Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 15/11/2008 alle 17:54

Il post sulla rottura dell'unità sindacale ha suscitato commenti ben argomentati. Li approfondiremo nei prossimi giorni, perché  ritengo questo tema decisivo per il sistema economico e per il PD.
Non posso però lasciar cadere la domanda di Angelo Eberli, infilata in uno di quei commenti, sulla questione della collocazione del PD in Europa, se nel PSE o in altri nuovi raggruppamenti.
Cerco di spiegarmi sia pure molto sinteticamente.
La socialdemocrazia è stata un grande fattore politico di progresso in Europa. Anche oggi, benché abbia il respiro più corto di ieri, rappresenta un ancoraggio valido per molti partiti di sinistra. Ma noi siamo un partito di centrosinistra che è nato sulla base di alcuni impegni precisi. Al congresso di scioglimento della Margherita, dopo che avevamo già abbandonato il PPE, era stato acquisito che in Europa avremmo seguito una strada nuova. Gli impegni si mantengono! Personalmente non dò alla scelta europea, da sola, il carattere epocale che molti che vengono dalla mia esperienza le attribuiscono. Ma se questa dovesse accompagnarsi ad una rinnovata alleanza del PD solo con la CGIL e alla sottovalutazione dei temi etici (che non per nulla io tratto spesso), il PD potrebbe alla fine risultare incapace di uscire dal guscio della sinistra tradizionale e conquistare lo spazio decisivo per diventare forza di governo. Ma anche questo tema lo riprenderò per la necessità di un ulteriore dibattito.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 10 commenti -
lo scrivo qua...non c'entra lo so...però è l'ultimo post pubblicato per cui vorrei che sia messo un po' in risalto..Gasparri quello che si era lamentato degli attacchi personali, dei manifesti..oggi dichiara:"Veltroni è incapace, arrogante e stupido"... e noi, italiani intendo, dovremmo aver problemi a scrivere un manifesto con scritto "VERGOGNA"?
Scritto da ema il 15/11/2008 alle 20:39
Ti ringrazio per aver preso in considerazione la mia domanda. Vedremo in seguito quali saranno gli approfondimenti opportuni. Come ripeto la mia non voleva essere un atteggiamento da tifoso ma solo un rovello: la compagnia di giro dell' Europa è connotata in un certo modo. dove ci collocheremo? Se ci saranno nuovi raggruppamenti che meglio possono rappresentarci, non ho obiezioni. Quanto ai temi etici ritengo che l'importante sia non imporre scelte obbligate a ci non le condivide.
Scritto da Angelo Eberli il 15/11/2008 alle 21:16
Caro Giuseppe, sono ancora una volta d’accordo con te, ma…. D’accordo che siamo un partito di centrosinistra (senza trattino), quindi non di sinistra, non di centro. Questo però ci sottopone, almeno in questa fase iniziale del nostro cammino a spinte e controspinte, che spesso altro non sono che riflessi pavloviani di ciò che eravamo, dimenticando ciò che siamo e ciò che dovremo essere. Se guardassimo avanti, anziché indietro, non drammatizzerei la scelta della collocazione europea, nè mi scandalizzerei dell’opzione a favore del gruppo socialista europeo; ma tale adesione, poichè crea al momento tra noi troppi problemi, va accantonata; del resto nessuno di coloro che provengono dall’ex Margherita ha mai proposto correttamente di aderire al P.P.E. Stiamocene pure un attimo in disparte, al parlamento europeo, in attesa che maturi ad es. la possibilità di realizzare aggregazioni con gruppi a noi omogenei. Sulla crisi invece dell’unità sindacale, qualcosa dobbiamo cercare di fare, proprio per evitare ciò che tu temi: lo schiacciamento del nostro partito (l’alleanza tu la chiami) sulla C.G.I.L. Sarebbe una iattura per noi, per il sindacato, per i lavoratori. E allora dobbiamo o in modo discreto e riservato (gli incontri “riservati”sono di moda, no?) o in modo palese e ufficiale (non saprei quale metodo sia preferibile) cercare di far capire il danno che i gruppi dirigenti