scritto da Stefano Tosi il 17/11/2010 alle 12:17
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