"Insieme costruiamo il futuro."
Alessandro Alfieri   alessandro.alfieri@consiglio.regione.lombardia.it
inserito il 27/1/2013 alle 19:11

Oggi il nostro viaggio ha fatto tappa a Sesto Calende, Cavaria con Premezzo e Ierago con Orago. Ma oggi, 27 gennaio, è soprattutto il “Giorno della memoria”.

Sono convinto che gli esempi valgano molto più delle parole e allora voglio "fare memoria" degli eroi silenziosi che anche in provincia di Varese misero a repentaglio la loro vita per salvare centinaia di perseguitati dai nazi-fascisti.

Tra loro Don Piero Folli, parroco di Voldomino. Subito dopo l’armistizio Don Folli entra in contatto con il Comitato di Liberazione Nazionale e presta aiuto ai partigiani del San Martino. Ospitò in casa, in sacrestia, nell’oratorio, nel vecchio asilo di Santa Liberata, decine e decine di fuggiaschi, diede loro riparo, cibo, vestiti, documenti, quel poco denaro di cui poteva disporre, aiutato dai suoi parrocchiani sempre schierati al suo fianco. Il 3 dicembre 1943, una spedizione punitiva nazi-fascista irrompe nella Canonica e arresta Don Piero insieme ad un gruppo di 14 ebrei. Dopo l’arresto Don Folli è incarcerato a San Vittore per tre mesi. Subisce torture e violenze senza mai rivelare i nomi dei suoi collaboratori. Verrà liberato grazie all’intervento del Cardinale Schuster e quindi confinato a Cesano Boscone (Mi). 

Il maresciallo Enrico Sibona, comandante della Stazione dei Carabinieri di Maccagno dal 1939 al 1946. Durante la sua permanenza in paese, si adoperò per salvare la vita ad alcuni ebrei dalla persecuzione nazifascista e, tra loro, a Guido Lopez e Bianca Lopez Nunes. Entrambi, giovani poco più che ventenni sfollati milanesi, erano giunti sulle rive del Lago Maggiore. E’ il 1943 e il maresciallo, contravvenendo alle leggi razziali, permise loro di mettersi in salvo. Scoperto dalle milizie fasciste, fu arrestato e deportato nei campi di concentramento in Germania e Cecoslovacchia. Fece ritorno a Maccagno al termine della guerra, miracolosamente scampato alla prigionia ma provato nel corpo e nello spirito. Il 4 ottobre 1992 è stato riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” dallo stato di Israele.

Fernando Torreggiani, partigiano cattolico gallaratese, artigiano orafo, padre di sei figli. Nel dicembre 1943 nascose nella sua casa di Marchirolo sei persone del nucleo familiare Melli-Rossi, nonni, genitori e due ragazzini adolescenti. Assistendoli quindi in una rocambolesca e pericolosa fuga verso la Svizzera. Dichiarato “Giusto tra le nazioni” il 4 marzo 2001.

 
Categoria: Persone
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