Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 18/1/2013 alle 11:31


Settimana scorsa due fatti rilevanti a questo proposito.
Prima la sentenza della Corte di Cassazione secondo la quale “è un mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere con una coppia omosessuale”. 
Benché la Suprema Corte abbia giudicato una situazione particolarissima questa sentenza ha mandato in visibilio le associazioni omosessuali.
Un paio di giorni dopo, la grande manifestazione a Parigi contro le nozze e le adozioni gay proposte dal governo Hollande ha scatenato il plauso di molti cittadini, non solo cattolici.
La prima domanda da farsi in Italia in questa fase elettorale è se sia giusto che tali questioni entrino nei programmi di governo dei partiti in modo tale da vincolare rigidamente tutti i propri candidati.
La mia risposta al riguardo è netta. Ormai questi problemi sono materie di governo, ma i partiti farebbero bene a riconoscere sempre il voto di coscienza dei singoli. Il quale però dovrebbe essere enunciato fin dall’accettazione della candidatura onde evitare successivi fraintendimenti che potrebbero apparire opportunistici.
Nel merito, confermo la mia idea che i diritti delle coppie di fatto (etero o omosessuali) vadano tutelati realmente non solo dai Registri comunali (Milano, Torino e molte altre città) ma da una legge nazionale che valga per tutti.
Con chiarezza affermo di non essere invece favorevole all’adozione poiché ritengo prioritario il diritto del bambino rispetto al desiderio pur rispettabile delle coppie dello stesso sesso.
Mi rendo conto che tale adozione è legale in civilissimi Stati europei come Svezia, Norvegia, Danimarca, Gran Bretagna, Spagna, ma questa constatazione non cambia il mio modo di pensare.
Dal punto di vista pragmatico e realistico penso che abbia ragione Bersani quando afferma che in un Paese come l’Italia chi pretende tutto e subito (matrimoni e adozioni) potrebbe alla fine stringere un pugno vuoto.

Commenti dei lettori: 54 commenti -
Giusto il voto di coscienza, ma anche giusto riconoscere il diritto delle coppie di fatto e certamente andrei cauto sulle adozioni, amenoché non sia figlio di un membro della coppia!
Scritto da Antonio Iosa il 18/1/2013 alle 12:11
Grazie di aver aderito ad una mia sollecitazione. Sono del parere che le famiglie vere che possono avere e adottare figli sono quelle formate da un uomo e una donna.
Scritto da Tuo ex sostenitore il 18/1/2013 alle 12:15
Sono d'accordo su come hai proposto un tema che diventa sempre motivo di scontro tra correnti diverse di pensiero (non dico tra laici e religiosi): anch'io sono convinto che le libertà individuali devono essere garantite a tutti dalla legge. Per matrimoni ed adozioni non so se siamo ancora maturi per un'accettazione. Personalmente, sarà forse l'età, non ne sono convinto.
Scritto da Sic Est il 18/1/2013 alle 12:57
L'importante è non stringere un pugno chiuso. Chi va contro natura alla fine perde sempre. Se ci sono i generi ci sarà un motivo? Prima ho visto in tv il presidente della Regione Sicilia. E' di genere gay. Era spaventoso, inquietante, orribile, mostruoso. Se quello può adottare un bambino, perché uno non potrebbe fidanzarsi con una zebra? Io poi sono anche juventino. Sa chi è mio nonno, @Adamoli? Igor ter Ovanesian, il grande triplista.
Scritto da Igor ter Ovanesian il 18/1/2013 alle 13:22
Troppo influenza religiosa in Italia e troppa prudenza acefala nel Pd. Siamo indietro anche rispetto alla Spagna nazione ultracattolica. Pensateci, i diritti civili sono diritti pieni come gli altri.
