Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 29/9/2011 alle 10:09

 

Il discorso del cardinale Angelo Bagnasco davanti alla Cei ha fatto scalpore per la critica durissima degli “atti licenziosi e delle relazioni improprie che nelle istituzioni ammorbano l’aria”.
Ma c’è un’altra parte di quella prolusione che comincia a far discutere seriamente.
Il passaggio centrale è questo: “sembra rapidamente stagliarsi all’orizzonte la possibilità di un soggetto culturale e sociale di interlocazione con la politica che sia promettente grembo di futuro, senza nostalgia né ingenue illusioni”.
Il riferimento storico alla Dc è trasparente, ma il soggetto evocato da Bagnasco non è un partito politico per sua esplicita ed enfatizzata dichiarazione.
Secondo Andrea Riccardi (fondatore della prestigiosa Comunità di Sant’Egidio) le parole di Bagnasco non sono solo l’auspicio di un nuovo impegno dei cattolici, ma la rilevazione di un processo già largamente in corso. Infatti negli ultimi sei mesi è stato tutto un susseguirsi di incontri, seminari, convegni.
Questo sentimento di una presenza più forte e organizzata dei cattolici è forte a Roma e dovunque. A Milano il “lavorio” è evidente. Vado controcorrente e dico che con l’arcivescovo Angelo Scola - malgrado il suo antico legame con Formigoni - questo lavoro di “autonoma interlocuzione” si accrescerà.
A Varese, Camillo Massimo Fiori, intellettuale con una lunga esperienza politica che i lettori del blog conoscono, si spinge oltre e su Rmfonline, al termine della sua analisi, afferma che l’avvento di una nuova Dc è nel novero delle possibilità anche se non sarà la riedizione del passato.
Io penso invece, come ho già detto settimana scorsa, che il pluralismo dei cattolici non sia ricomponibile in unità e che si possa stare legittimamente in diversi partiti pur conducendo alcune battaglie comuni.
La destra mi sconcerta quando afferma che la parte giusta per i cattolici è soltanto la loro. Il Pd, da parte sua, deve però predisporsi a un dialogo intenso, impegnato e continuo con una realtà sociale e culturale che sarà senz’altro e fortunatamente più strutturata che negli ultimi due decenni.

 

Commenti dei lettori: 61 commenti -
Scrive oggi La Stampa: “l’ambizioso progetto del cardinale Bagnasco di tornare ad una gestione politica degli elettori cattolici per il momento incontra praterie a destra, ma coglie il Pd mai così spostato a sinistra. Come dimostrano le immagini del leader democratico, impegnato a stringere mani nel corteo della Cgil e a sorridere a Di Pietro e Vendola nel comizio a tre in quel di Vasto”. Pensaci, Giuseppe, pensaci …
Scritto da Mattia il 29/9/2011 alle 10:38
La dottrina sociale della Chiesa sfida il consumismo. Un consumismo parte da cose ed oggetti ed arriva a persone ed idee. Logora dal punto di vista sociale ed umano. Cambia le persone nel profondo (fascismo,comunismo non ci riuscirono). La Chiesa guarda all'Uomo e penso stia rilanciano con forza la sua proposta. Si vede che, pubbicamente, emergeva poco e che noi cattolici siamo stati troppo timidi. Sulla nuova DC, condivido Adamoli. Con i complimenti al sig. Fiori per la sua elaborazione.
Scritto da FrancescoG. il 29/9/2011 alle 11:00
E’ stato lo stesso Presidente della CEI a far rilevare che “la novità è altrove”, sta nel “nuovo soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica che coniughi l’etica sociale e l’etica della vita”. Non è escluso che si tratti di un partito “in nuce”, se si legge bene l’analisi dei vescovi italiani i quali affermano che “l’alternativa non è l’alternanza, cioè la sostituzione dell’attuale maggioranza con l’opposizione, ma la ristrutturazione del sistema” da comporre e ricomporre. La novità è importante anche se controversa: sarebbe la prima volta che la Chiesa gerarchica assume un’iniziativa che non ci fu verso la Democrazia Cristiana la quale nacque con l’accordo del Vaticano ma non dietro suo impulso. Di unità dei cattolici non se ne parla perché, in una società secolarizzata, sarebbe difficile realizzarla neppure nella parziale misura del passato; però c’è il rischio che il nuovo soggetto, dovendo raccogliere l’eredità del berlusconismo, si caratterizzi in modo più conservatore della D.C. Di fatto, le indagini demoscopiche danno il centro-destra in caduta libera ma anche il centro-sinistra inchiodato ai minimi termini. La cosa non sembra minimamente interessare il Partito Democratico che non è ancora riuscito ad affrontare il problema della “contaminazione cognitizia” tra la cultura post comunista e quella post democristiana delle sue componenti. La prima ha sostituito i riferimenti del passato con il soggettivismo individualista che vuole promuovere i desideri dei singoli in altrettanti diritti; la seconda è tuttora ancorata ad una concezione della politica basata sulla morale oggettiva (non necessariamente cattolica) sottratta all’arbitrio umano. Se il P.D. (dopo aver abbandonato il marxismo e i modelli del socialismo reale) si fosse trasformato nel partito del cambiamento, della giustizia sociale, dei lavoratori non porrebbe alcuna obiezione di principio al mondo cattolico; fa invece problema l’abbraccio, sia pure cauto e prudente, dell’ideologia libertinista che, prima o poi, verrà a configgere anche nei fatti con la visione cristiana. Fossi nei panni dei dirigenti mi preoccuperei di avviare una riflessione, un confronto e un dibattito tra le personalità che fanno riferimento a queste aree culturali, anziché attendere passivamente il corso degli eventi.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 29/9/2011 alle 11:29
@Larpi, praterie a destra? Quali? A destra sono impegnati solo a difendere Berlusconi mentre Bossi dice che i preti dovrebbero parlare di meno e "dire più messe".
Scritto da Albizzati C. il 29/9/2011 alle 11:40
@FrancescoG ha ragione, i cattolici sono stati troppo timidi. Da una loro maggiore forza ne trarrebbe beneficio tutta la politica a di destra e di sinistra.
Scritto da Giacomina il 29/9/2011 alle 11:47
Mario Adinolfi, un blogger molto noto, ha lasciato il Pd. Non so se era cattolico e non me ne frega niente. E' un altro che se ne va. Follini ha gò quasi un piede fuori, poi forse se ne andrà anche Fioroni con i suoi. Questi invece sono cattolici. A parte questo mi interessa il malessere profondo del Pd che per i cattolici come per altri sta diventando insopportabile..
