Esserci per passione
Raffaele Cattaneo   blog@raffaelecattaneo.it
inserito il 23/2/2010 alle 19:09

Ho partecipato lo scorso fine settimana alla Duegiorni di Rete Italia a Riccione, durante la quale, oltre all’intervento di politici di spicco come Roberto Formigoni, Maurizio Lupi, Maurizio Sacconi, Sandro Bondi e il  Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha preso la parola  il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone. Il Cardinale ha lasciato un importante messaggio che desidero  rilanciare a tutti, in particolare ai giovani, anche quelli della nostra provincia.

Riflettendo sulla necessità di un impegno da parte delle nuove generazioni in politica e sulla responsabilità che investe coloro che sono impegnati in questo ambito, il Cardinale ha presentato due differenti pensieri. Da una parte abbiamo la visione di Machiavelli, che nella sua opera più celebre, “Il Principe”,  sostiene come l’uomo che governa  debba “sapere bene usare la bestia e  l’uomo”  e che “governare è ingannare”.

Su questa filosofia meramente utilitaristica, vince il modello di Tommaso Moro, che dà tutt’altro senso e dimensione alla politica, interpretandola come servizio verso il prossimo e passione per il bene comune proprio perché, per dirla come Kant, “l’uomo esiste come fine in sè, non soltanto come mezzo adoperabile a piacere per questa o quella volontà”. La persona ha un valore:  l’uomo non è il mezzo bensì il fine.

Ma “la politica è cosa sporca?” si chiedeva Don Sturzo, provocatoriamente.

“La politica non è una cosa sporca” rispondeva il fondatore del Partito Popolare Italiano, ma “un atto di carità del prossimo;  è fare del bene al prossimo riunito in uno Stato, o provincia, o città”.

Di fronte alle storture e alle disillusioni che hanno accompagnato i recenti anni, un messaggio di questo tipo è ancora attuale? Come può diventare un paradigma di speranza  che ci faccia intendere la  politica come “vocazione al bene comune”.

Alla luce di un messaggio così profondo e carico di passione, come possiamo non sentirci coinvolti in prima persona? Come può un giovane, che per definizione ricerca un futuro migliore, restare refrattario rispetto a queste parole?

Il Cardinale Bertone, a conclusione del suo intervendo, ha citato le parole di Don Luigi Giussani sul ruolo dell’uomo nella ricerca e nella costruzione di un mondo migliore: “Non è compito di Gesù risolvere i vari problemi, ma richiamare alla posizione in cui l’uomo più correttamente può cercare di risolverli. All’impegno del singolo uomo spetta questa fatica, la cui funzione dell’esistenza sta proprio in quel tentativo [...] Riconoscere e seguire Cristo genera così un atteggiamento esistenziale caratteristico per cui l’uomo è un camminatore eretto e infaticabile verso una meta non ancora raggiunta, certo del futuro perchè tutto poggiato sulla Sua presenza; nell’abbandono e nell’adesione a Gesù Cristo, fiorisce un’affezione nuova a tutto, che genera un’esperienza di pace, l’esperienza fondamentale dell’uomo in cammino.”

Quello che abbiamo visto e ascoltato a Riccione - l’esperienza di tanti amministratori e politici dalla Sicilia alla Lombardia, impegnati concretamente nel tentativo di costruire il bene comune – dimostra che l’appello del Cardinal Bertone non cade nel vuoto, ma esiste già un terreno arato e pronto ad accoglierlo. La politica è già oggi per molti esperienza vera e concreta di servizio alla persona e al territorio. È partendo da questa esperienza in atto che una risposta positiva alle domande precedenti è possibile! E a questa esperienza anche noi sentiamo di partecipare.

L’avvento di nuovi giovani impegnati in politica non è quindi un semplice auspicio, ma  una strada concreta già percorribile e che si costruisce attraverso un’assunzione di responsabilità che mette al centro le nuove generazioni, affinchè siano attori protagonisti e non semplici spettatori della realtà.

 

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