Scritto da Giorgione il 18/1/2013 alle 13:27
non c' nulla come i diritti civili che in italia possa dividere la popolazione, figuriamoci i partiti che infatti non si esprimono, e sia chiraro non parlo solo di matrimoni ed adozioni, parlo di testamento biologico ed anche di eutanasia, personalmente ad oggi sono solo un lettore degli articoli dell'associazione luca coscioni, che condivido totalmente ma in italia si sa' pati, e continuo' a patire, sotto ponzio pilato, e su questo neanche io cambio il mio modo di pensare
Scritto da angelo m il 18/1/2013 alle 13:41
I diritti delle copie di fatto ( eterosessuali e omosessuali) già ci sono, tant’è … che ci sono le coppie di fatto che vivono tranquillamente come gli pare. Quel che si chiede è il riconoscimento di alcune garanzie “pratiche” e di ordine patrimoniale che il nostro diritto già riconosce nei rapporti affettivi e amicali e, sopratutto, il riconoscimento “simbolico” delle coppie gay. La vera posta in gioco è il “matrimonio omosex” che però ha un carattere del tutto simbolico, come richiesta di felicità. Ma il diritto non serve a tutelare fatti simbolici che, tra l’altro, comportano la deformazione oggettiva del matrimonio come istituto giuridico che caratterizza la civiltà. Il riconoscimento giuridico ha un’unica, essenziale finalità sociale: quella di garantire la continuità delle generazioni istituzionalizzando quelle relazioni tra uomo e donna che consentono la nascita della famiglia, cioè della struttura primaria della socializzazione. Circa il desiderio (non diritto) delle copie omosex di adottare un bambino, deve prevaler il diritto del bambino di avere una famiglia con le figure essenziali del padre e della madre.
Scritto da Camillo Massimo Fiori il 18/1/2013 alle 13:50
Ovviamente d’accordo sul riconoscimento dei diritti. D’altra parte la nostra Costituzione parla chiaro. Riguardo alle adozioni pongo una domanda: un bambino vivrebbe meglio circondato dall’amore di una coppia omo, oppure i suoi diritti sono meglio garantiti se viene affidato ad una delle tante istituzioni (molte delle quali religiose) la cui notorietà sale con sempre maggior frequenza all’onor delle cronache, per abusi su minori?
Scritto da Angelo Eberli il 18/1/2013 alle 13:51
Caro Giuseppe, sono d'accordo con te. Un'unica sottolineatura: fondamentale che il bimbo sia circondato da un clima di affetto e d'amore. A parità d'amore, non c'è dubbio anche per me che tra coppia eterosessuale e coppia gay/lesbica, i bimbi debbano essere cresciuti da una donna e da un uomo. Nel caso (mi auguro limite) che solo due uomini o due donne possano dare ad una creatura quell'affetto, quell'amore di cui il piccolo ha bisogno, non escluderei l'opportunità di affidare a due persone dello stesso sesso la cura di un minore. Del resto la sentenza della Corte di Cassazione dovrebbe pur dirci qualcosa in tal senso. Semmai, in relazione alla sentenza, aggiungerei:“è un mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere con una coppia omosessuale, se non vi sia una una coppia eterosessuale affidabile disposta a farsi carico delle esigenze biologiche, affettive ed educative del bambino stesso". Quanto ai matrimoni gay, ritengo necessaria anch'io una legge nazionale, ma più che matrimonio parlerei di riconoscere una serie di diritti (e pure di doveri però )alle coppie di fatto. Infine credo anch'io che le forze politiche non possano disinteressarsi della materia, salvo sempre, come scrivi tu, riconoscere la possibilità del voto di coscienza dei singoli.
Scritto da mariuccio bianchi il 18/1/2013 alle 14:22
Condivido il post. Sarò tradizionalista ma sono ancora a favore delle funzioni genitoriali svolte da un uomo e una donna.
Scritto da G.S. il 18/1/2013 alle 14:56
Vediamo di non impantanarci come per i DICO, quindi una sola parola chiara una volta per tutte (Bersani si è già espresso i merito) e poi passiamo ad altro, con tutto il rispetto forse più importante.
