Politica, istituzioni e territorio. Dialogo oltre i partiti
Giuseppe Adamoli   adamoli1@alice.it
inserito il 25/3/2009 alle 10:38

Nei giorni scorsi sono piovuti sul Pontefice e sulla Chiesa Cattolica attacchi furiosi insieme a commenti e critiche legittime e positive. Come se si aspettasse con ansia l’occasione di “farla pagare” ad un Papa che proprio non riesce ad essere mediaticamente spettacolare ed attraente. Da cattolico, difenderò sempre la libertà della Chiesa di svolgere pienamente la sua missione di “aiutare l’uomo”, diffondendo i suoi precetti di educazione, di vita, di umanità. Difenderò sempre anche l’autonomia delle istituzioni pubbliche di assumere le proprie decisioni con attenzione all’universo dei cittadini, che non sono solo cattolici, anzi.
Detto questo anch’io non ho condiviso la posizione del Papa contro gli anticoncezionali, pratica larghissimamente disattesa dagli stessi fedeli sotto tutte le latitudini e che può avere conseguenze drammatiche sulla salute di milioni di persone.  
Il fatto che governi europei (Francia, Spagna, la Germania della cattolicissima Merkel) e organismi internazionali abbiano duramente criticato il Pontefice in nome della lotta contro l’AIDS fa parte di una giusta e irriducibile dialettica fra autorità politiche e religiose che hanno compiti e missioni diverse. Per questo ho trovato doverosa la difesa del Papa fatta dal Cardinale Bagnasco a nome della CEI, sebbene altri episcopati nazionali abbiano assunto atteggiamenti più tiepidi.
Da parte mia un colpo al cerchio e uno alla botte? Assolutamente no. Se la comprensione di quanto succede sta nella sfera della reciproca autonomia fra Stato e Chiesa, non è che l’errore di molti di noi consista nel trattare il Vaticano come autorità politica anziché morale e religiosa?

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 12 commenti -
Ragionamento che trovo valido. L'importante è che non passi la linea contro gli anticoncezionali che avrebbe in tutto il mondo ricadute gravissime.
Scritto da Loredana il 25/3/2009 alle 12:29
Io vorrei trattare la Chiesa come autorità morale e religiosa, ma è la Chiesa che vuole agire da potenza politica, imponendo le proprie idee. E' questo il punto in discussione.
Scritto da Bortoluzzi il 25/3/2009 alle 13:01
Ho letto ieri la reazione del Card. Bagnasco e l'ho trovata eccessiva. Però do credito alla sua impostazione e penso anch'io che ognuno debba fare la sua parte nel rispetto reciproco.
Scritto da Giacomina il 25/3/2009 alle 14:43
Più che altro a mio avviso il problema è un altro: ma in una visita in terra d'Africa un Papa va a tirare fuori la questione sull'uso degli anticoncezionali, con tutti gli altri problemi che assillano questo continente? Il Pontefice non deve temere i "condom" in Africa: purtroppo, tra ignoranza e problemi di igiene (dovuti anche alla mancanza d'acqua -questo sì è un problema, visto che le multinazionali la stanno privatizzando in tutto il mondo!) le gente d'Africa fa uno scarso uso degli anticoncezionali. Piuttosto, io da quando sono bambino ad oggi (e sono circa 30-35 anni) vedo sempre immagini di bambini scheletrici attanagliati dalla fame; alle epidemie di lebbra e malaria si sono aggiunti virus letali come Ebola e Aids; guerre e dittatori continuano a proliferare. E questo nonostante tutti gli aiuti che in questi anni sono arrivati dall'occidente. Ci si chieda come mai accade questo. piuttosto: forse è il caso di pensare che tutto quello fatto finora è stato un pieno fallimento, e quindi vuol dire che c'è qualcosa da rivedere...
