"Insieme costruiamo il futuro."
Alessandro Alfieri   alessandro.alfieri@consiglio.regione.lombardia.it
inserito il 21/2/2011 alle 12:32

 

“Sai dove s’annida più florido il suol?
Sai dove sorrida più magico il sol?
Sul mar che ci lega coll’ Africa d’or,
La stella d’Italia ci addita un tesor.
Tripoli, bel suol d’amore ...”
 

Sono le parole di "Tripoli bel suol d'amore", indimenticabile stornello cantato cent'anni fa da Gea della Garisenda, colonna sonora dell’"impresa" coloniale in una terra che si rivelò invece uno "scatolone di sabbia" per usare le parole di Gaetano Salvemini.

Quel "bel suol d'amore" oggi brucia, violentato e sfinito da più di quarant’anni di spietato regime del colonnello Gheddafi.

A quel regime la politica estera del governo Berlusconi ha dedicato attenzioni e premure (su tutte spicca il trattato di amicizia e cooperazione del 2008 con l'impegno di investire nei prossimi 20 anni 5 miliardi di dollari sul suolo libico), e ha consentito grandi investimenti in Italia, oggi i libici sono presenti con una quota del 7.5% in Unicredit (la maggiore banca Italiana), dell'1% in ENI, 2% in Finmeccanica, 14,8% Retelit e 7.5% nella Juventus (quota simbolica ma segno del legame con la Exor degli Agnelli).

In queste ore drammatiche sarebbe stato naturale aspettarsi un governo italiano alla guida di una iniziativa europea per scongiurare una guerra civile e per favorire una pacifica transizione democratica, facendo leva sui privilegiati rapporti con Tripoli. Dalla Libia arrivano da una parte la maggior parte dei clandestini, dall’altra la maggior parte del petrolio per il nostro fabbisogno energetico.
 
Così non è stato.
 
In Europa di fronte ai massacri dei giorni scorsi si sono levate le voci preoccupate dei diversi governi. In Italia, a chi gli chiedeva se avesse sentito Gheddafi, Berlusconi ha risposto "no, la situazione è in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno".
E non si disturba nemmeno Frattini: “l’Unione Europea non deve interferire nei processi di transizione in corso nel mondo arabo. Non sarebbe rispettoso dell'indipendenza del popolo, della sua ownership”.
 
 
Commenti dei lettori: 7 commenti -
favorire una pacifica transizione democratica ?occhio e croce piu facile dirlo che farlo,certo almeno un tentativo si poteva metterlo in atto,è altrettanto vero,è risaputo,che una massa di migranti in attesa di attraversare il mare sopravvivevaviveva sulle coste della libia,possiamo immaginarci in quali condizioni,cosi ci ritroviamo pure ricattati da gheddafi !
Scritto da angelo il 21/2/2011 alle 13:07
Non è possibile che proprio ora che i libici hanno bisogno di un aiuto da parte dell'europa il "più grande amico della Libia" (Berlusconi) cosa fa??sparisce e non vuole nemmeno disturbare Gheddafi con una telefonata?!?!?vorrei sentire Bondi,Cicchitto,La Russa etc.. che ci spiegano questa gran real politique.
Scritto da gino roberti il 21/2/2011 alle 13:34
E se fosse il preludio a un conflitto bellico? Noi stiamo a guardare? Non possiamo mica dichiararci neutrali come la Svizzera, nel caso...
Scritto da Tomas, molto il 21/2/2011 alle 14:16
In realtà non si può aiutare che con il sostegno personale questi giovani. Il meditteraneo incomincia ad essere più sicuri grazie ai loro popoli che ai loro leader
Scritto da Francesco il 21/2/2011 alle 15:24
Non si puo' far finta di niente. Sta esplodendo tutto il mediterraneo, anche il Marocco. Nel resto del mondo arabo, i paesi del golfo e poi l'Iran. Il governo italiano assente. Che pena
Scritto da gianni il 21/2/2011 alle 20:30
l'assenza dell'Italia in queste ore drammatiche per la nostra ex-colonia ha del clamoroso. Quando si parla di assenza di una classe dirigente del centrodestra. non credo si tratti solo di sporchi accordi sottobanco con Gheddafi da tenere nascosti, credo sia proprio una incapacità politica di agire in un contesto difficile come quello nord-africano
Scritto da andrea g. il 22/2/2011 alle 00:32
Si, "Libia scatolone di sabbia" fino a quando non hanno trovato il petrolio. Comunque brutta storia.
Scritto da Un anziano il 22/2/2011 alle 16:50
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