Scritto da Pierluigi Galli il 18/1/2013 alle 16:24
@Camillo Massimo Fiori (13.50) - Diritto o desiderio, quello degli omosessuali di adottare dei bambini? Il mio pensiero l’ho già esposto chiaramente nel post. Secondo il “diritto positivo”, finché non c’è una norma di legge erga omnes si tratta soltanto di un’aspirazione umana. In termini filosofici non so condurre un ragionamento risolutivo. Ti faccio solo osservare, in estrema sintesi, che tutta la materia dei diritti riflette l'equilibrio sociale e l’orientamento culturale sempre in evoluzione. Storicamente sono tanti i desideri (aspirazioni) umani diventati col tempo valori riconosciuti. Gli ultimi esempi in Italia (secondo dopoguerra) sono il divorzio e l’aborto. Chi negherebbe oggi che appartengono al campo dei diritti civili? Una netta minoranza di italiani.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 18/1/2013 alle 16:42
@Adamoli, va bene ma stiamo attenti a non cadere nella trappola del relativismo culturale.
Scritto da Cittadina cattolica il 18/1/2013 alle 17:01
Cos'aspettiamo per dare agli omosessuali la possibilità, dietro garanzie serissime umane ed economiche, di adottare i bambini? Non possiamo arrivare sempre ultimi.
Scritto da Pietro (di sinistra) il 18/1/2013 alle 17:47
Tutto giusto, vorrei solo essere sicuro che la famosa libertà di voto serve a seguire davvero la propria coscienza e non il precetto del proprio... precettore :-( (cfr. la celebre risposta di Kant sull'illuminismo)
Scritto da Roberto Caielli il 18/1/2013 alle 17:50
@Pietro (di sinistra) - Hai perfettamente ragione.
Scritto da Mario T. il 18/1/2013 alle 18:23
Come gli uomini e le donne hanno stesse capacità nel lavoro e in politica, così anche nel crescere bene dei bambini padri e madri hanno le stesse abilità. Il genere non influenza l'amore che un genitore può offrire a un figlio. I figli di genitori omosessuali esistono già. È nell'interesse dei bambini che questi figli vengano riconosciuti dallo Stato. Solo così saranno completamente tutelati.
Scritto da Agata il 18/1/2013 alle 18:30
@Cittadina cattolica. Il relativismo culturale, tanto vituperato, è quella cosa che ci impedisce, almeno dalle nostre parti, perché se diamo un’occhiata in giro è tutta un’altra musica, di scannarci nel nome della “Verità”. Mi preme anche farle educatamente notare che il sostantivo “cittadino” dovrebbe ammettere un’unica aggettivazione: italiano. Se invece cominciamo a distinguere tra cittadini cattolici, cittadini musulmani, cittadini atei, cittadini protestanti e magari bianchi o neri, il concetto stesso di “cittadinanza” perde di significato.
Scritto da Cittadino e basta. il 18/1/2013 alle 19:03
“Ogni volta che qualcuno ama qualcuno o qualcosa fuori di sé, lì c’è qualcosa di estremamente serio” (William Shakespeare)
Scritto da roberto caielli il 18/1/2013 alle 19:13
Cosa aspettiamo a prendere a calci chi propone l'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali? Non possiamo arrivare sempre ultimi.
Scritto da Porfirio Rubirosa il 18/1/2013 alle 19:14
@Igor ter Ovanesian (13.22) - Lieto di avere sul blog il nipote del grande Igor. Mi aspetto salti spericolati anche sotto il profilo culturale e politico. Sempre con rispetto verso tutti, però.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 18/1/2013 alle 20:27
@Pierluigi Galli (16.24) - Come tu ben sai, di altro parlo sempre sul blog. Uno dei prossimi post lo dedicherò alla necessità di mettere al centro delle due campagne elettorali (regionale e nazionale) la riforma dell'aministrazione dello Stato e il no alla macroregione del Nord. Quanta confusione c'è stata a questo riguardo anche nel Pd! Ma il tema che ho affrontato oggi non è di poco conto e penso che debba essere discusso con i cittadini. I DICO sono falliti, al di là della loro insufficienza culturale, non perché se n'era parlato tanto ma, al contrario, troppo poco. Bersani si è espresso e io sono d'accoordo con lui, ma questa materia non è riservata solo al capo del partito che diventerà (speriamo) capo del governo. Altrimenti si andrà incontro ad un altro insuccesso in questa delicatissima questione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 18/1/2013 alle 20:29
