Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 3/12/2008 alle 10:54

Mariuccio Bianchi nel suo commento al post su Paolo VI chiede di riflettere sul no del Vaticano alla depenalizzazione universale dell’omosessualità proposta dalla Francia all’ONU. E’ un tema spinoso su cui non voglio sorvolare.
L’Onorevole Luigi Michele Galli, deputato gallaratese DC per ben trent’anni, di cui ero amico e “allievo”, nelle sue ultime amare confidenze mi ripeteva: “Meglio sbagliare con la Chiesa che aver ragione fuori dalla Chiesa”. Io gli replicavo che questo era vero per le materie di fede, ma che le tematiche sociali potevano essere affrontate con l’autonomia della propria coscienza civile. Dopo alcuni anni confermo questa mia impostazione. E ascrivo la questione posta dall’ONU all’attenzione del mondo dentro la problematica sociale. Nel merito esprimo una sensibilità diversa dal Cardinale Celestino Migliore, rappresentante del Vaticano all’ONU. Lo faccio con il mio totale rispetto per il suo pensiero. Lieto se il dialogo mi farà cambiare idea.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 15 commenti -
Il grosso equivoco è che si confonde l'omosessualità con la pedofilia. Ultimamente questo aveva dato luogo ad una polemica che aveva coinvolto la Binetti (e se ne era discusso anche su questo blog). Certo, la Chiesa se vuole non dico stare al passo con i tempi, ma mostrare un lato umano, scendendo dal suo altare di convinzioni ormai trapassate e camminare in mezzo alla gente, deve necessariamente cambiare opinione. Altrimenti rischia di chiudersi in se stessa e diventare una fredda istituzione
Scritto da Adriano il 3/12/2008 alle 11:24
E' positivo che un cattolico parli così di queste cose. E' un'apertura che fa bene alla discussione libera.
Scritto da Mazzucchelli G. il 3/12/2008 alle 13:10
Non sorridete vi prego...ho letto sulla Gazzetta dello Sport di oggi...un'editoriale di Don Gino Rigoldi sul tema.... che condivido in pieno. Ps. lo segnalo anche ad Adamoli per un eventuale pubblicazione quale contributo alla discussione.
Scritto da Alessandro il 3/12/2008 alle 14:32
Una presa di posizione coraggiosa che condivido. Mi sembra detta in modo molto garbato ma preciso.
Scritto da M.C. il 3/12/2008 alle 15:23
Ancora una volta sono d'accordo con Adamoli. Pur non considerandomi cattolico, ma un semplice credente senza Chiesa, non posso non essere attento alle posizioni ed alle scelte pastorali, sociali e politiche della Chiesa stessa. L'ultima sulla depenalizzazione o meno dell'omosessualità, espressa dal cardinale Migliore, mi ha fatto veramente male. Condivido in pieno la distinzione, da cattolico adulto, che Adamoli fa tra materie di fede e tematiche sociali. Cordialmente
Scritto da Mariuccio Bianchi il 3/12/2008 alle 16:07
A suo tempo Beccaria fu messo all'indice perché distingueva i reati dai peccati; evidentemente il Vaticano è ancora fermo lì ......