Scritto da G.S. il 29/9/2011 alle 11:58
Bagnasco, il commissario politico del vaticano, parla in “pretese” ma il messaggio è chiaro. La Chiesa vuole sedere al tavolo della successione politica. Le iene sentono a distanza l’odore delle carogne e Berlusconi è ormai una carcassa putrescente. Bagnasco, il commissario politico del vaticano, delude ancora i cattolici di fededegna, le persone perbene. Stupide ma perbene che speravano in una Chiesa non politicizzata. Bagnasco, che per chi non lo sapesse è anche generale di corpo d’armata dell’esercito italiano, ha ulteriormente confermato la limitata sovranità dell’Italia: un Paese alla mercede delle iene vaticane, del Fondo Monetario Internazionale e della BCE, in rigoroso ordine d’apparizione.
Scritto da Filippo Valmaggia il 29/9/2011 alle 13:05
Caro Giuseppe, le parole di Bagnasco sottendono una presa di posizione iniziata già da qualche mese anche se, per noi, tardiva rispetto ad una situazione che dura da anni. Certo, leggere le cose della Chiesa con le categorie della politica non aiuta a comprendere l’eccessivo e talvolta disinvolto atteggiamento assolutorio nei confronti di Berlusconi e del centrodestra rispetto, non solo ai valori cristiani, ma anche alla dottrina sociale della chiesa. Scritto questo sono anch’io scettico sull’idea che sembra condividersi in molti nostri ambienti su un ritorno unitario dei cattolici in un unico soggetto politico. E, altrettanto in disaccordo, lo sono sulla necessità che ai cattolici spetti obbligatoriamente un posizionamento moderato e conservatore. So bene che nel cattolicesimo i “riformatori”, se vuoi per semplificazione, i “progressisti” sono sempre stati una minoranza e solo con un grande partito come la DC il moderatismo e il conservatorismo cattolico è stato emarginato e si sono potute svolgere “politiche” riformatrici e popolari. Ma nella DC avevamo Moro, Zaccagnini, Donat-Cattin, Marcora e molti altri, persone tutte che hanno sempre lavorato per una dimensione del partito “popolare” e non conservatrice. Il PPI di Sturzo e la DC del secondo dopoguerra sono stati strumenti necessari ai cattolici per conquistare libertà, affrancarsi dalla cultura del “gentilonismo”, una cultura fatta di scambi di interessi che assomigliava a prostituzione e non alla politica. Possiamo pensare di tornare indietro nel XX secolo perché l’Italia si è fermata a Berlusconi e Prodi? Possiamo pensare di tornare indietro perché c’è qualcuno che pensa che la laicità dei cattolici sia solo quella dei “cattolici adulti” e non anche quella di chi con convinzione aderisce alla DSdC dividendoci così in “guelfi bianchi” e “guelfi neri”? A tutto questo anche il PD è chiamato a dare delle risposte di senso e questo perché o il PD sarà anche la casa di quei cattolici più sensibili al sociale e alle dinamiche progressiste o i Democratici avranno il triste merito di aver riportato indietro le lancette del tempo e aver solo voluto realizzare, non un moderno “partito nuovo” per il XXI secolo, ma una “nuova sinistra” che, come profetizzò Del Noce, abbandonata l’etica comunista avrebbe trovato asilo solo nella cultura radical-borghese.
Scritto da roberto molinari il 29/9/2011 alle 13:26
L'intervento di Camillo Massimo Fiori è senz'altro stimolante, anche se non del tutto condivisibile, dal mio punto di vista naturalmente. Una cosa è sicura:tutti quanti dovranno d'ora in avanti fare i conti con il "nuovo soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica che coniughi l’etica sociale e l’etica della vita”. Che si arrivi poi ad un nuovo partito di cattolici o meno (alcuni se lo augurano, altri, come me, per nulla), dipende da numerosi elementi e da eventi a tutt'oggi non prevedibili. Non etichetterei, come fa Fiori, il P.D. come un partito dall'ideologia libertinista: mi pare che il P.D., a differenza dei partiti "padri"abbia maturato una consapevolezza per quanto riguarda i diritti civili ed i diritti individuali (un cattolico che si richiamasse a Mounier direbbe "diritti personali"). Certo su questo terreno il P.D. non è sempre in sintonia con la gerarchia cattolica e con parte dello stesso mondo cattolico. Ma la cosa non mi pare debba scandalizzare o sorprendere; ad es. sulle cosiddette "coppie di fatto" chi esprime un sentire più vicino ai bisogni ed alle attese vere delle persone? La chiesa gerarchica o il P.D.? Su altri terreni invece il partito democratico è carente: in primo luogo quella fatica a continuare il percorso di "contaminazione" culturale, di cui parla Fiori. In altri termini: le culture originarie, quella marxista, quella cristiano-cattolica, ma anche quelle minoritarie ( laico socialista e democratico-liberale) stentano a volte non tanto a trovare una sintesi, bensì semplicemente a misurarsi, a confrontarsi; anzi sembra talvolta che, su temi delicati e complessi, quali la bioetica,si preferisca sorvolare, con il risultato che anzichè proporre o anche solo tentare di arrivare ad una sintesi convincente tra diverse opzioni, si lascia il campo agli opposti fondamentalismi confessionali o laicisti (si veda il modo "barbaro"come è stato affrontato il caso Englaro) . In questa fase infine del berlusconismo morente (non sappiamo peraltro quanto durerà e quanti danni arrecherà al Paese l'agonia), il P.D., deve in primo luogo caratterizzarsi con un progetto chiaro e proposte convincenti, se vuole essere elemento dell'alternativa all'attuale regime decadente, corrotto e da basso impero. Ciò però sarà tanto più possibile, se i valori di riferimento, diversi, ma non per questo opposti, diventeranno il lievito di un nuovo progetto di società e di vita. Mariuccio Bianchi
Scritto da Mariuccio Bianchi il 29/9/2011 alle 14:59
Too late Mr. Bagnasco.
Scritto da paperoga il 29/9/2011 alle 15:05
La Chiesa ha già fin troppa influenza sulla vita pubblica italiana. Non si sente nessuna necessità di aumentarne la forza.
Scritto da Mario T. il 29/9/2011 alle 15:34
Meglio il Molinari che si esibisce in cultura politica del Molinari politico. A questo livello ha fatto soltanto piccoli-grandi danni. Mio papà diceva: "l'è mia il so mestè".
Scritto da Aspide il 29/9/2011 alle 15:40
Bagnasco vuol tirare indietro le lancette dell'orologio. Il novecento è finito, lui lo sa bene ma finge di non accorgersene.
