Il 19,2% dei giovani tra i 18 e i 24 anni non lavora e non studia, dato che porta l’Italia al penultimo posto in Europa, dove la media è del 14,4%. Questi giovani vengono denominati neet (acronimo di “Not in Education, Employment or Training”). Uno su cinque ha smesso anche di credere nella possibilità di riuscire a trovare un’occupazione. Lo dice l’Istat, che ha diffuso dati davvero scoraggianti, dai quali emerge che il 37,6% degli Italiani è inoccupato (un dato superiore alla media europea dove la percentuale è del 28,9%). Il 45% dei disoccupati cerca lavoro da almeno un anno. Anche per quando riguarda l’occupazione femminile non siamo messi per nulla bene: l’Italia, con il 46,4%, si colloca agli ultimi posti in Europa per tasso di occupazione femminile. Meno di una donna su due ha un lavoro.
Di conseguenza, cresce la povertà. Il 10,8% delle famiglie (pari a 7 milioni e 800 mila individui) vive in condizioni di povertà relativa. Cinque famiglie su cento, per un totale di 3 milioni di persone, sono invece poverissime.
Di fronte a questi dati è necessaria la predisposizione di strumenti legislativi e di specifiche misure di incentivazione. Le priorità programmatiche sono chiare, ma é evidente la mancanza di determinazione dell'azione di governo.
Occorre avviare efficaci politiche attive del lavoro accompagnate dalla riduzione del carico fiscale per i giovani dipendenti e le nuove assunzioni, che per l’avvio di nuove attività.
Negli scorsi mesi ho sottolineato come i tagli di risorse ai sostegni alle imprese avrebbero indebolito le opportunità di creare nuova occupazione.
Nelle prossime settimane il PD avvierà un'iniziativa in tutta la Regione per predisporre nuovi strumenti dedicati all'occupazione giovanile, riformando la legislazione e gli incentivi attuali.