Scritto da domingo il 3/12/2008 alle 18:01
Vaticano allineato alle teocrazie fondamentaliste nel voler mantenere il reato di omosessualità, Vaticano persecutore di gay, Vaticano che non si oppone alla pena di morte e alle torture che ai gay sono riservate in molti stati: sono più che grottesche le interpretazioni di alcune frasi pronunciate da monsignor Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, colpevole di aver criticato, nel corso di un’intervista, la dichiarazione per la “depenalizzazione universale dell’omosessualità” che la Francia, a nome dell’Unione europea, ha intenzione di presentare all’Onu, in occasione del sessantenale della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. “Il Papa: essere gay resti illegale”, titolava ieri il Manifesto. Almeno non virgolettava, come l’Unità: “L’omosessualità non può essere depenalizzata nel mondo”, e non si capisce se la dichiarazione testuale (inventata) sia attribuita a Migliore o direttamente al Pontefice. Tirato comunque in ballo dal radicale Sergio Rovasio, che accusa il Vaticano di doppiezza e omofobia. Oggi il Vaticano si oppone alla depenalizzazione dell’omosessualità, sostiene Rovasio, mentre nel 1986, da prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Joseph Ratzinger scriveva nella lettera ai vescovi della chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali: “Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev’essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni”. Che cosa è successo? E’ successo che la dichiarazione “per la depenalizzazione universale dell’omosessualità” comprende tredici punti, uno dei quali è la condanna delle esecuzioni e delle torture, assieme a molto altro. C’è, tradotta nel solito gergo delle burocrazie internazionali euro-onusiane, la presa di posizione contro la “discriminazione, l’esclusione, la stigmatizzazione e il pregiudizio” antiomosessuale. Che ciascuno, teme il Vaticano, potrà tradurre come vorrà. In Iran, dove i gay vengono impiccati, nessuno farà una piega. Ma in Svezia, in nome di un’analoga risoluzione approvata in Europa, un sacerdote è stato rinviato a giudizio dopo un’omelia critica nei confronti dell’omosessualità. La dichiarazione che arriverà all’Onu (voluta dal ministro francese dei diritti umani, Rama Yade, e firmata finora da una cinquantina di nazioni, tra cui le ventisette europee) non inciderà dove l’omosessualità è perseguita, mentre i veri destinatari del documento diventeranno i paesi dove atti persecutori potranno essere considerati, di volta in volta, l’ostacolo alle adozioni o il mancato riconoscimento delle nozze per le coppie gay. Ma se nella dichiarazione ci fosse stata la semplice condanna delle persecuzioni contro i gay e il rifiuto del reato di omosessualità ovunque sia previsto, il Vaticano l’avrebbe osteggiata? Al Foglio, padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, risponde che “quella condanna e quel rifiuto discendono dalla stessa Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, e naturalmente il Vaticano li condivide. Proprio per questo non era necessario un documento concepito come una somma di temi diversi che si possono prestare ad ambiguità”. Padre Lombardi constata “un equivoco all’origine di tutta la vicenda, un cortocircuito. Le obiezioni di monsignor Migliore, espresse su un testo che dice molte cose e si presta a usi discutibili, sono state tendenziosamente attribuite a quella parte, del tutto condivisibile, nella quale si afferma la condanna di violenze e ingiustizie per motivi di discriminazione sessuale. Ma quando si dice che tutti gli orientamenti sessuali devono essere considerati esattamente sullo stesso piano, è un’altra cosa”. Padre Lombardi è però convinto che “quando questo polverone mediatico si depositerà, apparirà palese la pretestuosità di certe interpretazioni. Aspettiamo che la dichiarazione arrivi all’Onu. In quell’occasione ci sarà l’opportunità di spiegare meglio la posizione vaticana”. Forse padre Lombardi è troppo ottimista, vista la lunga storia di incomprensioni e attriti tra Vaticano e Palazzo di Vetro. L’ultimo capitolo è di ieri. La Santa Sede ha ribadito la decisione di non firmare la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, entrata in vigore l’8 maggio scorso, perché non si esprime contro l’aborto selettivo. E’ “tragico – sostiene il Vaticano – che una imperfezione del feto possa essere una condizione per praticare l’aborto”, come riconosce una Convenzione (comunque definita un “passo importante sulla via delle pari opportunità per i 650 milioni di disabili del mondo”) il cui obiettivo è “proteggere le persone con disabilità da tutte le discriminazioni riguardo all’esercizio dei loro diritti”. E’ l’unico punto di dissenso su un testo al quale la Santa Sede ha contribuito attivamente nel corso di cinque anni di lavori. Ma sufficiente a impedire la ratifica vaticana.
Scritto da Gabriele il 3/12/2008 alle 19:53
Su questo blog leggo cose che spesso condivido e qualche volta non condivido. Però non sono mai banali ed è molto.
Scritto da Pozzi A. il 3/12/2008 alle 19:58
Secondo me la maggioranza dei cattolici è favorevole alla depenalizzazione ma non lo dice per abitudine a non contraddire la Gerarchia. E' un errore ma si va avanti così, tanto poi si fa quel che si vuole.