Scritto da Dioscuro il 29/9/2011 alle 15:47
@Filippo Valmaggia usa un linguaggio estremo ma c'è un fondo di verità in quel che dice.
Scritto da Ambrogio L. il 29/9/2011 alle 16:01
@Paperoga, magari è tardi ma se è una scelta giusta perchè non provarci? Semmai è tardi per lanciare un partito ma non per cercare di migliorare la nostra vita politica con la presenza di una forza culturale importante.
Scritto da Giacomina il 29/9/2011 alle 16:51
Non riesco a decidere se tutto il lavorio che tu segnali, e che avviene su più fronti, sia causato dall'inerzia della politica o sia causa dell’inerzia della politica, in questo caso i responsabili andrebbero fucilati. Comunque direi che il 2012 potrebbe essere un’ottima annata per le elezioni, prepariamoci a vivere mesi interessanti.
Scritto da Lele il 29/9/2011 alle 17:25
Volete la riprova che il Pd anche e soprattutto a livello locale è inerte su queste cose? Domandate alla segretaria provinciale quante riflessioni si sono fatte su questi problemi. Se sono onesti, e non ne dubito, vi diranno ZERO.
Scritto da Iscritto Varese il 29/9/2011 alle 17:50
Che il "pluralismo dei cattolici non sia ricomponibile", come scrivi nel post, mi sembra chiarissimo. Però da te mi aspetto qualcosa di più chiaro e cioè una tua lotta senza quartiere all'idea del "partito dei cattolici". Per me non è un mistero che molti a Varese, e non solo a Varese, stanno aspettando una tua posizione morbida per collocarsi nel terzo polo o anche a destra. Pensaci, ma nel senso contrario a quello auspicato da @Larpi nel primo commento a questo post.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 29/9/2011 alle 18:43
Non leggo il commento di @Larpi, più volte citato. Lo sguardo di Bagnasco metterebbe paura anche a Belfagor ma non pensavo avesse anche il potere di incenerire i commenti.
Scritto da Filippo Valmaggia il 29/9/2011 alle 18:55
Molto profondi ad approfonditi gli interventi di alcuni ma, senza una vera Rivoluzione che nasca da Dentro, dal Cuore dell’Uomo, rischiano di configurarsi come un gange di parole privo di forza e di intensità da non giungere nemmeno alla foce. Comunque sia, colui che più mi convince è @Mariuccio Bianchi (d’altronde, non è un segreto che io abbia sempre apprezzato la sua preparazione ed il suo equilibrio). Sono in sintonia anche con @FrancescoG. quando condanna il consumismo mentre non sono d'accordo con lui quando intravede una certa timidezza nei cattolici. Non è questione di timidezza bensì di debole adesione ai dettami evangelici. Non ne vedo, in giro, di timidi; semmai, di furbini opportunisti ... @FrancescoG. scrive anche che "la Chiesa guarda all'Uomo". Sì, ma solo una piccola parte di questa guarda all'Uomo, quella composta dalle persone più semplici ed umili. La restante gran parte delle gerarchie guarda a Mammona (il denaro?). Nel 2000, a Roma, si è tenuto il Giubileo ufficiale (e consumistico) mentre a Verona è stato organizzato, da Padre Zanotelli, una sorta di contro-giubileo (mi si passi il termine) chiamato, appunto, "Giubileo degli Oppressi". Sì, lo so, il mio è un discorso da catto-comunista … ma nel caso si voglia ritenere necessaria (secondo me non lo è) la costituzione di un nuovo partito di cattolici, credo si debba partire da lì. Dagli oppressi del 21esimo secolo. E mi si deve spiegare dove dovrebbe collocarsi Vendola che, a mio giudizio, è più “cristiano” (piu puro? più pulito?) di Casini. Ma questo è il mio misero giudizio.
Scritto da Mafalda il 29/9/2011 alle 19:12
"atti licenziosi e delle relazioni improprie".in molti hanno pensato a Marrazzo invece Repubblica ha dato l'interpretazione autentica inviduando il destinatario della reprimenda nella persona di Berlusconi. Questo succede come dice Molinari quando si applicano categorie politiche al testo di Bagnasco. penso anch'io come Fiori che nel tempo ci sarà un accorpamento sul piano poltico della maggior parte dei cattolici. Bersani l'ha capito anche se è incerto sulla direzione. Adamoli che fa?
Scritto da osservatore il 29/9/2011 alle 19:56
Caro @osservatore, su Marrazzo non vale neanche la pena di commentare, ovviamente. Anche la tua domanda è abbastanza superflua ma replico ugualmente per rispetto. Faccio quello che spiego sul blog. Cerco di alimentare una riflessione attenta, anche nel mio partito, sul problema della cultura e della presenza pluralista dei cattolici. In questo senso, dico a @Mattia, tutti quanti dobbiamo pensarci. Nel Pd come nel terzo polo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 29/9/2011 alle 20:41
Forse e' il segnale di distacco dal centrodestra e di una disponibilita' a sostenere un soggetto che sia in linea con i valori cattolici...ma che non sembra essere il PD... Temo che l'approccio sia il solito....quello di cercare un partito che faccia gli interessi di una parte per quanto nobile, in un perenne do ut des. Credo che l'Italia abbia bisogno di grandi partiti che provino a fare gli interessi di una colletivita' intera, non di alcune fazioni, moderando le tendenze assolutiste.
Scritto da Andreus il 29/9/2011 alle 20:47
Signor Adamoli, noto che sta cominciando a censurare. Bene. Bene se continuerà con le persone GIUSTE. Lei sa a chi mi riferisco.
Scritto da Giorgio Piras il 29/9/2011 alle 21:24
Lascino perdere questa storia di una nuova Dc o di un rinnovato impegno unitario dei cattolici. La Democrazia Cristiana hanno creduto di poterla sostituire, se pur ovviamente in modo parziale, con Berlusconi che li fatti ammattire e disperare. Hanno avuto quel che si meritavano Ora è tardi fare questi discorsi. In questo ultimo decennio hanno omesso di ragionare ed approfondire. Si sono dedicati all' esistente. @Filippo Valmaggia non sbaglia mai. Lo sguardo di Bagnasco fa più paura di Belfagor.