@Roberto Caielli (17.50) - Non per niente ho scritto nel post che il voto di coscienza dovrebbe essere dichiarato al momento dell'accettazione della candidatura. Essendo il programma del Pd al riguardo molto chiaro, questa dichiarazione povrebbe servire come efficace prevenzione alle giravolte opportunistiche.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 18/1/2013 alle 20:34
Tutti bei ragionamenti,ma resto nelle mie convinzioni(che mi pare coincidano con quelle di Adamoli e Bersani): riconoscim.dei diritti civili(con legge nazionale)ma non matrimonio ne'adozioni alle coppie omosess. Si vedra'in futuro,magari con un referendum consultivo,strumento di democrazia diretta che mi auguro venga introdotto al piu'presto nel nostro ordinamento costituzionale.Resto ancorato al diritto naturale e alla famiglia eterosessuale,non seguo le mode ma nemmeno sono bloccato da prevenz
Scritto da giovanni dotti il 18/1/2013 alle 21:07
E' giustissimo parlare di queste cose e mi complimento con questo blog. C'è un oscurantismo religioso e c'è un eccesso di moda laicista che non vuole accettare la realtà dell'opinione della maggioranza degli italiani che è contro le adozioni da parte delle coppie omosessuali. Ritengo la tesi del blog realistica e accettabile.
Scritto da Pino V. il 18/1/2013 alle 21:55
Mah,ho sempre pensato e tutt'ora penso che questioni come queste dovrebbero essere sottratte alla decisione parlamentare e alla tirannia della maggioranza...
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 18/1/2013 alle 23:30
@Giovanni Dotti (21.07) e Andrea Bortoluzzi (23.30) - Se ci fosse il referendum propositivo (o consultivo), chiamare gli italiani ad esprimersi su questi temi non sarebbe affatto male. Le forme di democrazia diretta andrebbero ripensate e messe in gioco. La società evolve e bisogna tenerne il passo.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/1/2013 alle 09:32
@Adamoli, Dotti, Bortoluzzi. Ma quale referendum? Questi nodi intricati vanno sciolti in parlamento con i codici in mano. Condivido invece il contenuto ragionevole del post.
Scritto da Rodolfo D. il 19/1/2013 alle 10:27
@Adamoli. La tua sarebbe una via che potrebbe costituire un viatico popolare ai rappresentanti.Basterebbe pero e forse e sarebbe meno costoso ricorrere ad una preventiva consultazione della Corte Costituzionale.Ma pensavo all'idea di Darhendorf secondo la quale (se non ricordo male,l'età avanza..)questi temi dovrebbero essere sottratti al dibattito partitico e essere oggetto di deliberati di un Comitato di saggi rappresentativi delle istanze etiche,scientifiche,filosofiche ,giuridiche di una societa '.
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 19/1/2013 alle 13:22
@Andrea Bortoluzzi. Non ho mai creduto ai comitati di saggi. Chi sceglie i saggi? Una specie di CNEL dell'etica con le stesse pecche di quel Consiglio oggi inutile. Mi pare più giusta l'idea di un Referendum su una proposta di legge in materia. Forse tra le cose da fare da parte del PD, in caso di vittoria, una delle più importanti è dare la possibilità (costituzionalmente parlando) al Popolo di diventare direttamente attivo nell'approvazione di una norma presentata dai Cittadini.
Scritto da Sic Est il 19/1/2013 alle 13:39
Scusa la sfacciata impertinenza Adamoli e scusa per l' argomento che non ha a che vedere con il tuo ultimo intervento su un tema tutt'altro che trascurabile. Non hai detto una parola sulle varie candidature locali al parlamento ed alle regionali, non hai proferito verbo sulle primarie del pd. Una difficoltà, una scelta o che altro?
Scritto da ex pci, pds, ds ora pd il 19/1/2013 alle 14:24
Ma cosa di meglio della libera espressione della volonta'popolare con un referendum?Tutte le altre soluzioni (dibattiti parlamentari,comitati di saggi,Corte Costituz.ecc.) mi sembrano solo un imbroglio per evitare che i Cittadini si approprino di decisioni importanti che solo essi dovrebbero prendere invece che esser calate dall'alto da "Soloni" facilmente influenzabili da appartenenze politiche e/o religiose. Lasciamo una buona volta ai Cittadini le scelte, almeno nel campo dei diritti civili !