Scritto da G.C.B. il 3/12/2008 alle 20:56
Egregi signori, prima di partire a testa bassa con i commenti, non sarebbe meglio sapere di cosa si parla lasciando perdere almeno all'inizio il tifo da "bar sport": non si eviterebbero di prendere cantonate clamorose (es. "caso SKY")? Poi si potrebbero leggere anche le spiegazioni di certe posizioni (es. articoli su Avvenire o quello di Tiliacos sul Foglio ma anche quelli dei radicali sul Corriere). Poi, sgomberato il campo dalle “vulgate” più o meno interessate, ne riparliamo. Va bene?
Scritto da M.G. il 3/12/2008 alle 23:20
Mi rivolgo a Gabriele e a M.G. Com'è, come non è, quando il Vaticano prende queste posizioni, all'opinione pubblica suonano come "radicali": la Chiesa è contro gli omosessuali (che è vero, anche teologicamente), la Chiesa è contro i disabili (che non è vero, ma intanto sembra così). E non è solo questione di mass media: giustamente M.G. fa notare che alcuni approfondiscono e spiegano le scelte vaticane. Ma per astrazione la "figura" che ci fa è questa: il diverso? Per i preti, giù dalla torre.
Scritto da Laura S. il 4/12/2008 alle 11:21
Caro Giuseppe, ho saputo della citazione del mio caro Papà e Te ne ringrazio. Dico a tutti i partecipanti al "blog" che Ti considerava, e secondo me a ragione, l'unico che per storia personale, formazione "mentale" e morale potesse portare avanti la linea più rigorosa del Cattolicesimo Democratico. Detto ciò, e senza arrogarmi certo il diritto di parlare a Suo nome non posso non dirTi che l'operazione "Depenalizzazione dell'Omosessualità" puzza di marcio. ma 500 caratteri non mi bastano.
Scritto da Massimo Galli il 4/12/2008 alle 17:18
Grazie a Gabriele e Laura S., in questi casi è proprio necessario evitare di portare il cervello all'ammasso; concordo con Massimo Galli. Concordo anche con domingo, solo ci sono due refusi nel suo intervento: al posto di "Beccaria" leggasi "Buttiglione" e al posto di "Vaticano" leggasi "Europa" (o Verdi o Frassoni). Ricordate la vicenda vero?
Scritto da M.G. il 4/12/2008 alle 22:34
Caro M.G., intanto non vedo nessun tifo da stadio, ma semmai una semplice riflessione. Su SKY non so di che cantonata parli: è una delle tante leggi ad personam, fatta con la scusa dell'Europa. Però l'Europa ha anche emesso una sentenza su Rete 4 che deve restituire le frequenze, e per quello ci paghiamo anche una sanzione: ma, chissà perché, quello a quanto pare non conta... Tanto paghiamo noi. Tornando poi all'argomento del post, rimane cmq un dato di fatto: ormai siamo nel terzo millennio e la posizione della Chiesa sugli omosessuali è la stessa che teneva nel medioevo. Punto. Poi alla Chiesa è giusto riconoscere i tanti meriti, grazie a tutti gli interventi che opera nel sociale, al fatto di creare comunità, ai messaggi di pace/amore/fratellanza. Però, proprio in riferimento a quest'ultimo punto, considerare un modo di amare peccato o malattia non mi pare frutto di un pensiero illuminante e aperto. Vorrei poi capire da dove nasce questo dogma: nel Vangelo non mi pare se ne faccia cenno. Senza tenere conto poi della situazione in cui si trovano i credenti omosessuali: perché ci saranno dei cattolici omosessuali...
Scritto da Adriano il 5/12/2008 alle 08:41
La discussione è stata ricca e non voglio avere l'ultima parola solo perchè questo è il mio blog. Desidero però far notare ciò che ha scritto "un prete anonimo" a commento del post sulla psichiatria: fa bene anche a discutere di temi che lei chiama "spinosi". E ha aggiunto che altri preti la pensano come lui. Ebbene, io avevo usato il termine "spinosi" proprio per la depenalizzazione dell'omosessualità. Posso dire che per me è una gratificazione?
Scritto da Giuseppe Adamoli il 5/12/2008 alle 18:22
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