Scritto da paperoga il 29/9/2011 alle 23:46
Caro @Giorgio Piras, non ho cominciato a censurare niente e nessuno. Forse fai riferimento al caso segnalato da @Filippo Valmaggia. In verità c’è chi pensa di sapere chi ci sia dietro nomi e sigle ma sono supposizioni di cui si parla anche al di fuori del blog. Chi sono @Mafalda, E.F, @Aspide, @Alice. E poi ancora: @Luigi, @il pirata, @Roseto senza rose, @Larpi, @Pietro (di sinistra), @Frank Slade, @Mount Carmel, e così via. Sono domande che mi vengono rivolte anche a margine di riunioni e incontri vari. Alcuni li conosco, altri assolutamente no e tutti ricevono da me la medesima totale riservatezza. Questo genera qualche equivoco. Per esempio, ieri @Frank Slade ha affermato di sapere che @Paperoga e @Aspide sono la stessa persona ma @Paperoga ha smentito un poco risentito. Sono enigmi che albergano in ogni blog. Anzi, qui il fenomeno, mi dicono quelli che se intendono, è molto contenuto in quanto la maggior parte dei commenti sono firmati, o comunque contrassegnati da indirizzi mail autentici. Precisato tutto questo, non ho epurato nessuno e credo che il tuo desiderio, riferito a una precisa persona, non verrà esaudito.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/9/2011 alle 00:36
Per una volta sono daccordo con il SIndaco di Firenze Renzi: un intervento tardivo. Ma quel che ancora fa più specie che per anni la Chiesa abbia taciuto su cose gravissime, quali la depenalizzazione del falso in bilancio, la ricerca di una autoassoluzione delle proprie colpe con interventi contro la Magistratura. Questioni queste molto gravi anche per gli aspetti di esempio verso i giovani. Lo scandalo è solo quello riguardant i rapporti sessuali? Se non ci fosse stato questo..tutto bene?
Scritto da Mauro Prestinoni il 30/9/2011 alle 01:41
Alcuni parlano a ragione di intervento tardivo. Però un certo fervore di iniziative c'è. Vuol dire che le parole di Bagnasco hanno lasciato il segno. Il partito dei cattolici non ci sarà, ma qualcosa state pur certi che nascerà positivamente.
Scritto da Nicola il 30/9/2011 alle 09:13
Ohibò ... una volta che non intervengo sono evocato addirittura con accenti soddisfatti per la censura (non ti conoscono proprio) da parte di Giuseppe. Questi elettori del PD desiderosi di censurare le idee eterodosse fanno quasi tenerezza: non si rendono neppure conto che così facendo avvalorano la tesi del fatto che sono sempre i soliti comunisti. Va beh, li accontento: viva il partito, viva il compagno Marantelli, bandiera rossa la trionferà !!!
Scritto da Larpi il 30/9/2011 alle 09:16
Quasi tutti i preti sono di destra nella testa e poi da quelli lì ricevono anche l'elemosina. Ha ragione @Mauro Prestinoni: non perdonano il sesso (salvo quello di Berlusconi fino a qualche giorno fa) ma trangugiano tutto il resto che è un piacere,
Scritto da Anticlericale il 30/9/2011 alle 09:26
Caro @Larpi, ormai sei molto noto tra i lettori del blog. Ti invocano e ti vedono dietro più di un nome o di una siglia. Io ti conosco bene e so che non usi questo metodo. Alcuni giorni fa una lettrice o un lettore (non ho tempo di controllare) scriveva che sembriamo quasi due innamorati che moriamo dalla voglia di riconciliarci. In realtà può essere vero ma ciascuno vorrebbe l'incontro sulle proprie posizioni e dunque diventa molto difficile. Però, mai disperare. PS - Sui comunisti sei troppo cattivo e berlusconiano. Guarda che il rischio più grosso che corriamo noi del Pd è quello di un eccessivo pargmatismo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/9/2011 alle 09:52
ALLE 11.40 DI IERI Albizzati C. scrive: “@Larpi, praterie a destra? Quali? A destra sono impegnati solo a difendere Berlusconi mentre Bossi dice che i preti dovrebbero parlare di meno e "dire più messe".” ALLE 18.43 DI IERI Pietro (di sinistra) scrive a sua volta: “[…] Pensaci, ma nel senso contrario a quello auspicato da @Larpi nel primo commento a questo post.” Ma il fantomatico post di @Larpi dov’è? Ripeto, è stato forse incenerito dalla sguardo luciferino di Bagnasco?
Scritto da Filippo Valmaggia il 30/9/2011 alle 10:24
@Filippo Valmaggia - Larpi ha confermato di non aver scritto nessun commento e di non essere stato oscurato. Questo è ciò che m'interessa veramente. Le due persone che tu citi probabilmente hanno ritenuto che Larpi e l'autore del primo commento fossero la stessa persona. Su alcuni nick se ne inventano tante. Potrei farti tanti esempi ma sarebbe rindondante. Del resto è capitato anche a te, se non ricordo male, di fare illazioni sui nomi e sulle sigle. Non ho mai dato conferme o smentite. Me ne guardo bene.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/9/2011 alle 11:59
Caro Adamoli, non capisco come mai, nel rispondere al nick @Giorgio Piras, Lei abbia tirato in ballo anche me, insieme ad una bella cricca (ad esclusione de @il pirata, @Roseto senza rose, @Larpi, @Pietro di sinistra, che sicuramente non fanno parte della cricca e sono dei commentatori di tutto rispetto. Anzi, escludo dalla cricca anche Alice che è una furbina ma intelligente ed educata). Caro Adamoli, forse sarebbe bastato dire che @Larpi non era stato censurato ma che, semplicemente, non compariva in questo post ma in quello linkato (che aveva il medesimo argomento). Tuttavia, questa occasione mi è gradita per fare un ragionamento con Lei. Ho notato che il blog comincia a mostrare qualche criticità. Mi spiego. Il nick @Giorgio Piras ha fatto la sua comparsa la prima volta qualificandosi come iscritto del Pd. Avrebbe potuto, da iscritto del Pd, intervenire sull'argomento in corso. Invece si è limitato a chiederLe di censurare Valmaggia. Il secondo commento di @Giorgio Piras è avvenuto all'insegna della materia del post? No, nemmeno quello. Il secondo commento di Giorgio Piras ha inteso demolire Ulderico Monti. Il terzo apporto di Giorgio Piras a questo blog l'ha dato ieri, approvando un'inesistente censura a Larpi. Le pare che Piras, da iscritto al Pd, non avesse nulla da dire su Bagnasco? Beh, allora che Piras strappi pure la tessera (forse non doveva nemmeno farla). Perchè Le scrivo questo? Perchè se io fra un'ora compaio su questo blog con il nome di Attilia Zaninetti (un nome da tardona, che mi mette al riparo dalle nobili curiosità del divo del blog), con tanto di mail che fa riferimento a tale nome, Lei verrebbe indotto a pensare che la signora in questione sia una persona fisica, addirittura più concreta di Mafalda. E questo è sbagliato. Tra l'altro, coloro che mi conoscono bene, non esitano a dire che sono una fessacchiotta in quanto, con la scelta dell'anonimato, ho disperso nel vuoto gli apprezzamenti che mi sono giunti. Altri, a differenza mia, avrebbero firmato nome e cognome per servirsene nelle occasioni più svariate. Sì, sono una fessacchiotta, perchè ho scelto l'anonimato per propormi positivamente e disinteressatamente. Sul fatto che Lei tuteli la nostra privacy, io non ho dubbi. Mi riesce difficile immaginarLa, giunto solo alla sua seconda birra in una costruita serata fra coscritti, a rivelare informazioni sui commentatori. Anche perchè la classe '41 mi sembra di tutto rispetto, anche il cardinale Scola vi fa parte. Tutto qui. Volevo solo proporLe questa riflessione sui diversi tipi di partecipazione a questo blog. E consiglio a Giorgio Piras di ripresentarsi, la prossima volta, almeno intonando la antica "Su patriottu sardu a sos feudatarios", meglio nota come "Procurade 'e moderare", che a me piace molto e che ben si addice ad una sana militanza.
