"Insieme costruiamo il futuro."
Alessandro Alfieri   alessandro.alfieri@consiglio.regione.lombardia.it
inserito il 2/5/2011 alle 13:16

Narrano le cronache che nel 2002 un giovanissimo Lionel Messi fu scartato dal Como a causa di difficoltà burocratiche e della sua gracilità fisica dovuta ad una deficienza dell’ormone della crescita.

Il Barcellona invece investì sul quel talento argentino, di soli 16 anni, tanto da sostenere le costose terapie per favorirne il completo sviluppo fisico e lo fece esordire in prima squadra nel 2004.

Oggi Messi è considerato uno dei migliori giocatori del mondo, se non della storia, e la sua vicenda rischia di essere un clamoroso esempio della differenza tra l'autonomismo catalano e quello nostrano in salsa padana.

La “cantera” (il vivaio) del Barcellona è la metafora di un autonomismo fiero e antico ma contemporaneamente aperto, innovativo e capace di attirare un’immigrazione di qualità facendo crescere talenti di tutto il mondo. Di contro invece la sfortunata scelta del Como rischia di essere la metafora del federalismo leghista, chiuso e miope, sempre più astioso e asfittico, incapace di rispondere alle sfide del terzo millennio se non ricorrendo al “fora de ball”.

Non è un caso se Jordi Puyol, storico leader degli autonomisti e primo presidente della Catalogna post franchista, non volle mai incontrare Umberto Bossi proprio per rimarcare la distanza e la netta differenza tra i due movimenti.

La storia di Messi e dei ragazzi della inesauribile “cantera” catalana, provenienti da tutto il mondo, non può che farci riflettere ancora una volta sull’idea di federalismo alle nostre longitudini.

 

 

 

Commenti dei lettori: 8 commenti -
Perfetta metafora assolutamente condivisibile fatto salvo un punto: Messi non è uno dei migliori calciatori al mondo ma il migliore. Per capacità tecniche e per caratteristiche personali molto meglio del funambolo e giocoliere ma sbandatissimo Maradona. Detto questo il suo breve ma intenso ragionamento sul federalismo di stampo catalano non fa, appunto, una grinza.
Scritto da un anziano il 2/5/2011 alle 15:02
se non sbaglio il regolamento attuale vieta il tesseramento di stranieri di eta inferiore ai 18 anni,per un messi,che nel 2002 aveva 15 anni,quanti vengono illusi e non solo stranieri,riuscire nel paragone tra federalismo catalano e quello della lega attraverso messi è comunque impresa che,caro alfieri,ti rende mertevole di un premio nobel,certo, dopo il bagno di santita che ha preso ieri molti blog del pd va bene anche questo,aspettando che rimettiate i piedi a terra prima possibile
Scritto da angelo il 2/5/2011 alle 18:54
Complimenti, Alessandro ! La metafora è centrata. Chiarisce bene la prospettiva di un federalismo lungimirante e solidale , in contrapposizione all'orizzonte asfittico del federalismo leghista, costruito tutto all'insegna dell'egoismo, del " padrone a casa mia" , della chiusura culturale e ideale ad ogni possibilità di incontro di culture diverse. Il Federalismo vero si potrà fare solo sulla base dei valori da noi indicati, diversamente sarà un'operazione di facciata non inutile ma dannosa.
Scritto da giovanniderosa il 2/5/2011 alle 19:59
@angelo il regolamento nel 2002 era completamente diverso (altrimenti il Como non avrebbe nemmeno fatto il provino al giovanissimo Messi), la FIFA ha fortunatamente introdotto delle restrizioni sui baby-calciatori tre stagioni fa.Su una cosa hai però ragione non si possono paragonare il serio autonomismo catalano e il "federalismo" in salsa padana.
Scritto da Alessandro Alfieri il 3/5/2011 alle 10:08
Bella intuizione Alfieri. Il caso di Messi è drammaticamente attuale ma bene ha fatto anche a sottolineare la storica diffidenza di Jordi Pujol verso Bossi e la Lega. A Puyol e al suo partito "CDC" la Catalogna deve molto,al Senatur e al Trota la Padania non deve,usando un eufemismo,moltissimo.
Scritto da dipendente regionale il 3/5/2011 alle 10:24
Ricordo Barcellona e la catalogna nel 1990,feci un ispezione al cantiere del villaggio olimpico e del nuovo porto,si respirava un aria di incredulità quasi provinciale dinnanzi ad un evento troppo grande per la città di Gaudì.Almeno questa fu l'impressione quando al ritorno atterrai a Linate e mi fermai a Milano;mi dissi “quando la organizzeremo noi sarà un trionfo di efficienza e organizzazione”.Sono passati 21 anni,Barcellona ha avuto la sua Olimpiade e il suo rilancio socio-economico trascinando una regione che ha fatto dell’autonomismo la sua ricchezza.Milano invece dopo 21 anni fatica ad organizzare l’Expo è aggredita dalla criminalità organizzata ed è in un palpabile declino socio-culturale. In questi anni è stata governata dalla Lega (gli ultimi in concomitanza con i berlusconiani). Messi,e mi complimento per la suggestione, negli anni ’90 avrebbe giocato a Milano.
Scritto da Marco A. il 3/5/2011 alle 11:49
arruolate anche MEssi nelle file del Pd,magari anche Mourinho e Ronaldo sono del Pd.Ma state tranquilli non vincerete mai,la LEga è nata per il federalismo e vincerà.altro che catalogna.
Scritto da giussano il 3/5/2011 alle 14:57
@ marco A. non posso che sottoscrivere in toto il tuo commento.Oggi il paragone tra Milano e Barcellona è impietoso al pari del paragone tra i partiti autonomisti catalani e la Lega Nord. @ giussano dico solo che Messi non avrà certo la tessera del Pd ma è oggi il "prodotto" e il simbolo scintillante di una città e di una regione che non sono (purtroppo) Milano e la Lombardia.La Lega magari vincerà anche quest'anno ma ha responsabilità che stanno diventando storiche e pesanti per il nostro nord.
Scritto da Cirano il 3/5/2011 alle 15:10
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