delle tre confederazioni (alla base mi pare che l’unità per il momento resista) stanno arrecando ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati. Naturalmente non possiamo limitarci ad un sermoncino morale. Premesso che, almeno per noi, un governo di centrodestra è diverso, in peggio, nei fatti da uno di centrosinistra, a CISL e UIL, che giustamente riaffermano il compito del sindacato di stipulare accordi a vantaggio dei lavoratori con qualunque governo, va ricordato che l’unità è un bene troppo prezioso per essere svenduto ad un governo che persegue scientemente la divisione del mondo del lavoro. Alla CGIL d’altra parte andrebbe ricordato che essa non può porsi come surrogato o sostitutiva dell’ opposizione politica nel Paese, anche se quest’ultima attraversasse un momento di difficoltà e di confusione. Scriveva di recente Ichino: in Italia esistono due modelli di fare sindacato, uno di tipo partecipativo, collaborativi e concertativo; l’altro di tipo antagonistico e conflittuale. Aggiungo io: queste due anime, se convivono anche in modo dialettico avendo presente il perseguimento degli stessi obiettivi, costituiscono la forza del movimento sindacale. Se disgraziatamente invece le confederazioni optassero per uno solo dei due modelli, demonizzando e cercando di eliminare l’altro, andrebbero incontro al proprio suicidio. Mariuccio Bianchi, Malnate
Scritto da Mariuccio Bianchi il 15/11/2008 alle 22:03
Caro Adamoli, spero tanto che tu non predichi al vento. Ho paura che i temi cari ai cattolici siano emarginati, che il PD sostenga la CGIL e viceversa, che il PD entri nel partito socialista in Europa. Cioè il contrario di quanto tu dici. In questo caso il PD resterà all'opposizione per sempre come era accaduto al PCI.
Scritto da Gianfranco G. il 15/11/2008 alle 22:24
Finalmente si parla di problemi veri. Difficili e veri. Io la penso diversamente da Adamoli su tutte e tre le questioni che pone. Però ha ragione nel dire che se vogliamo allargare il nostro elettorato una sintesi dobbiamo trovarla. E perciò sarei disponibile a cedere su qualche punto. Anche lui è disponibile, se considero le cose che dice su Eluana Englaro, per esempio. Non sono molti però quelli che hanno la sua apertura mentale. Noi di sinistra teniamoci stretto Adamoli.
Scritto da Angelo il 15/11/2008 alle 22:43
Posizione convincente. Il nostro obiettivo è di allargare l'nfluenza del PD non di mettersi dentro il classico movimento della sinistra storica. Comincerò a seguire il blog tutte le volte che potrò.
Scritto da Adams il 16/11/2008 alle 09:42
Ha ragione Angelo, anch'io sono di sinistra e la penso un pò diversamente da Adamoli. Però se vogliamo stare insieme dobbiamo fare delle mediazioni. Le cose che scrive Adamoli sul blog (prima lo conoscevo poco) mi sembrano una base buona per un accordo che guarda avanti.
Scritto da Antonio il 16/11/2008 alle 11:11
A me il PSE non è mai piaciuto troppo. Se si tenta qualcosa di diverso va bene. Prodi aveva qualche buona idea. Si potrebbe ricominciare da lì.
Scritto da un ex DS di sinistra il 16/11/2008 alle 15:21
Condivido la tua posizione. E' ora che si dica una parola chiara sulla nostra collocazione in Europa. Se si ripete lo schema classico PPE-PSE noi saremo fuori dal governo per un sacco di anni e regaleremo un'altra volta Casini a Berlusconi.
Scritto da Paolo B. il 16/11/2008 alle 18:13
Anche questa nostra discussione mi rafforza nella convinzione che dobbiamo tutti insieme costruire una identità di partito nuova, non scordandoci delle origini ma con la piena accettazione di un orizzonte più grande, idoneo al nuovo secolo. Sono parole, lo so bene, ma se pronunciate con onestà intellettuale possono farci accettare i sacrifici necessari in Europa, nei rapporti coi sindacati e in altre antiche abitudini.
Scritto da Giuseppe Adamoli il 17/11/2008 alle 20:53
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