Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 13/11/2008 alle 10:38

La rottura dell’unità sindacale era nell’aria e anch’io l’avevo paventata su questo blog auspicando che tutti facessero qualcosa per evitarla. Ora però non è tempo di additare responsabilità. La fine dell’unità è grave per il sindacato in sé, per il tempo nel quale avviene (il peggiore possibile) e anche per una grande forza politica di centrosinistra.
Che cosa dovrebbe fare ora il PD? Non ci sono ricette facili. La tentazione di realizzare un mutuo soccorso PD – CGIL sarà fortissima, ma sarebbe un errore. Se questo avvenisse, e se in Europa fra qualche mese il PD confluisse nel PSE, il sogno di un partito realmente nuovo, che lascia alle spalle il novecento, si spegnerebbe e saremmo di fronte alla “cosa” tre, quattro, cinque e cioè ad una evoluzione tutta interna alla sinistra italiana, il che equivarrebbe ad un rompete le righe.
Il PD dovrebbe invece mantenere una difficilissima equidistanza con tutti e tre i sindacati maggiori e prendere una posizione chiara e netta sui vari dossier che riguardano direttamente il movimento dei lavoratori. Per citarne solo due: le forme contrattuali, che vanno riformate profondamente, e le nuove “relazioni industriali”, che sono un’obiettiva urgenza.
Ce la faremo? Dobbiamo farcela. Per questo continuo a sostenere che oggi la leadership di Veltroni deve essere rafforzata, il che non vuol dire non fare critiche, naturalmente. Dopo le elezioni europee ed amministrative si riaprirà il discorso della guida, come è giusto ed inevitabile in un partito democratico.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 11 commenti -
Segnalo sul tema l'articolo di Giannini su Repubblica di oggi, http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/economia/epifani-berlusconi/prevale-ideologia/prevale-ideologia.html . Come non condividere entrambe le riflessioni.... Da sempre sono più vicino alla CISL , non vi nascondo però, una certa avversione in questo periodo, al suo Segretario Generale, che definisco con questi tre aggetttivi "statalista, tattico e conservatore di interessi particolari". Ciao
Scritto da alessandro il 13/11/2008 alle 12:06
L'incontro segreto dell'altra sera è stato poi un gioco sporco nei confronti della CGIL. E Bonanni e Angeletti ci sono cascati. Ma forse ne erano tutto sommato consapevoli, visto che Angeletti ha mentito spudoratamente in TV, smentendo che vi fosse stato l'accordo. E a questo punto mi chiedo: ma UIL e CISL da che parte stanno? O perlomeno, i loro segretari a cosa mirano? Ricordiamoci che Bonanni è stato tra i primi responsabili della mancata vendita di Alitalia ad AirFrance.
Scritto da Adriano il 13/11/2008 alle 14:25
non so davvero cosa pensare di CISL e UIL e Confindustria ceh fanno incontri privati... meno male che almeno l'UGL si è risentita e ha difeso i comunistacci di Epifani...
Scritto da ema il 13/11/2008 alle 14:49
Quanto accaduto non doveva assolutamente avvenire. Ognuno tiri le proprie conclusioni ed evitiamo di schierarci. La "posta politica" in gioco è molto alta e le sfaldature che stanno emergendo nella maggioranza non devono, in questo momento, avvenire nel nostro schieramento. Se Berl. ha deciso di sparigliare le carte per fare in modo che le"cinghie di trasmissione" siano riesumate e si parli di questo, non abbocchiamo,discutiamo su quello che vuole farci ingoiare senza un serio confronto.
Scritto da penna42 il 13/11/2008 alle 16:22
Temo che la rottura sindacale possa essere figlia della difficoltà di rappresentare i lavoratori. Mentre CGIL immagina un sindacalismo tradizionale CISL e UIL mi pare covino interessi da... "Obiettivo lavoro". Il PD deve capire quale, e se, sindacato riesce a intepretare meglio i cambiamenti che colpiscono i lavoratori. Essere equidistanti da un signor no o da due arruffoni prezzolati non è che dia garanzie di scelte sagge. Ricordo che gli iscritti attivi dei sindacati sono ormai una minoranza.
