Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 27/3/2009 alle 10:14

Qualche riflessione a caldo sul biotestamento approvato ieri dal Senato. Ne parleremo ancora a lungo perché non siamo neanche a metà del percorso, convinto come sono che il testo sarà modificato alla Camera e poi tornerà di nuovo al Senato.
- I dissidenti sono stati di più nel Pdl che nel Pd. Questo risultato positivo è dovuto alla volontà del Pd di non imporre la disciplina di gruppo. Sembra contradditorio, ma è così. Io non rimarrei un minuto di più in un partito che in questo campo mi obbligasse a votare in un certo modo violando la mia coscienza personale.
- La dichiarazione anticipata di trattamento uscita dal Senato è una semplice manifestazione di intenti e ciò è deludente. Sono contrario ad una legge di dettaglio che cerchi inutilmente di prevedere e di fissare regole per tutti i casi, ma l’inutilità di una norma come quella approvata ieri è del tutto evidente.
- Anche io ho la preoccupazione che il biotestamento non sia l’anticamera dell’eutanasia, ma con queste norme non si è eliminato affatto il rischio dell’accanimento terapeutico che era uno degli obiettivi minimali della legge.
- Non mi piace per niente l’idea che la mia vita sia appesa ad una decisione dello Stato o della Magistratura. La scelta finale dovrebbe correre sul filo di una preziosissima collaborazione medico-paziente-famiglia. Con un ruolo decisivo, quando vi sia una chiara espressione di volontà, della persona coinvolta.
- Alla Camera questa legge incrocerà il progetto sulle cure palliative. Le interconnessioni concettuali e pratiche fra le due leggi sono stringenti. Spero proprio che il tempo occorrente per l’esame comune dei due provvedimenti faccia evaporare ulteriormente l’emozione profonda e la conflittualità, spesso ideologica, nata dalla storia di Eluana Englaro.
- Da ultimo, come ho sostenuto in un post nei giorni scorsi, difenderò sempre la voce libera, autonoma della Chiesa. Ma auspico che la sua missione universale non si riduca in Italia ad una chiamata alle armi dei politici di ispirazione cattolica, come qualche volta la CEI è tentata di fare. In ogni caso abbiamo tutti noi il dovere di difendere la laicità delle istituzioni come avevano fatto con successo Alcide De Gasperi e Aldo Moro in discussioni altrettanto aspre e celebri.

Categoria: Sanità
Commenti dei lettori: 15 commenti -
Il PD si è comportato bene, anche l'ala cattolica, che era più in sofferenza. Lei ha avuto ragione sul no ad una ferrea disciplina. Ora spero, come lei, che la legge venga modificata alla Camera.
Scritto da Ginetta il 27/3/2009 alle 13:19
Continuo ad apprezzare il modo con cui lei tratta questi problemi delicatissimi. Tenga solo conto che la "chiamata alle armi" spesso non è che un fortissimo richiamo alla consapevolezza della morale e dell'etica cristiana. La invito comunque a proseguire nella discussione che è utile e interessante.
Scritto da Un prete anonimo il 27/3/2009 alle 13:27
Per rispondere al prete anonimo: La chiamata alle armi, quale richiamo all'etica cristiana deve valere solo per chi si riconosce in tali principi. Lo Stato non può, in democrazia, essere "Stato Etico". Ma forse, qualcuno, continua a pensare che l'unica libertà consista in quella di ubbidire. Infatti, ricordo che diversi catechisti, nel periodo della mia adolescenza, così mi avevano istruito: "L'ubbidienza deve essere: cieca, pronta, ilare". No, grazie.
Scritto da Angelo Eberli il 27/3/2009 alle 14:55
Ma tu speri che Berlusconi, Tremonti, Gasparri e La Russa siano come De Gasperi e Moro? Per loro contano solo i voti non la laicità delle istituzioni. Per il resto sono d'accordo con te.
Scritto da Antonio S. il 27/3/2009 alle 14:56
Ottimo ragionamento ben fatto e argomentato. Leggerò la legge, ma dai giornali ho la netta sensazione di una legge al di sotto delle necessità di una società moderna. Continui così.
