A Gallarate, lo scontro tra Lega e Pdl è ormai arrivato a livelli altissimi. Toni esasperati che toccano temi troppo delicati, quali la sanità e l’accoglienza dei rifugiati.

Lunedì, il capogruppo della Lega in Regione ha annunciato di voler presentare una mozione di censura nei confronti di Mucci (ex sindaco di Gallarate, ora comodamente parcheggiato sulla poltrona da direttore della Asl di Sondrio) poiché impegnato con una sua lista a sostegno di Massimo Bossi (candidato sindaco Pdl a Gallarate) contro il Carroccio.

Di tutta risposta, gli esponenti del Pdl chiedono le dimissioni di Giovanna Bianchi Clerici che, da membro del CdA RAI, veste i panni di candidata sindaco del Carroccio e di Cristina Cantù (direttore generale dell’A.O. di Gallarate in quota Lega), rea di aver ospitato con troppo clamore l’assessore Bresciani in una visita che è sembrata di chiaro sapore elettorale.

Quasi un festival delle dimissioni.

Ma il fondo lo si è toccato con  la vicenda dei 48 profughi respinti a Gallarate e costretti a passare la notte sui furgoni della Protezione Civile proprio dal vicesindaco e candidato Massimo Bossi, il quale ha  motivato questa scelta trincerandosi dietro cavilli burocratici. Il tutto condito da un patetico scaricabarile di responsabilità con il segretario provinciale della Lega Candiani che a sua volta addossava la colpa ai bombardamenti in Libia.

Purtroppo nella peculiare situazione elettorale di Gallarate lo scontro tra PDL e Lega è giunto al punto di portare nella battaglia politica il destino di poveri disperati in fuga dalla guerra.

La contrapposizione politica dovrebbe evitare questi spettacoli indecenti.