Nessuno si illude, 'stiamo con i piedi per terra', ma la vittoria di Luciano Porro a Saronno, come altre in Lombardia ed al primo turno (Lecco, Lodi) qualche cosa ha da rivelarci. Intanto Porro è stato bravissimo, così come la sua squadra elettorale e così, lasciatemelo dire, come il pd saronnese. Quindi una 'vittoria' che ha un forte marchio personale ma non solo. Insomma si può vincere, anche da queste parti, in comuni importanti, dove Lega e PdL hanno percentuali e maggioranze 'bulgare'. Quando hai un progetto della città che la gente percepisce, un candidato non solo che piace e 'preparato', ma che sa trasmettere  'sicurezza' e 'tranquillità', quando fai 'scelte nuove e coraggiose, la gente è disposta a darti il consenso. Da tempo, poi, sostengo che non c'è più un  'centro politico' in questo Paese ma un 'centro elettorale'. Proprio quell'area moderata composta da persone perbene, 'normali',  che ad una prima lettura delle cose possono apparire genericamente 'conservatori'  ma che non lo sono affatto, il cui consenso è però fondamentale per poter 'vincere' (e guardate che è andata così anche in Puglia dove ha trionfato  il 'sinistroso' Vendola).  E' necessario stare 'dalla parte del campo' che ci compete, senza confusioni di sorta, ma lo si deve fare in maniera intelligente, con una proposta da 'forza tranquilla', che vuole il cambiamento per gradualmente rinnovare, migliorare senza traumi, senza rotture. Insomma un insegnamento, quello di Saronno, da metabolizzare per l'immediato futuro, ma velocemente  fuori dalle, lo ripeto ancora una volta,  'vecchie logiche' e con un pizzico di 'fantasia' e di creatività viceversa sempre e costantemente saremo impegnati (e votati) a 'perdere bene'. Ma delle 'sconfitte onorevoli' non sappiamo che farcene.