Scritto da giovanni dotti il 19/1/2013 alle 14:41
Nonostante tutto i costumi e quindi le leggi, evolvono in barba ad ogni preconcetto privo di evidenze scientifiche. In Italia le donne hanno conquistato il diritto di voto nel 1946; ma ancora, nell’Assemblea Costituente c’erano pregiudizi nei loro confronti. Così si esprimeva Antonio Romano in tale consesso: “ La donna deve rimanere la regina della casa. Ho l’impressione che essa non sia indicata nella difficile arte del giudicare. Questa richiede grande equilibrio e alle volte l’equilibrio difetta per ragioni anche fisiologiche”. In base a questi pregiudizi le donne avranno accesso ai tribunali solo nel 1963. Oggi le donne in Magistratura sono in numero quasi equivalente ai maschietti, anche se Berlusconi esprime inqualificabili doglianze. Pregiudizi, solo pregiudizi. Per tornare al tema adozioni e diritti connessi: è salvaguardato il diritto di un bambino figlio di una coppia “regolare” di due tossici (etero, naturalmente) oppure di una coppia il cui padre abusa della figlia col silenzio, a volte ignaro, a volta complice, della madre? Ma perché si dimentica che solo l’Amore è il titolo imprescindibile per crescere bene un bambino? E talvolta non basta, etero o omo che sia la coppia o il single che cerca di educarlo al meglio delle proprie capacità.
Scritto da Angelo Eberli il 19/1/2013 alle 14:55
@Cittadino e basta. Mi firmo "cittadina cattolica" perchè la mia cultura è quella lì. Dicendolo non alzo nessuna barriera culturale ma mi qualifico per quello che sono.
Scritto da Cittadina cattolica il 19/1/2013 alle 16:05
Leggo volentieri le vostre considerazioni. La domanda di fondo penso possa essere: quali norme ci diamo per il maggior benessere dei singoli e collettivo? Se dovessi votare, sarei per il riconoscimento dei diritti civili alle coppie omosessuali. Le adozioni non mi convincono. A proposito,non è che la norma e la procedura per le attuali adozioni vada migliorata?Da quanto ne sono,è una prassi articolata, lunga, complessa e costosa.A tutela dei piccoli, si a controlli alti, ma servono tempi certi.
Scritto da FrancescoG. il 19/1/2013 alle 16:32
Siamo troppo serissimi :-) Divaghiamo con un gruppo di attori geniali, tutto il contrario di perfidi reazionari, con istruzione superiore e grande capacità di satira. Incrociano la religione, la politica con la prassi della sinistra inglese di allora (anni 70) di dividersi e discutere perdendo di vista ipotesi di partenza ed obiettivi. Monty Phiton. Brian di Nazaret - scena di Loretta - Buona visione :-) Questa qui: http://www.youtube.com/watch?v=1Y7Se_MjpZs
Scritto da FrancescoG. il 19/1/2013 alle 16:39
La virilità di @Angelo Eberli è insita nel suo ultimo commento. Il suo testosterone deve essere inferiore a quello di una qualunque tennista. O forse anche golfista. Addirittura inferiore a quello secreto da una giocatrice di canasta.
Scritto da Igor ter Ovanesian il 19/1/2013 alle 16:42
@ex Pci, Pds, ds, ora Pd (14.24) - Hai ragione, da anni (dalle politiche del 2006 esattamente, ma allora avevo una responsabilità che m’imponeva l’obbligo) non parlo pubblicamente delle candidature locali per la Regione, la Camera, il Senato, l’Europa. Non ne parlavo in pubblico nemmeno quando ero candidato io, salvo dire che bisognava fare liste molto competitive. I miei pareri, quando richiesti, li ho invece sempre espressi in modo riservato o negli organi di partito. Se consulti l’archivio del blog, che ha quasi cinque anni, avrai piena conferma di questa linea. La mia è stata una scelta precisa. Se ne parlassi sul blog si accenderebbe una polemica furiosa (oltre a mille pettegolezzi) magari fra nickname fantasiosi. Non farebbe bene né alle persone coinvolte, né al Pd, né alla serietà dei nostri dibattiti. Questi problemi delicatissimi che investono le persone si discutono guardandosi negli occhi con le persone in carne ed ossa. Questa almeno è la mia visione.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/1/2013 alle 16:57
@Igor - Se fossi l'amico @Angelo Eberli non me la prenderei per niente e considererei giocoso il tuo commento. Ma perché non entri semmai nel merito del pensiero che ha esposto? Diciamo che la mia è "cultura della prevenzione".
