"Insieme costruiamo il futuro."
Alessandro Alfieri   alessandro.alfieri@consiglio.regione.lombardia.it
inserito il 9/2/2011 alle 13:17

39 associazioni della Valle Bevera, Amministrazioni Comunali (di tutti i “colori” politici) e cittadini chiedono da diverso tempo, alla Provincia di Varese e alla Regione Lombardia, che si blocchi la riapertura della ex cava Italinerti a Cantello.

La riapertura è tecnicamente un intervento di “recupero ambientale e messa in sicurezza”, come previsto dal piano cave regionale, con scavi che produrranno però circa 1 milione e 500 mila metri cubi di inerti.

L’intervento è ritenuto necessario dai proprietari dell’area (sempre la Italinerti, che sosterrà il costo dell’operazione di circa 1milione 500 mila euro ma potrà mettere sul mercato il materiale inerte) mentre è avversato da un grandissimo fronte composto da istituzioni locali e cittadini.

La vicinanza dell’intervento alle importantissime falde acquifere della Valle Bevera, che servono circa 100.000 cittadini dei paesi limitrofi (4/5 dell’acqua del Comune di Varese proviene da lì) desta preoccupazione.

Le istituzioni non possono rimanere insensibili alle voci del territorio; Regione Lombardia non si limiti ad un rigoroso controllo dei passaggi burocratici ma, proprio per il tanto sbandierato principio di sussidiarietà, metta in campo tutti gli strumenti politici del caso a tutela dell’ambiente e della vita dei suoi cittadini. La Provincia di Varese, che ha le competenze amministrative per bloccare o ridimensionare l’intervento alla cava ex Italinerti attraverso la presentazioni di una variante al piano cave, dica chiaramente ai cittadini se è dalla loro parte e non perda più tempo.

Proprio per questo oggi ho chiesto, insieme a Stefano Tosi, di convocare l’amministrazione provinciale di Varese per un’audizione in Commissione ambiente.

Commenti dei lettori: 5 commenti -
ottimo lavoro. è ora di mettere in chiaro chi considera il 'territorio' un bene concreto, non è solo un termine vuoto ad uso di narrazioni mitologiche...
Scritto da roberto c. il 9/2/2011 alle 14:20
Con la scusa della messa in sicurezza questi con la nostra terra ci fanno ancora un mucchio di soldi e noi varesini rischiamo di veder inquinata la nostra riserva idrica più importante!!!è una vergonga!!
Scritto da un varesino doc il 9/2/2011 alle 15:17
Alfieri per favore non abbassiamo la guardia è una questione delicatissima.Anche quando costruivano la diga del Vajont dicevano che non c'erano rischi.La nostra valle sarà presto violentata da una seria di cantieri che la cambieranno per sempre,non possiamo più tacere.Per ora la ringrazio per la sua attenzione e per aver dato spazio alla voce della nostri cittadini.
Scritto da valceresio il 9/2/2011 alle 15:24
Grazie! Un impegno volto a salvaguardare un bene cosi' prezioso è quanto ci aspettiamo da coloro che si occupano della cosa pubblica! Ci troverà in molti al suo fianco! E' una responsabilità troppo importante per non essere condivisa.
Scritto da marina premoli il 9/2/2011 alle 15:29
Pedemontana,arcisate stabio,la discarica ticinese e ora la cava Italinerti che riapre.senza esagerare la nostra situazione non è così diversa dalla valle di susa attraversata dalla TAV.E il paradosso è che qui sono tutti a parole d'accordo ma poi nei fatti vedrete che la cava riaprirà e chi ci governa (regione e provincia) dimostrerà palesemente la sua mediocrità.
Scritto da Andrea Di Forgia il 10/2/2011 alle 00:17
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