Torno, ancora una volta, sul tema della Commissione voluta da Alemanno per il "rilancio di Roma" e soprattutto sulla decisione di Giuliano Amato di presiederla. Ne parla anche il blog di Pippo Civati.
Già a fine agosto, dopo che Gasparri aveva paragonato Amato al mafioso Brusca, mi chiedevo su questo blog come facesse il “dottor sottile” a non dimettersi. Nei giorni scorsi, dopo che il sindaco di Roma ha dichiarato “il fascismo non fu un male assoluto” e il ministro La Russa ha reso onore nell’anniversario dell’8 settembre ai soldati della repubblica di Salò, la domanda si riproponeva ancora più urgente.
E se la mia era solo una domanda, dai vertice del Pd ieri è arrivata una richiesta chiara: dimissioni. E dopo 36 ore di incertezza e gli ultimi tentativi di salvataggio, ieri sera è arrivata finalmente la decisione di congelare la commissione.
Sulla vicenda ero stato un facile profeta, ma era necessario arrivare fino a questo punto per capire che era una scelta sbagliata?