Scritto da Mafalda il 30/9/2011 alle 12:05
@Giuseppe Adamoli. Quando io cominciavo a digitare in rete (1995) tu intingevi ancora la penna d'oca nell'inchiostro. ;-) Abbiamo "sensibilità telematiche" diverse.
Scritto da Filippo Valmaggia il 30/9/2011 alle 12:25
La conclusione sul Pd che deve intensificare il suo dialogo con il mondo cattolico organizzato e che si organizzerà meglio mi sembra corretta. La nuova Dc non la vedo perchè c'è già l'Udc di Casini che cerca di coprire questo spazio.
Scritto da Ex Pci Gallarate il 30/9/2011 alle 12:29
L’opposizione, sempre divisa su alleanze, programmi e leader, si è trovata improvvisamente unita nel deprecare l’avvento di un nuovo soggetto politico di ispirazione cristiana. E’ la “sindrome di Occhetto” che si basa sull’ automatismo dell’alternanza: sconfitto il “nemico”, ieri la D.C. oggi Berlusconi,“tocca a noi governare”. E’ invece accade l’imprevisto e spunta fuori una novità diversa. Piuttosto che analizzare quel che bolle nella società, di interloquire, di interagire, si preferisce dissentire, esecrare, protestare. Verso l’ipotesi di una presenza organizzata politicamente di cattolici si sono sentiti argomenti premoderni: la Chiesa deve stare nelle sacristie, curare le anime, pensare all’al di là, i quali dimostrano una profonda incomprensione del Cristianesimo a cui si deve la distinzione tra religione e politica, tra fede e potere. Il Cristianesimo è una visione integrale della vita, si basa su una sola morale, opera per il rinnovamento dei singoli e del mondo sulla base di principi e valori che sono proposti, non imposti. Il finalismo è trascendente ma non prescinde dal contingente perché rivolti a persone reali. Sono ben altri i “poteri” che interferiscono nella politica condizionando la nostra vita quotidiana, ma anche la sinistra preferisce chiudere gli occhi: la “giustizia sociale” è demodé. Pochi si sono invece accorti dell’eclisse dei movimenti di base, dei flop delle varie manifestazioni di protesta organizzate con il passa-parola di internet. Dove sono finiti il popolo viola, i girotondi, il movimento pacifista, quello ambientalista, i no global (che non sono i black blok)? Sono portato a credere che vi sia una relazione tra questa scomparsa e la povertà della cultura politica fatta di slogan tanto più perentori quanto sono vuoti, di semplificazioni brillanti ma banali, di un linguaggio sul modello degli SMS. Questa “brevità” della politica può anche essere appagante, suscita emozioni ma alla lunga non convince perché non fornisce senso, simbolismo, finalismo, convinzioni. La politica sarà noiosa ma è pur sempre una cosa seria; non si diventa professori con le furbe scorciatoie; merita quanto meno una attenzione analoga a quella riservata alle disciplina scientifiche e naturali. L’antipolitica di destra mira agli interessi, ma quella di sinistra tende al nichilismo.
Scritto da Cmf. il 30/9/2011 alle 13:15
Per un attimo, ma solo per un attimo, e per celia, ma solo per celia vorrei mettermi nei panni del “divo del blog”. Il mio interesse per l’utente Attilia non verrebbe meno causa il suo nome. In passato connobi una splendida Stefana e se penso a Filippa (Lagerback), soprattutto se la penso com’era dieci anni fa, il mio testosterone fa la ola. Di una donna considero l’età, certamente, ma anche lo sguardo: lo vorrei intenso, deciso, e non so perché ma questa Attilia Zaninetti mi fa pensare a una signora dallo sguardo, come dire, divagante.
Scritto da Filippo Valmaggia il 30/9/2011 alle 13:58
@Mafalda è spettacolare. Passa il suo tempo, deve averne molto sarà una funzionaria di Partito, a verificare incongruenze sul blog. Dei commentatori in odore di "doppiezza" salva naturalmente solo quelli che scrivono più assiduamente su questo blog, (ma che strano!), anche "Ocalice" viene salvata (ma pensa un po'!). Per me è tanto brava ed intrigante quanto cinica. Altro che donna. Sul petto ha dei peli lunghi un chilometro. Se poi lo è, dico la mia: la femmina pelosa non incontra i miei gusti.
Scritto da Aspide il 30/9/2011 alle 14:00
@Mafalda - Accidenti, non pensavo di aver urtato la tua suscettibilità. Sennò, sinceramente non l’avrei scritto. Ho fatto soltanto un elenco (non completo) dei nick che ricorrono più spesso, alcuni dei quali corrispondono a lettori che conosco personalmente. Nessuna volontà di assimilare personalità ben diverse su cui i lettori si formano le loro opinioni, soprattutto i tanti che fanno parte di questa comunità virtuale. Qualche amico ben più esperto di me, avendo visto come funziona il blog, dice che è serio e valido.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/9/2011 alle 14:28
@Filippo Valmaggia (12.25) - Sulla "sensibilità telematica" hai perfettamente ragione. Dopo più di tre anni mi sento ancora un neofita. Però, a giudicare dal numero dei lettori, sono soddisfatto lo stesso.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/9/2011 alle 14:30
@Mafalda è brava ma delude. E' di parte, situazione legittima, quasi consigliabile. Non faccia però la "giudice" al di sopra di tutti. Non ci riesce e viene "sgamata" al volo. Adesso anch'io sarò messo dalla sua capoclasse, caro Prof. Adamoli, nella lista alla lavagna, dei "cattivi". Mamma mia, senta lo "stridore insopportabile" del gesso. La nostra lo fa apposta per far urlare le compagne di classe più sensibili di lei.... e un forte urlo corale si alza nell' aula.......una sola ride beffarda.