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/1/2013 alle 17:02
@sic est e @giovanni dotti : quando una scelta implica la necessita di una verifica di compatibilità con i diritti fondamentali dell'uomo e con i principi costituzionali essa comporta di dover essere sottratta alla legge della maggioranza.O che almeno l'ordinamento consenta che in un ottica di bilanciamento ci sia un organo giurisdizionale che esamini la compatibilità della scelta con i principi fondamentali.E così in tutte le democrazie liberali. (continua)
Scritto da Andrea Bortoluzzi il 19/1/2013 alle 17:49
Piuttosto mi chiedo.Questioni come quella poste da Adamoli debbono essere oggetto di un programma elettorale? Si in un Paese dove i partiti monopolizzano di fatto la societa'.Ma non e così altrove dove queste questioni appartengono al dibattito tra gruppi di interesse schierati su diverse posizioni e dunque al dibattito politico pre -deliberativo.Le norme mutano in forza della evoluzione dei comportamenti sociali : la norma segue non precede la regola consuetudinaria.Scusate la lungaggine.Ola.
Scritto da Andrea Bortoluzzi. il 19/1/2013 alle 17:59
POSSIBILE CHE NON AVETE ANCORA CAPITO CHE LA POLITICA ITALIANA E CONTROLLATA E FATTA DALLA TRIADE DELLE CASTE,COME FATE A CREDERE A MENZOGNE PROMESSE FATTE DA UOMINI CHE HANNO SOSTENUTO UN GOVERNO DITTATORIALE,VOTANDO SEMPRE LEGGI E PATTI CONTRO L'UMANITA' A VOLTE MI CHIEDO DOVE VIVIAMO CHE NON SI VUOLE COMPRENDERE LA REALTA'
Scritto da Antonio Tieso il 19/1/2013 alle 18:21
Questi bei dibattiti perché non si fanno nel Pd? Mi piacerebbe una risposta della segreteria provinciale che però non arriverà. Non si vive solo di tattiche elettorali, Dovrebbero saperlo anche loro.
Scritto da Giovane ex rottamatore il 19/1/2013 alle 18:35
@FrancescoG (16.32) - Concordo con te. Chi ha avuto a che fare con le procedure dell’adozione recrimina per le enormi difficoltà incontrate anche quando si tratta di famiglie specchiate, economicamente sane, moralmente ineccepibili. Un intervento di aggiustamento delle norme, senza rinunciare ai rigori del controllo di adeguatezza delle famiglie interessate, andrebbe probabilmente fatto.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/1/2013 alle 19:08
@ Giuseppe Adamoli. I nickname possono mutare, ma la natura della persona si rivela con una chiarezza paragonabile alle impronte digitali.
Scritto da Angelo Eberli il 19/1/2013 alle 19:19
@Giuseppe Adamoli. E’ in atto un processo di svirilizzazione. Un popolo effemminato non dà problemi. Basta somministragli la sua serie tv quotidiana e dargli la possibilità di acquistare una camicia stretch di Dolce&Gabbana (va bene anche quella tarocca purché rechi la D & la G ben visibili).
