inserito il 23/8/2008 alle 11:34
E’ stata una discussione lunga e interessante, più istruttiva di molte “tavole rotonde”. Certo, in tutto questo c’è molto egoismo sociale (e anche informazioni in parte sbagliate), come del resto in tutti i corporativismi. Lo Stato svolge compiti indispensabili e costosissimi. Il localismo da solo porta al disastro. Però non sì può ignorare il senso profondo di questo disagio. Semmai bisogna convogliarlo nel quadro dell’interesse generale e nazionale. Io dico che tutto questo si può fare attraverso un regionalismo forte, responsabile, credibile, che rafforzi i comuni e tutte le autonomie locali, sociali e funzionali esistenti. Categoria: Idee e proposte, Lombardia
Il regionalismo (ometto gli aggettivi sennò ci si perde) è interesse generale e nazionale? Cioè farà in modo che si buttino via meno soldi e il nostro stato passi da miserabile a moderno? Io credo di si. Deve però essere chiaro l'obiettivo da raggiungere... io chiedo, dove stiamo andando? si delinea una nazione federalista/regionalista moderna ed efficente oppure "franza o spagna purché se magna" o meglio "cambiare tutto perché non cambi niente"? Secondo me dobbiamo chiarirci in questo senso ... parliamo di regionalismo ma solo poche regioni sembra siano in grado di reggerlo, e allora? facciamo finta di niente? Non so se ti sbagli, io ti dico che voglio uno stato etico, che non butti via le sue risorse e che permetta a me, alla mia famiglia e a tutti gli Italiani una vita degna, non mi interessa il mezzo per arrivarci voglio che si raggiunga il fine. Se tu credi in un fine alto e nobile cercherai in un modo o nell'altro di raggiungerlo, e questo è l'importante.
Scritto da Catone il 24/8/2008 alle 09:05
Non credo molto al regionalismo in salsa italiana. Le regioni italiane, con qualche eccezione, sono prive di storia e cultura comuni.
Non sono, da questo punto di vista, certamente paragonabili ai länder tedeschi o ai, sia pur piccoli, cantoni svizzeri.
Se devo indicare le identità territoriali che più sento mie, indico quella “localistica” della cittadina dove sono nato e cresciuto, quella milanese (tenendo presente che i confini veri di Milano vanno ben al di là di quelli amministrativi), quella italiana e quella europea. Molto meno quella lombarda. E non credo che questa percezione sia soltanto mia.
Perché, allora, incaponirsi su una architettura dello stato tutta incentrata sulle regioni?
Perché non elaborare un disegno di riforma dotato di maggior fantasia e creatività, che valorizzi la storia autonomista – ma non regionalista – del nostro paese?
Scritto da Tony il 24/8/2008 alle 12:06 |
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