Scritto da paperoga il 30/9/2011 alle 14:44
Caro Giuseppe, interessanti le riflessioni di Massimo che, come sempre, riesce ad alzare il tono di una discussione senza renderla elitaria, tuttavia, rimango convinto che il problema non sia: qualcuno vuole impedire la rinascita di un soggetto cattolico – che tra l’altro c’è già e si chiama UDC – né che a impedire questo siano forze della sinistra o della destra. Il problema è dei cattolici e rimane se, oggi, ho senso oppure no un soggetto di ispirazione cristiana in una società dove il cristianesimo o la cattolicità è un comune sentire, ma non un vissuto quotidiano di fede. Oggi, il soggetto politico di questo genere che vuole testimoniare una ispirazione identitaria c’è e si chiama UDC. Lo fa bene? Lo fa male? Lo fa con il metodo antico casiniano dei “due forni”? agli elettori ( non tanti a dire il vero ) dell’UDC il giudizio. Quello che personalmente temo, inoltre, è che se dovesse nascere una nuova formazione che volesse ripercorrere i trascorsi democristiani, questa si collocherebbe sul versante moderato conservatore del panorama politico. Niente di sconveniente, chiariamoci, tuttavia, credo che un soggetto di tal genere non avrebbe la capacità, per sua natura, di offrire cittadinanza politica anche a quei soggetti collettivi od individuali che conservatori ( ma cattolici si ) non sono. E questo, probabilmente, non è una buona cosa neanche per il mondo cattolico nella sua interezza né per la Chiesa stessa. Chiesa istituzione che negli ultimi venti anni ha voluto esercitare il rapporto diretto, senza mediazione, con la politica e i politici convinta che questa fosse la soluzione migliore e che solo oggi si accorge dei limiti della strategia ruiniana, una strategia che ha ridotto ai minimi termini l’elaborazione politica del laicato cattolico e di cui ora se ne vedono i risultati. Poche idee, pochi progetti, nessun leader degno di questo nome.
Scritto da roberto molinari il 30/9/2011 alle 16:16
Caro Adamoli, raccomanderei a tutti di leggere l'articolo di oggi sul Corriere: "Ritorno dei cattolici in politica. L'inspiegabile silenzio del Pd". Lo ha scritto Paolo Franchi ed è molto interessante. Il titolo è la sintesi del contenuto.
Scritto da Romeo Radice il 30/9/2011 alle 16:39
Buon ragionamento quello di Molinari. Ma non guardiamo alla teoria, guardiamo alla situazione in essere. E allora peccato che attualmente nel Pd per stare a galla sia costretto ad accettare l' abbraccio mortale dei marantelliani. Cosa che fa in modo spudorato al punto di aver quasi affossato la candidatura dell' Oprandi alla carica di sindaco ed affossata da capogruppo un minuto dopo le elezioni per far posto ad un uomo del leghista rosso, garantendosi così la segreteria cittadina. Un doroteo!
Scritto da ex-margherita il 30/9/2011 alle 16:43
Mi convince l'analisi di @cmf sulla fatica della politica e mi convince anche la conclusione di @Roberto Molinari. Ho perso il senso dell'orientamento politico? Forse si.
Scritto da Giacomina il 30/9/2011 alle 16:49
Caro Adamoli, mi permetta, non si chiama suscettibilità la mia. Si chiama sensibilità. Comunque, niente di male. Piuttosto, io toglierei dalla cricca Frank Slade, che si è mostrato acuto nel cogliere che Aspide e Paperoga sono la stessa persona. Come potrà vedere, oggi si parlava di Piras e sono saltati fuori Aspide e Paperoga. Bene, è un bel gruppetto: EF, Aspide, Paperoga e Piras … che, anche gigioneggiando, si alternano con sollecitudine e tempestività sui blog. Benissimo. Anche questa è una piccola cifra del blog. Piuttosto, pensiamo anche al nostro Bersani: se tutti i Piras lo illudono di avere la tessera, si ritroverà con 1/10 di iscritti. E la prego di non indire una gara su chi abbia più sensibilità virtuale in questo blog ... sono certa di non perdere la gara. Sa perché? Il numero dei lettori, come giustamente Lei evidenzia, è numeroso. Riguardo a quello dei commentatori, ho la percezione che il numero si sia ridimensionato e a nulla valgono i cambi di nome, di nick, di colore dei capelli o degli occhi per elevare tale numero. La sincerità e la spontaneità del dialogo non trovano casa in questo tipo di commenti. Mi spiace di averLa disturbata ancora con queste piccolezze. Lascio che il dialogo continui, fra le persone serie, sul “partito di Bagnasco” e su tutti gli altri argomenti che Lei proporrà.
