Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 30/4/2011 alle 21:05

Parlare di Primo Maggio, in un altro anno difficile dal punto di vista occupazionale, ha soprattutto il significato di rinnovare la responsabilità politica verso le tematiche che riguardano il lavoro.
Come ha sottolineato il presidente Napolitano, l'Italia deve essere sempre di più una Repubblica fondata sul lavoro perché “lo sviluppo economico e la sua qualità sociale, la stessa tenuta civile e democratica del nostro Paese, passano attraverso un deciso elevamento dei tassi di attività e di occupazione, un accresciuto impegno per la formazione e la salvaguardia del capitale umano, un'ulteriore valorizzazione del lavoro, in tutti i sensi”.
Il Primo Maggio, dunque, è in primo luogo l'occasione per fare il punto della situazione. Dati alla mano, nel 2010, a Varese, il tasso di occupazione è stato pari al 64.2% contro il 65.1% della Regione. (Per le donne si parla di un 54.7% in provincia di Varese, 55.8% in Lombardia. Per gli uomini, rispettivamente del 73.5% a Varese e del 74.2%).
Per ora si constata una piccola ripresa dell'economia nell'ultimo trimestre in Italia; molto inferiore agli altri paesi europei. Ma stando alla previsione dello stesso Ministero dell'Economia la disoccupazione non calerà nel 2011.
In questo contesto bisogna evidenziare delle tendenze preoccupanti: solo il 19% degli avviamenti del 2010, a Varese, è avvenuto con contratto a tempo indeterminato. Per non parlare della disoccupazione giovanile: nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni a Varese la quota di disoccupati è pari al 20,7% (Sono 3.732 i residenti in provincia di Varese che si sono laureati nel 2008 e solo il 60% ha trovato lavoro dopo un anno di ricerca. E di questi, appena il 50% ha un contratto a tempo determinato).
Il Primo Maggio, però, è una festa ed è anche il momento per parlare di qualche risultato positivo. Come, per esempio, il tentativo di sviluppare politiche attive del lavoro con il rinnovo della cassa integrazione. O come l'accordo territoriale siglato tra le associazioni imprenditoriali e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Si tratta di una delle prime applicazioni del patto siglato a livello nazionale finalizzato a dare agevolazioni fiscali sia ai dipendenti che ai lavoratori atipici.
L’impegno del 2011 è quello di fare ogni sforzo per aumentare l’occupazione.

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