inserito il 30/6/2015 alle 16:43
Oggi il Consiglio Regionale ha varato una riforma parziale che toglie risorse agli amministratori locali e discrimina i cittadini di montagna. Maroni lascia più di 200 tra funzioni e competenze alle province ma non dà i soldi a sufficienza per svolgerle. L’anno scorso per le funzioni delegate quali formazione, lavoro, turismo, ambiente e agricoltura, la Regione metteva a disposizione complessivamente 214 milioni di euro a cui si aggiungevano 50 milioni finanziati dalle province stesse. Adesso la Giunta assicura solo 195 milioni di euro ai quali bisogna togliere circa 12 milioni destinati all’agricoltura, alla caccia e alla pesca che rimangono in capo alla Regione. Su questi presupposti si aprono grossi interrogativi sul modo in cui gli amministratori locali potranno assicurare questi servizi essenziali ai cittadini in particolare la Regione non è stata in grado di chiarire ancora in che modo si riuscirà ad assicurare le risorse per l’assistenza e per il trasporto degli alunni disabili. Il PD si è astenuto in polemica con l’atteggiamento tenuto dalla Giunta regionale sia per i finanziamenti sia per quel che concerne il tema dell’ autonomia montana.
Maroni ha commesso un doppio errore, da un lato ha elevato troppo le aspettative dei cittadini della provincia di Sondrio promettendo loro lo statuto d’autonomia come quello di Bolzano e di Trento ma rispondendo solo parzialmente alle richieste del territorio. Dall’altro discrimina i cittadini di montagna della stessa regione: non si capisce perché gli abitanti delle comunità montane delle province di Bergamo, Brescia, Lecco, Como e Varese, che vivono gli stessi problemi e disagi della provincia di Sondrio devono avere una differenza di trattamento. Sondrio è l’unica provincia amministrata dal centrodestra ci auguriamo che le decisioni non vengano prese solo in base al colore politico.
Come unica nota positiva e di innovazione istituzionale, infine, il provvedimento, grazie all’azione del Partito democratico, introduce la possibilità di individuare zone omogenee per la gestione associata delle funzioni comunali e di quelle delegate dalla Regione. Questo passaggio permetterà di costruire un nuovo modello di governance degli enti locali.
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inserito il 6/5/2015 alle 12:36
Doveva essere un sollievo dal ticket farmaceutico per 800mila lombardi, lo è stato per 75mila. Meno di un decimo. I lombardi avrebbero dovuto pagare 40 milioni in meno e invece hanno pagato 6,7 milioni in più. Sono queste le misure del flop del provvedimento della Regione Lombardia chiamato pomposamente “Zero Ticket” e pubblicizzato con una campagna massiccia di manifesti costata quasi 300mila euro nel corso del 2014. I dati relativi al periodo 1 aprile 2014 – 31 marzo 2015 sono stati resi noti questa mattina dall’assessore regionale alla salute Mario Mantovani rispondendo ad una interrogazione del Pd. Il ticket farmaceutico è una voce della compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini e costa in media ad ogni lombardo 3,22 euro per ogni acquisto in farmacia. È la quota più alta in Italia. I dati relativi alla Provincia di Varese sono ancora più eclatanti: i cittadini che hanno fatto richiesta sono stati solo 4.973, su una platea stimata di aventi diritto di oltre 70mila persone. I varesini, quindi, hanno pagato di ticket farmaceutici nel 2014 792mila euro in più rispetto all’anno precedente, a riprova che la misura “zero ticket” non ha avuto effetto. Tutti ricorderanno i manifesti della Regione con la scritta “Zero Ticket”. Bene, i cittadini devono sapere che dicevano il falso. Chi ha beneficiato di quel supposto taglio dell’obolo sulle ricette rosse? Solo la Regione, che ha introitato più di prima. Per carità, ci sono anche i 75mila lombardi che hanno avuto l’esenzione, di cui quasi 5mila nella nostra provincia, ma con i 40 milioni di euro promessi si doveva intervenire sui ticket più impattanti, quelli su visite ed esami, che solo in Lombardia raggiungono la cifra di 66 euro per alcune tipologie di esami. Maroni ha detto che a breve sarà fatto un altro taglio, speriamo sinceramente che questa volta sia effettivo ed efficace. La nostra proposta è nota da tempo: esenzione da tutti i ticket regionali per i lombardi con redditi inferiori a 30mila euro e modulazione per fasce di reddito da quella soglia in su, senza elevare gli importi attuali. Il provvedimento incriminato, approvato con delibera regionale a fine 2013 ed entrato in vigore ad aprile 2014, comporta l’esenzione dal ticket farmaceutico per i cittadini oltre i 66 anni di età con reddito familiare lordo inferiore a 18mila euro. I DATI Importo ticket sui farmaci pagati dai cittadini in provincia di Varese
2013 € 24.831.000 2014 € 25.623.000 + 792.000 euro pari al 3,2%
Abitanti lombardi da 66 anni in su: 2.005.267
Platea beneficiari annunciata da Maroni: 800.000, pari al 40%
n. esenzioni E14 effettivamente attivate (rilasciate dal 1 aprile 2014 al 31 marzo 2015) 75.102 Abitanti da 66 anni in provincia di Varese: 183.667
Stima platea beneficiari annunciata da Maroni in provincia di Varese: 73.466 n. esenzioni effettivamente attivate ASL Varese (rilasciate dal 1 aprile 2014 al 31 marzo 2015) 4.973 Commenti dei lettori: scrivi un commento
inserito il 27/4/2015 alle 12:13
"In Italia prima o poi i nodi dovevano venire al pettine. E dalle sabbie mobili si esce con gli strappi, non sempre è sufficiente la mediazione. Il Paese aveva bisogno di rialzare la testa e l'accelerazione era necessaria". Qui trovate la mia intervista integrale pubblicata da La Prealpina. Categoria: Idee e proposte, Persone
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inserito il 15/4/2015 alle 17:34
Cosa aspetta Trenord a rendere noto il nuovo orario estivo? Mancano dieci giorni e ancora i pendolari non sanno in che modo verranno razionalizzate le corse del Malpensa Express verso Cadorna. Categoria: Infrastrutture, Malpensa
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inserito il 2/3/2015 alle 15:13
Sono state oltre 15mila le persone che hanno partecipato alla Consultazione sulle autonomie locali organizzata nel fine settimana dal Partito Democratico Lombardo. In particolare, dei 15.670 votanti, 12.403 si sono recati in uno dei quasi 600 seggi allestiti in tutta la Lombardia (il 90% dei circoli e dei gazebo è stato aperto dalle 9 alle 13 di domenica 1 marzo) e 3.267 hanno votato online su www.pdlatua.it. E la stragrande maggioranza, oltre il 92 per cento, si è espressa per l'abolizione delle Regioni a Statuto speciale. Commenti dei lettori: scrivi un commento
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