Scritto da Mafalda il 30/9/2011 alle 18:09
Intervenire su questo o quel commento (di ottimo livello) mi sembrerebbe sbagliato. Aggiungo solo qualche breve considerazione. Il discorso di Bagnasco, pur se tardivo per certi aspetti, rappresenta una svolta rispetto al Card. Ruini. Un vero e proprio cambio di strategia. Paura di restare sotto le macerie del berlusconismo agonizzante? Affermare che ci sia solo questo mi pare francamente minimalista ed errato. E’ più probabile che la gerarchia abbia capito due cose essenziali. La prima: che non è possibile schierare tutto il cattolicesimo sul versante del centrodestra. La seconda: che lo scambio diretto, guidato dall’alto, fra voti cattolici e difesa dei cosiddetti “diritti non negoziabili” ha fallito il suo intento. Questo compito, affidato all’altro estremo a un leader come il premier, ha creato un corto circuito irreparabile. Non credo che l’insegnamento cristiano ammetta lo sdoppiamento totale della personalità umana e privata dalla personalità politica e pubblica. Da qui la volontà di rimettere al centro della riflessione l’impegno del laicato cattolico, di assegnarli un ruolo, di renderlo responsabile verso la politica svincolando il più possibile (ma fino ad un certo punto) la chiesa ufficiale dal rapporto con i governi ai diversi livelli. Ritengo però che il soggetto di cui si parla si debba intendere più di carattere pre-politico che politico. Cioè non penso proprio che si immagini un partito in un’epoca nella quale il pluralismo dei cattolici è considerato come un fatto definitivo dall’insieme della società italiana. Tutto ciò pone comunque un problema rilevante per il Pd: quale relazione con questo soggetto? La mia idea è che l’incontro paritario fra riformatori post-comunisti e post-popolari (o post Margherita) resti difficile senza l’interlocuzione con una organizzazione culturale e sociale come quella ipotizzata da Bagnasco. Tuttavia è tutto il partito che dovrebbe realizzare questo salto di qualità, non solo una sua piccola parte. Questo significherebbe aver compiuto il passo decisivo verso l’obiettivo originario del Pd, quello di una nuova sintesi culturale e politica oltre il Novecento.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 30/9/2011 alle 18:13
Sono assai perplesso: che una indicazione della via da seguire venga dalla Chiesa mi fa intendere che il Magistero abbia deciso di agire sulla patologica anomalia italiana, ritenendo che le organizzazioni politiche in essere siano impotenti ad agire. Dunque una severa critica, o una recisa condanna, del sistema di destra e di sinistra. L'impotenza genetica, la banalità inconcludente, l'inefficienza sistematica potranno forse trovare rimedio in un nuovo soggetto, in una nuova generazione di quadri. Questo mi pare sia il senso reale dell'offensiva lanciata dalla CEI. L'anomalia patologica italiana è la causa prima della caduta dell'etica della politica di cui il cosiddetto sistema Berlusconi non è certamente la causa, ma soltanto la manifestazione: la malattia è a monte. E non ripeterò che due governi Prodi caddero per insipienza propria! In Europa esistono due grandi schieramenti: Partito Popolare Europeo: che raccoglie oltre 70 aderenti (tra membri, osservatori e associati); Partito Socialista Europeo: 43 aderenti. Tutta l'Europa, a ovest ed a est, si identifica in massima parte nelle due grandi organizzazioni, fuorché l'Italia. (Certo, da noi abbiamo un piccolo partito socialista, ma così debole e timoroso che alle ultime amministrative, a Milano non è stato in grado (o non ha avuto il coraggio) di presentare una propria lista...). Ben venga, se mai vedrà la luce, un partito “cristiano sociale” - o comunque vorrà chiamarsi -; sarà la fine (meritata) del Partito Democratico – che già molti, all'interno, definiscono come “il partito che non c'è”-. E se una tale rivoluzione porterà alla formazione, quale naturale contrappeso, di una formazione socialdemocratica, l'Italia si avvierà ad essere un Paese “normale”. Dovremo ringraziare la Chiesa cattolica? Bene: canteremo il Vexilla regis prodeunt!
Scritto da ulderico monti il 30/9/2011 alle 18:27
Ottimo intervento @Giuseppe. Sei perfino migliorato. Non perdere tempo con le polemicuzze. Dovrebbe capirlo anche @Mafalda che è una donna sicuramente intelligente.
Scritto da Lorenzo il 30/9/2011 alle 20:06
Il card. Bagnasco ha parlato contro Berlusconi su pressione della base che non ne poteva più. Del dibattito mi sono risultati chiari i due interventi di Adamoli (il post e l'ultimo delle 18.13). Gli altri sono troppo complicati, salvo quello di @Mariuccio Bianchi.
Scritto da Giovanna G. il 30/9/2011 alle 20:29
Frank Slade e @Mafalda potrebbero essere la stessa persona, Mafalda e @Alice in wonderland sono invece la stessa persona. A me Alice piaceva molto, ma la parte indemoniata della nostra signora ha avuto la meglio e la "piccola" è sparita. Ci vuole una specie di esorcista per ristabilire equilibrio.
Scritto da paperoga il 30/9/2011 alle 22:54
Va beh dai @Mafalda faccio outing. @Aspide, @Paperoga, @E.F. ed @il gatto con gli stivali, siamo la stessa persona. Ci scusi Adamoli, il suo è un blog serio, ma qualche volta si potrà anche scherzare? Se non si puo' me ne torno da quello "scapestrato" del Senatore Rossi, lui è alla frutta e prende tutto.
Scritto da Aspide il 30/9/2011 alle 23:12
@ Mafalda. Timidi ad affrontare una sfida culturale. I motivi possono essere molti. E', vero, comunque che ci sono e sono stati degli opportunismi. E' pubblica una lettera di alcune importanti personalità politiche che, secondo la mia sensibilità, ne ha dato conferma. Sono convinto, però, che la maggioranza di chi fa parte della Chiesa guardi all'Uomo. Il problema è che, almeno pare, si "pesa" poco. Ciao!
Scritto da FrancescoG. il 1/10/2011 alle 09:18
@Lorenzo, tu che mi segui, un po' hai capito come mi muovo nel blog. Esattamente come nella vita normale. Senza finzioni, se non l'anonimato. Le mie osservazioni volevano far cogliere alcune incongruenze. Domanda: cosa se ne fa Adamoli di avere un @Paperoga che fa i complimenti a Valmaggia ("A volte si corrono i 100 mt. ed a volte le 3000 siepi. Pochi riescono a cimentarsi con successo su distanze e corse così diverse. Lui è un atleta completo") quando poi si firma Piras per chiedere di censurarlo? Cosa se ne fa Adamoli di un Paperoga che (seppur definendo il senatore Rossi un "pierino") lo difende dalle parole di Aspide, sapendo che Paperoga e Aspide sono la stessa persona? Cosa se ne fa di questa finta dialettica volta a parlare, come sempre, delle persone e non dell'argomento? Mi auspico che, a tutela di tutti i commentatori seri che vengono sul blog, venga introdotta la registrazione (lo ha appena fatto il Corriere della Sera riguardo ai blog di alcuni suoi giornalisti presi di mira da troll). Io sono pronta a registrarmi con il mio nome e cognome. Piuttosto, caro Adamoli, sul Suo blog e su quello di Rossi, in questi giorni, il Suo Valmaggia fa spesso riferimento allo strabismo riferito alle donne del blog. Secondo Lei, sta parlando di strabismo politico oppure fisico? In questo secondo caso, a Suo giudizio, si riferisce a qualche donna in particolare oppure è il suo solito modo sprezzante di trattare il genere umano? Buona continuazione.
