Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 25/1/2011 alle 17:04

Per vincere il boom di cassa integrazione, la carenza di posti di lavoro e la diminuzione della ricchezza, vogliamo avanzare proposte concrete che consentano di passare dalla fase di riduzione dell’impatto della crisi tramite gli ammortizzatori sociali, a quella dell’allargamento dell’attività economica e dell’inclusione occupazionale.
L’obiettivo è uscire dalla crisi attraverso nuove contrattazioni, nuove offerte, nuovi prodotti e con la creazione di un rapporto diverso tra lavoratore e titolare d’azienda (nei prossimi giorni, con post dedicati, spiegherò più nel dettaglio tutte le nostre proposte che riguardano il territorio, i nuovi distretti, le piattaforme e l’internazionalizzazione).
Per ora soffermiamoci sulle condizioni strutturali di questo periodo storico, che vanno affrontate cambiando tutta l’offerta di servizi al cittadino che vi è coinvolto.
Sono i numeri a fotografare i cambiamenti in atto. Per il calo del numero degli occupati, a fine 2010 per la prima volta dal 2004 il tasso di occupazione è sceso sotto il 65%. (nel 3° trimestre 2008 gli occupati in Lombardia erano 4.382 mila, nel terzo trimestre 2010 sono stati 4.225 mila).
Per quanto riguarda le assunzioni: nel 2009 il 70% degli avviamenti è stato effettuato con l'uso di forme contrattuali flessibili (tempo determinato, somministrazione, lavoro a progetto), mentre nel 2008 la quota percentuale era pari al 67% e nell’anno 2007 risultava pari al 62%.
Nei prossimi anni, di conseguenza, si stravolgeranno gli equilibri fra le diverse figure contrattuali. Si ridurranno le coperture per le giovani generazioni e richiederanno un maggiore apporto di risorse individuali, di reddito o patrimoniali. Per questo motivo, puntiamo sulla creazione di “pacchetti sociali” per accogliere le esigenze delle imprese da un lato e sostenere le esigenze dei lavoratori dall’altro, includendo anche i titolari di partita Iva.
 

Commenti dei lettori: 2 commenti -
Come sempre ing. Tosi dal punto di vista meramente teorico potremmo quasi esserci (manca un pò di passione). Il problema è che bisognerebbe iniziare dalla definizione di lavoro equiparando l'imprenditore onesto con il lavoratore onesto e mettendo da parte e punendo l'imprenditore disonesto ed il lavoratore disonesto, ma questo voi del PD, troppo legati ai sindacati (anche qui esistono onesti e disonesti) non riuscirete mai a farlo. E' indispensabile un cambio di dirigenza, lei comrpeso
Scritto da Nuovo PD il 26/1/2011 alle 10:40
Carissimo, io credo che l’Italia ha bisogno di vincere tutti i pregiudizi, confrontandosi sulle idee e sulle cose che si fanno.
Scritto da Stefano Tosi il 26/1/2011 alle 14:52
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