Scritto da Cincinnato il 13/11/2008 alle 17:03
Caro Giuseppe, sarà per la vecchia militanza nella Cisl in una stagione nella quale l’unità sindacale sembrava a portata di mano, sarà perché sono ancora iscritto alla Cisl come pensionato, ma proprio questa rottura non mi va giù. E, soprattutto mi pare vergognoso il modo infantile dei personaggi di negare la riunione che invece c’è stata. Sinceramente non riesco a comprendere l’atteggiamento di Bonanni: sembra voglia assecondare il giuoco di Berlusconi; il vecchio “divide et impera”. In tutta questa faccenda mi sembra giganteggi la figura della Polverini dell’UGL che, invitata, ha ricordato a Berlusconi che esiste un galateo istituzionale e, quindi ha declinato l’invito. In questi difficili momenti per i lavoratori, ritengo che la rottura dell’unità sindacale sia una grave iattura. Non so cosa possa fare il Pd per evitare il danno; sicuramente l’equidistanza e lo stare a guardare non mi sembrano la soluzione migliore. E a proposito della collocazione del Pd in Europa,da ex PSI ( ma anche ex DC come ben sai) non voglio fare il tifoso, ma mi spieghi cosa avrebbe fatto di così vergognoso la socialdemocrazia per ritenere una catastrofe collocarsi al suo interno? Cordialmente
Scritto da Angelo Eberli il 13/11/2008 alle 19:27
Essere neutrali con i sindacati è una strada in salita ma è l'unica che abbiamo. Altrimenti vince Berlusconi che vuole dividere i sindacati e anche il PD.
Scritto da Roberto il 14/11/2008 alle 00:01
Caro Giuseppe, sono d’accordo con le tue considerazioni. La rottura sindacale è un evento sciagurato nei tempi (quando con un governo di centrodestra occorrerebbe rafforzare l’unità), nella sostanza (perché rimangono irrisolti nodi contrattuali con le controparti padronali e governative) e nei metodi (con quegli incontri “informali”separati e conviviali da Basso Impero). Non so se come P.D. possiamo o dobbiamo fare qualcosa; certo è che la spaccatura sindacale non può non ripercuotersi anche all’interno del nostro partito (se non altro per la diversa appartenenza sindacale dei nostri iscritti).Quindi , senza sponsorizzare né le scelte della CISL (o di parte del suo gruppo dirigente), né quelle della CGIL (e dell’intero suo gruppo dirigente) credo che, come partito, non si possa stare con le mani in mano:cerchiamo almeno di svolgere una moral suasion nei confronti di chi disgraziatamente (per i lavoratori)sta portando il sindacato confederale all’irrilevanza sociale, almeno come soggetto autonomo.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 14/11/2008 alle 12:33
La rottura sindacale è una iattura anzitutto per il movimento dei lavoratori. Lei fa bene a non ricercare le responsabilità. E' una "caccia" che non serve adesso. Ciò che importa è fare tutto il possibile per non darla vinta a Berlusconi che vuole a tutti i costi la divisione.
Scritto da Bruno C. il 15/11/2008 alle 18:10
Certe volte mi viene da pensare che sia solo colpa di CISL e UIL, altre volte del conservatorismo pazzesco della CGIL. Certo che forse il PD poteva fare di più per evitare la rottura. Veltroni parla, parla ma gli scappano le cose più importanti. Forse era meglio D'Alema. (E Marini che cosa ha fatto).
Scritto da Uslenghi il 15/11/2008 alle 19:58
La colpa della rottura è di Bonanni e Angeletti. Però i tempi del sindacato come cinghia di trasmissione sono finiti. Mi spiace ma dò ragione a Adamoli. Il PD valuti i problemi e decida con autonomia. Lo dico anche se sono da sempre iscritto della CGIL.
Scritto da Angelo il 15/11/2008 alle 22:50
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