Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 7/10/2011 alle 16:56

L'Italia si conferma fanalino di cosa nell'occupazione femminile tra i Paesi Ocse: nel nostro Paese lavora meno di una donna su due (circa il 49%), mentre in Norvegia l'occupazione femminile sfiora l'80%. Solo la Turchia ci batte, con il 24% delle donne impiegate. Questo nonostante le ragazze italiane che vanno all'università siano più numerose dei colleghi maschi (il 60,1%), finiscano gli studi prima (40,6% in corso contro il 37%) e con il voto medio di 104,2 (invece di 101,4).
Purtroppo la capacità femminile non trova riscontro nei contratti di lavoro e nel salario. Le donne sono titolari del 60% dei contratti a progetto. I ruoli manageriali sono occupati da donne solo nel 20% dei casi. Una donna su quattro abbandona il lavoro dopo il primo figlio. L’occupazioni femminile è quindi una delle sfide fondamentali da vincere, anche in Lombardia. Bisogna intervenire con misure specifiche per conciliare il lavoro con i tempi di cura.
Come fare nella pratica? Da quali modelli prendere spunto? Lo vedremo domani pomeriggio (a partire dalle 14.30), al Collegio De Filippi di via Brambilla, durante il convegno organizzato dal Partito Democratico «conciliazione famiglia-lavoro: chi l’ha vista?». Alle 15 interverrò sul tema: «L’occupazione femminile come leva per lo sviluppo economico e sociale del territorio».
 

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