Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 22/4/2010 alle 14:31

  'Il sacco del nord' è un recentissimo saggio di Luca Ricolfi, sociologo e docente di analisi dei dati all' Università di Torino. Questo 'lavoro' parte dalla considerazione di quanti siano "i miliardi di euro che se ne vanno ingiustificati dalle regioni settentrionali".  L' autore sostiene inoltre: " come gli individui, anche i territori e le loro istituzioni devono meritare il sostegno che ricevono: l' eguaglianza senza il merito conduce all'opportunismo e all' irresponsabilità. E' di sinistra o di destra questa idea? Nè l'uno nè l' altro, è semplicemente un' idea liberale. Perchè l' essenza del liberalismo non è venerazione del mercato, ma la fiducia nella società aperta, fatta di individui posti nelle condizioni di esercitare la loro libertà".  Condivido pienamente. Con un' aggiunta, se posso permettermi, che ritengo però essenziale. Per realizzare questa società occorre costruire un sistema delle 'pari opportunità'. Se tutti avranno la possibilità di muoversi dalla stessa 'linea di partenza' (territori, categorie, generi ma soprattutto individui), allora si potrà dare autentico senso e spessore non solo alla meritocrazia ma soprattutto alla libertà stessa. Quest' ultima valutazione costituisce una delle ragioni principali che motivano il mio stare 'da questa parte del campo'.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 7 commenti -
La meritocrzia è garantire a tutti di poter partire alla pari. Questa è la verità, invece tanta gente si lascia prendere la mano dal fatto che significhi "mi merito" ...perchè ho specifiche caratteristiche: origine, residenza, cultura... Molti ancora pensano che significhi solo ed esclusivamente valorizzazione della bravura. Certo, anche ma non solo. Il merito viene prima ed è appunto a livello della linea di partenza.
Scritto da Francesca il 22/4/2010 alle 15:43
I leghisti che tanto parlano di merito, di scuola federale perchè quelli che non sono lombardi devono mettersi "dietro" e non togliere "il pane di bocca" agli indigeni, come lo giustificano il fatto che il merito non è stato nemmeno preso in considerazione nell'accesso a una carica pubblica come il consiglio regionale dove, guarda caso, si guadagna parecchio e a vent'anni i giovani uno stipendio così se lo sognano?
Scritto da P eV. il 22/4/2010 alle 15:54
Tutti nelle stesse condizioni di partenza: parole sacrosante. Invece mia figlia ogni anno non può andare in vacanza studio con la scuolaperchè non ce lo possiamo eprmettere ed è bravissima a scuola, non potrà fare l'università se non lavorando (se lavorerà mai) e l'altro giorno mi ha detto quale colpa ha lei se è nata in una famiglai di sfigati!!!
Scritto da Sonia il 22/4/2010 alle 16:07
Questa è una idea federale che non sa di difesa a oltranza di "quel che è mio è mio", bensì che poggia sulla convinzione sia di una effettiva equa distribuzione delle opportunità, sia del riconoscimento meritocratico. Ma mi chiedo, come sia possibile attuarla, non solo con questa maggiornaza di governo arroccata sulla distinzione di origine e sull'esaltazione del privilegio di pochi ricchi, maa anche la sinistra poco convinta e poco convincente.
Scritto da Luca B. il 22/4/2010 alle 16:23
Pari opportunità, ancora con la storia delle donne che devono avere spazi? Ma basta, diamo spazio ai giovani, ai neo laureati, a quelli che han preso un diploma e devono far eun mestier eper il quale han studiato. Basta con gli statali che fanno niente, pari opportunità significa che tutti i posti di chi "scalda una sedia" e prende lo stipendio a ufo vanno lasciati liberi per i giovani. Mio nipote, che fa la ragioneria se lo merita o no un posto in banca o in provincia o in comune?
Scritto da Ermanno il 22/4/2010 alle 16:29
Sentivamo queste idee, più o meno simili, agli inizi degli anni ottanta quando, ancor giovinotti, ci venivano riferiti certi programmi politici di tali Umberto Bossi, Giuseppe Leoni, Roberto Maroni... "L'eguaglianza senza il merito conduce all'opportunismo e alla irresponsabilità" e ci venivano indicati infiniti esempi concreti... Sono trascorsi alcuni decenni da allora e quegli infiniti esempi concreti li vediamo ancora. Forse che con l'età siamo diventati noi un pò... corti di vista?
Scritto da Decenni fa... il 22/4/2010 alle 18:12
@Sonia. Ti siamo molto vicini perchè comprendiamo in pieno quanto scrivi nel tuo commento di grande intensità, oseremmo dire, esistenziale. Un augurio e una speranza: che la tua figliola possa ricredersi sulla sua famiglia e, in particolare, possa trovare la possibilità di sentirsi realizzata e valorizzata per quello che è. Nonostante le difficoltà. Forza e coraggio!
Scritto da Genitori lombardi il 22/4/2010 alle 18:19
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