Scritto da Adriano il 25/3/2009 alle 15:14
Lo dico sempre: la Chiesa fa il suo mestiere. E non può inneggiare al divorzio, all’aborto o all’uso degli anticoncezionali. Ma dovrà, prima o dopo, calarsi nella realtà e capire che un divorziato credente ha diritto a ricevere la comunione e a non essere trattato come uno già condannato al fuoco e alle fiamme. Comprenderà un giorno che sarebbe disumano pretendere da una bambina di 9 anni che metta al mondo il figlio di una violenza mostruosa. E si renderà conto, forse con i prossimi papi, che in Africa è difficile usare parole come castità e fedeltà, perché tanto cadono nel vuoto. Cadono nel vuoto qui, in Europa, Occidente, Italia, mondo tecnologico ipercivilizzato, figuriamoci dove ancora vige la legge del taglione e le popolazioni vivono nell’indigenza totale. Mi chiedo, ad esempio, come mai papa Giovanni Paolo II, decisamente contrario ai profilattici, non sia mai stato così esplicito durante i viaggi in Africa. Forse sapeva dire le cose giuste al posto giusto, pur non venendo meno ai fondamentali della Chiesa. In quanto a Bagnasco, nella stessa intervista ha anche sollecitato la legge sul testamento biologico. E anche in questo caso sappiamo dove la Chiesa vuole – e pensa che il Governo voglia – andare a parare. Non certo dalle parti che si sono espresse anche su questo blog.
Scritto da Laura S. il 25/3/2009 alle 15:16
Condivido l'intervento di Adamoli. Così si possono conciliare bene le posizioni laiche e cattoliche. Non è tempo di guelfi e ghibellini. E' tempo di maturare una laicità consapevole a vantaggio di tutta la nazione.
Scritto da Ghiringhelli il 25/3/2009 alle 18:06
Mi convince anche il commento di Laura S. Sono problemi delicati che devono preoccupare sia laici che cattolici. Grazie per il fatto di parlarne pubblicamente in questo modo.
Scritto da Rodolfo D. il 25/3/2009 alle 18:18
Le reazioni europee alle parole del Papa riguardo all'inopportunità dell'uso dei profilattici non mi sono sembrate particolarmente dure, lo dico in tutta sincerità. Invece mi sono sembrate molto dure e piene di risentimento le parole del cardinale Bagnasco. La chiesa cattolica insiste sugli stessi temi dimenticando la sofferenza delle persone. Questa è la mia impressione.
Scritto da Mirella il 25/3/2009 alle 21:35
La dialettica fra politica e religione è sempre esistita. Con questo Papa sta assumendo un carattere molto forte che può scappare di mano e fare danni ad una convivenza tranquilla e positiva.
Scritto da Canziani il 25/3/2009 alle 22:44
Mi piace sempre di più il modo con cui affronti questi problemi. Colgo un'aria nuova a cui non ero abituato.
Scritto da Un ex DS di sinistra il 25/3/2009 alle 23:00
Caro Giuseppe, questa volta sono d’accordo solo in parte con te. E’ vero che la Chiesa andrebbe trattata come autorità morale e religiosa, ma è la Chiesa stessa, intesa come istituzione e non tanto come assemblea o popolo di Dio, a porsi sempre più come interlocutore politico, almeno in Italia, entrando spesso a gamba tesa su questioni non tanto morali, ma pratico-politiche: che altro è parlare dell’uso corretto o meno del preservativo? Importante, comunque, che ciascuno svolga bene il proprio ruolo: la dialettica tra la sfera religiosa e quella politica fa parte della storia degli stati a maggioranza cattolica dell’Europa, proprio perché i due “poteri” si ritengono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani; laddove la sfera religiosa è subalterna a quella politica o viceversa, non esiste praticamente conflitto. Ciò detto, è importante, a mio parere, che la Chiesa non si allontani dalla missione morale e pastorale, debordando troppo nel politico e che lo stato svolga i suoi compiti politici, laicamente, senza imporre ai cittadini o imporsi con un’etica di stato, mutuata da una confessione religiosa.
Scritto da Mariuccio Bianchi il 25/3/2009 alle 23:21
Caro Giuseppe, perchè cercare l'errore di 'molti noi' quando è più onesto riconoscere che l'errore, un umanissimo errore di abuso della parola, lo ha commesso il Papa. Non si dicute la morale sessuale cattolica, ma l'affermazione che "il preservativo non serve a difendersi dall'AIDS." Qualunque persona informata sa che non è così che si parla in modo intellettualmente onesto di lotta all'AIDS. Non centra la morale.
Scritto da roberto il 26/3/2009 alle 22:40
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