Scritto da Igor ter Ovanesian il 19/1/2013 alle 20:10
Io pongo un paradosso: se veramente il ruolo della donna è principalmente quello di essere madre, allora consentiamo l'adozione solo alle coppie lesbiche. Ma se veramente fosse così, come potrebbe essere proibita l'adozione a due uomini, due esseri del genere considerato per secoli il 'genere superiore'? Nel 1975 è varata la riforma del diritto di famiglia che riconosce la parità tra uomini e donne nell'ambito familiare: la potestà sui figli non spetta più solo al padre. Nel 1978 viene varata la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. Nel marzo 1979 il PCI, quindicesimo Congresso, boccia un emendamento che proponeva: 'Il Partito riconosce l'assoluta parità tra uomo e donna in tutti i campi, compreso quello sessuale'. Sarà solo questione di tempo, di pazienza e di volontà di bene verso i bambini. Come già mesi fa, era luglio se non erro, il mio pensiero è concorde con @Angelo Eberli.
Scritto da Nicoletta il 19/1/2013 alle 20:19
C'è un quartiere di Berlino, grande come Sondrio, in cui gli arabi (non i turchi) la fanno da padroni. Berlino è la città più gay d'Europa. Non sono uomini, non sono più neppure tedeschi, sono solo gay. I vecchi del luogo si lamentano, quelli che ancora possono. Quando le figlie e le nipoti di quelli che ora difendono le adozioni gay verranno selvaggiamente violentate, chi le difenderà? Diventeremo una società di checche.
Scritto da Igor ter Ovanesian il 19/1/2013 alle 21:12
Non sono convinto, ma grazie della risposta.
Scritto da ex pci, pds, ds ora pd il 19/1/2013 alle 21:40
@Igor - Ho messo anche il suo ultimo commento delle 21.12 che ho trovato disgustoso. La prego di non continuare su questa strada o sarò costretto a dichiarala non gradito sul blog.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 19/1/2013 alle 22:54
@A.Bortoluzzi(ieri h.17,49) Ricordo che in Italia questa garanzia di compatibilita'coi diritti fondam.c'e' gia',perche' per esser ammesso un referendum deve avere l'assenso della Corte Costituz. Perche'allora aver paura dei REFERENDUM POPOLARI quando sono in gioco questioni di diritti civili,trasversali ai partiti,che le userebbero solo strumentalmente per i loro"giochini"a vantaggio di interessi elettorali e di bottega? Non sarebbe meglio lasciar decidere in piena liberta'ai Cittadini italiani?
Scritto da giovanni dotti il 20/1/2013 alle 08:53
@Nicoletta. I fatti che citi dimostrano l'arretratezza culturale storica degli italiani. Arriveremo sempre ultimi non tanto per responsabilità diretta della chiesa cattolica ma per la pigrizia degli italiani a pensare e decidere in proprio. C'è sempre bisogno di un padre padrone, persona o partito
Scritto da Elisabetta C. il 20/1/2013 alle 09:45
@Giuseppe Adamoli. Il primo passo verso la vera libertà è abbandonare la tremebonda paura del concetto di “reazione”. Io denuncio l’indiavolamento della società. Uso parole dure, sgradevoli, “disgustose”, come lei ha scritto. Io ho bisogno dell’attrito. Un modo di pensare non è vivo se non ha occasione di combattere. Gregorio ha usato queste grandi parole: “Maledetto colui che trattiene la spada dal sangue”. E’ ora di trarla e colpire. Ognuno usi i mezzi che gli sono propri. Io la sguaino quando leggo di donnette e omarini che invocano l’amore per giustificare la loro bassezza morale. L’amore! Anche in un tugurio di Scampia ci può essere amore ma il degrado che vi abita ci consegnerà individui con uno sviluppo intellettivo e morale deforme. @Adamoli, stigmatizzi pure il mio linguaggio cruento, io trovo disgustosa la tesi che due sodomiti possano educare un “nostro” figlio.
Scritto da Igor ter Ovanesian il 20/1/2013 alle 14:08
@Andrea Bortoluzzi del 19/1 ore 13:22. Preferirei il referendum popolare, sicuramente più democratico del metodo Dahrendorf. Quel metodo partiva dalla considerazione che su alcuni argomenti esiste una minoranza capace contrapposta al 'popolo bue', mi perdoni il termine. Ma nel 2013 spero che, nonostante sia più semplice amministrare un siffatto popolo, su argomenti etici e non tecnico-burocratici, esista una vasta maggioranza in grado di decidere con coscienza libera da pregiudizi.
Scritto da Nicoletta il 20/1/2013 alle 17:51
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