Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 27/2/2012 alle 20:32

Sorridono gli operai tedeschi a fine mese, quando si trovano in busta paga 1800 euro. Fanno invece una smorfia gli operai italiani davanti a 1000-1200 euro (se va bene).
In Italia gli stipendi medi sono tra i più bassi d'Europa. Sono più bassi di quelli della Grecia e più alti solo di Malta, Slovacchia, Slovenia e Portogallo, dove l’industria è arretrata rispetto alla nostra.
Gli operai tedeschi che lavorano nel settore auto si preparano a sorridere ancora di più. Visti i record storici dell'export e degli utili, i big a capo dell’automotive tedesca si preparano a versare premi senza precedenti - dai seimila ai dodicimila euro - a ognuno dei loro dipendenti. In più il sindacato inoltrerà una richiesta di rinnovo contrattuale chiedendo un aumento del 6,5%.
Se gli operai tedeschi prendono il doppio degli italiani è perché la Germania ha investito in innovazione e perché lì la contrattazione sindacale ha un peso diverso che da noi.
Quello della Germania è un traguardo inarrivabile? Non proprio. Ce la possiamo fare anche noi ad aumentare gli stipendi, ma prima dobbiamo ridurre il cuneo fiscale, così come fece il Governo Prodi. Dopo di lui non è stato fatto più nulla in questo senso.
Bisogna agire diminuendo il gap tra retribuzione netta e lorda e abbassando i costi per le imprese. Si può intervenire anche sugli stipendi dei manager che sono spesso spropositati rispetto a quanto percepiscono operai e colletti blu.
 

Categoria: Economia, Persone
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