Scritto da Marilena M. il 27/3/2009 alle 15:08
Rispetto al testo iniziale e al dibattito di queste settimane, il prodotto del Senato è deprimente. Anche sul blog abbiamo discusso molto e, come nella società Italiana, era sembrata trasparire una linea difficile, combattuta e travagliata. L'esito finale è andato da tutt'altra parte ed è stato condizionato da altre logiche e poteri. Mi pare che ci stiamo per accomodare in un angolino dal quale sarà molto difficile rialzarsi. O forse no!
Scritto da Lele il 27/3/2009 alle 15:21
Condivido il tuo punto di vista che è bene espresso. Il PD ha fatto un buon lavoro. Adesso bisognerebbe rifletterci ancora . Poi si vedrà, anche nel PDL alla Camera sorgeranno problemi.
Scritto da Uslenghi il 27/3/2009 alle 16:07
Condivido tutto e trovo particolarmente interessante il passaggio sulla "chiamata alle armi". De Gasperi e Moro? Erano giganti rispetto ai governanti di oggi. Servirebbe un movimento ampio di popolo ma non vedo le condizioni. Bisogna solo portare pazienza.
Scritto da Silvano P. il 27/3/2009 alle 21:39
bè l'emendamento UDC mi pare francamente assurdo...
Scritto da ema il 27/3/2009 alle 22:09
Grazie per come ha sempre seguito i problemi bioetici da parecchio tempo, da quando Eluana era ancora in vita. Chi lavora nelle parrocchie ha potuto avvalersi della sua sponda, anche oltre la sua volontà. Abbiamo bisogno di questo aiuto che certamente continuerà a darci.
Scritto da Una semplice parrocchiana il 27/3/2009 alle 23:17
Lei ha scritto come avrebbe votato. Io le pongo 2 domande, 1 molto personale (per cui può anche non rispondere), l'altra politica. La domanda personale: lei cosa deciderebbe per il suo testamento biologico? Quella politica: Ignazio Marino (e altri) hanno dichiarato la possibilità di dar vita ad un referendum abrogativo nel caso questa legge passasse così. Lei sarebbe d'accordo?
Scritto da Adriano il 28/3/2009 alle 09:06
Condivido la tua analisi. Meno male che nel PD c'è gente come te. E' il fatto vero che mi trattiene ancora dentro.
Scritto da Antognazza il 28/3/2009 alle 09:23
Le tue sono considerazioni franche, come al solito. Credo che molti cattolici dovrebbero essere d'accordo, però non lo sono, questo è il problema.
Scritto da Montalbetti il 28/3/2009 alle 16:20
Caro Giuseppe, sono sostanzialmente d’accordo con te, come quasi sempre. Però, tanto per mettere i puntini sulle i, capisco il tuo voler ribadire la necessità di difendere sempre la voce libera, autonoma della Chiesa. Nessuno di noi contesta tale diritto, a partire da me che mi considero un semplice cristiano (che cerca cioè di ispirare la propria vita al Vangelo), senza essere un cattolico (che cioè obbedisce agli insegnamenti della Chiesa), anche perché non mi sembra che nel nostro Paese ci sia il rischio o si voglia tacitare la voce della Chiesa. L’anticlericalismo ottocentesco o novecentesco mi pare, per fortuna, scomparso; gli atei dichiarati fanno fatica a dar segni di sè; i laici sono sempre più silenti, anche quando dovrebbero battere qualche colpo. Quindi torniamo al nodo: il problema vero è la politica debole di fronte non tanto ai richiami morali della Chiesa, ma a quelli che appaiono sempre più come veri e propri diktat ecclesiastici in campo legislativo. Con una battuta paradossale: aboliamo il Concordato, così qualsiasi sacerdote, qualsiasi vescovo potrà fare politica in prima persona, candidarsi al parlamento e, magari , prendere il posto di Silvio Berlusconi. Mariuccio Bianchi
Scritto da Mariuccio Bianchi il 28/3/2009 alle 16:58
Le ho lasciato un altro messaggio sul post della sanità. Questo è un altro problema concreto e mi piace come lei lo affronta. Sono noiosa ma le ripeto il mio invito ad occuparsi dei contenuti concreti, come lei sa fare molto bene. Sottoscrivo le considerazioni specifiche sul testamento biologico ma non mi interessa la polemica politica.
Scritto da Loredana il 28/3/2009 alle 21:14
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