Scritto da Mafalda il 1/10/2011 alle 09:33
@Aspide - Certo che si può scherzare, anzi mi fa piacere. Purché si rispettino le persone. Non mi pare che sul sen. Rossi tu abbia scherzato molto simpaticamente.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/10/2011 alle 09:54
@Mafalda - Se il format di Varesepolitica consentisse la registrazione degli autori dei commenti, io la coglierei al volo. Anzi, ne parlerò con la direzione di Varesenews. Per il resto, ti ringrazio della segnalazione delle "incongruenze", ma preferisco tirare avanti diritto per la mia strada. Non mi piace la moltiplicazione dei commenti personalistici e polemici, o peggio, delle allusioni e delle prese in giro pesanti.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 1/10/2011 alle 10:13
Non si tratta di un processo iniziato negli ultimi sei mesi, come attribuito a Riccardi dal post, ma di una riflessione che parte molto più da lontano e che ha avuto delle forti sollecitazioni dalla crisi economica a partire dal 2008. Risulta molto chiaro se si leggono i documenti principali della 46a settimana sociale dei cattolici tenuta a Reggio Calabria nel mese di ottobre del 2010 (soprattutto la relazione e le conclusioni del prof. Diotallevi e la prolusione dello stesso Bagnasco). Ne riporto di seguito alcuni stralci: “La scelta del tema di questa 46a Settimana Sociale fu presa definitivamente mentre avevamo letteralmente sott'occhi le fotocopie fresche dell’omelia di Benedetto XVI, il 7 Settembre 2008 a Cagliari. Ora possiamo rileggerlo: «il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, (…) necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile»”.(Diotallevi) “Se oggi, come Chiesa e come cattolici ci battiamo senza riserva per la libertà religiosa ovunque nel mondo è anche perché l’unità d’Italia (con i caratteri che conosciamo, inclusa la recente versione della soluzione concordataria) ha aiutato a dare un significato nuovo e più profondo al principio della libertas ecclesiae; un significato assai diverso da quello che alla libertas ecclesiae veniva attribuito nel ‘400 o anche solo nell’800 e nella prima metà del ‘900. Nelle nuove condizioni, la sede di Pietro e le Chiese ed il “cattolicesimo popolare” della penisola hanno sviluppato un legame molteplice ed intenso. Ciò ha donato alla Chiesa universale qualcosa di nuovo e di prezioso, qualcosa che non poteva maturare nelle condizioni istituzionali preunitarie – come efficacemente confermato dalle recenti parole del Segretario di Stato, card. Bertone, sulla città di Roma capitale d’Italia –, né potrebbe sopravvivere se la frantumazione del paese riducesse la Santa Sede ad una piccola “terra di nessuno” come avviene per prestigiose istituzioni internazionali. Oggi capiamo perché animi e menti come quelle di Antonio Rosmini vedevano nell’impegno della Chiesa e dei cattolici nella causa nazionale l’espletarsi di una doppia missione, una missione civile ed una missione ecclesiale; entrambe di rinnovamento.” (Diotallevi) “La Chiesa, consapevole della sua missione di servire l'uomo e la società con l’annuncio di Cristo Salvatore, ricorda le implicazioni antropologiche e sociali che da Lui derivano. Per questa ragione non cessa di affermare i valori fondamentali della vita, del matrimonio fra un uomo e una donna, della famiglia, della libertà religiosa e educativa: valori sui quali si impianta ed è garantito ogni altro valore declinato sul piano sociale e politico” (Assemblea Plenaria CCEE, Zagabria 3.10.2010). Questi valori non sono divisivi, ma unitivi ed è precisamente questo il terreno dell’unità politica dei cattolici. E’ questa la loro peculiarità e l’apporto specifico di cui sono debitori per essere sale e lievito, ma anche luce e città posta sul monte, là dove sono. Su questa linea, infatti, si gioca il confine dell’umano. Su molte cose e questioni ci sono mediazioni e buoni compromessi, ma ci sono valori che non sono soggetti a mediazioni perché non sono parcellizzabili, non sono quantificabili, pena essere negati.” (Bagnasco) “E’ stato detto e ripetuto non in modo retorico né casuale che è auspicabile una nuova generazione di cattolici impegnati in politica. Ciò non vuol suonare come una parola di disistima o peggio per tutti coloro, e non sono pochi, che si dedicano con serietà, competenza e sacrificio alla politica diretta, forma alta e necessaria di servire gli altri. (...) Ma, nello stesso tempo, auspichiamo anche che generazioni nuove e giovani si preparino con una vita spirituale forte e una prassi coerente, con una conoscenza intelligente e organica della Dottrina sociale della Chiesa e del Magistero del Papa, con il confronto e il sostegno della comunità cristiana, con un paziente e tenace approccio alle diverse articolazioni amministrative.” (Bagnasco) In sostanza la transizione politica incompiuta italiana rischia, nel contesto della grave crisi attuale, di portare alla frantumazione del paese, con forte pregiudizio per la società italiana, ma anche per la Chiesa. Non c'è fiducia negli assetti politici attuali e serve quindi una mobilitazione diretta dei cattolici. Non è ancora chiaro quale ne sarà la forma, ma devono essere chiare le fonti ispirative: la dottrina sociale della chiesa e le “implicazioni antropologiche” del messaggio cristiano, i cosiddetti “valori non negoziabili”. Su questa base occorre creare “ una nuova generazione di cattolici impegnati in politica” Qualcosa comunque è già nato: il Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica, presentato alla stampa nel febbraio del 2009 e che raccoglie Cisl, CdO, Mcl, Confartigianato, Confcooperative, Acli. Qui si sta già lavorando per declinare, per ora senza grandi risultati, la “dottrina sociale della chiesa” nel contesto dell'attuale congiuntura. E' possibile che la caduta verticale del centro-destra negli ultimi mesi ed ora l'aggravamento della crisi finanziaria, contribuiscano ad un'accelerazione dell'intero processo.
Scritto da MS il 3/10/2011 alle 00:19
Caro @MS, un grazie sentito per le tue precisazioni e per i brani riportati che meritano una riflessione attentissima.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 3/10/2011 alle 10:45
Come persone impegnate nelle Associazioni di rappresentanza delle varie espressioni del mondo del lavoro non si voleva fondare un nuovo partito. la riflessione inizia nel 2007 e si ufficializza nel febbraio 2009. Quindi parecchio tempo prima della decisa presa di posizione della Chiesa (era ora). Affrontare la crisi ri-mettendo al centro la persona, la famiglia, il lavoro, l'impresa etc. è un dovere nell'interessi di tutti e diciascuno. A Roma, Bergamo e Milano da Lombardo a Todi da Varesotto.
Scritto da Topo Gigio il 6/10/2011 alle 14:43
Adamoli, si metta i cuore in pace; è la fine del progetto fallimentare del PD. A nulla valgono imbrogli come la richiesta di firme per il Mattarellum. E la fine del bipolarismo italiota e quindi di PDL e PD. E' solo questione di tempo (anche breve). Il dado è stato tratto.
Scritto da LUIGI il 7/10/2011 alle 10:17
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