Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 9/5/2010 alle 12:26

 9 Maggio 1978. Esattamente 32 anni fa. Due delitti feroci firmati mafia e br.  A Roma in via Caetani veniva ritrovato il corpo del Presidente della Dc Aldo Moro, a Cinisi, in Sicilia, nelle stesse ore, veniva assassinato Peppino Impastato giovane militante di sinistra e conduttore radiofonico che aveva fatto della lotta alla mafia una scelta di vita. Due vicende con origini, sviluppi ed intensità diverse: da una parte il grande ed indimenticabile statista democristiano, dall' altro un ragazzo coraggioso che cerava di combattere il cancro, i derivati e la cultura (se si può definirla in tal modo) dell' organizzazione mafiosa. Queste morti, nello stesso giorno con una che 'mediaticamente' sovrasta la seconda (e non poteva che essere così), segnano drammaticamente un periodo tragico per il nostro Paese, un momento caratterizzato da innumerevoli episodi collettivi ed individuali che oggi mantengono intatto un insegnamento che dovrebbe aiutarci ad essere migliori. Due episodi distinti, ma più 'unibili' di quanto non si possa immaginare. Per quelli della mia generazione che si affacciavano alla politica Moro era un maestro e il giovane, fino ad allora sconosciuto coetaneo, è diventato un eroe. Per cui mi piace accostarli provando, seppur in modo diverso,  devozione per entrambi; non solo per la coincidenza che gli ha visti 'cadere',  in luoghi lontani e vicini, lo stesso giorno. 

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 12 commenti -
E' molto bella questa tua riflessione. Ero al quarto anno di liceo allora e, ricordo come fosse adesso, tutti noi studenti abbiamo manifestato, con lo stile che ci apparteneva e con le forme più varie, la nostra paura ma anche la forza di dire dei no decisi a certi soprusi. Oggi mi fanno paura i tanti, troppi silenzi e una forma di "abitudine assonnata" a tutto quel che accade. Grazie Paolo, metterò su FB questo tuo post.
Scritto da Luisa Oprandi il 9/5/2010 alle 14:43
Ci ricordiamo quei periodi con orrore, ma la gente reagiva, i giovani riempivano le piazze. Oggi siamo davanti a mali altrettanto oscuri, che strisciano come silenziosi serpenti nelle nostre città e nel nostro Paese, ma stiamo zitti, nel sicuro spazio del "fin che non diventa un problema mio, non me ne frega niente". Fa bene senatore a rinnovarci almeno la memoria.
Scritto da Borghi. S. il 9/5/2010 alle 15:13
no grazie,mi spiace caro senatore ma non posso essere d'accordo con leI,l'unica cosa che unisce Moro ed Impastato è la data di morte non altro.Moro sara stato anche un maestro,ma era sopratutto IL POTERE,Impastato"suicidato"come si cerco di far passare la sua morte era contro tale potere in sicilia rappresentato dalla mafia e dalla DC.Solo il lavoro di controinformazione di parenti e compagni ne hanno fatto un eroe,ristabilendo la verita sulla sua morte.ABBIAMO MODI DIVERSI DI LEGGERE LA STORIA
Scritto da ANGELO M il 9/5/2010 alle 15:14
@ANGELO. Moro è stato vittima del potere. Impastato ugualmente. La riflessione di Rossi è coerente, li tiene distinti ma trova il modo di unificarli, perchè appunto il potere ha assassinato entrambi.
Scritto da Fulvio il 9/5/2010 alle 15:19
Rocordare è la cosa più importante, comunque si legga la storia o si voglia leggerla; meno male che c'è chi non dimentica. Questo conta.
Scritto da Salvatore il 9/5/2010 alle 15:26
Anche io ritengo che sia ora di imparare a guardare la storia per quel che ha da isnegnarci. Queste due morti, nella loro diversità perlaltro detta nel post, ci isnegnano la stessa cosa: che il potere uccide e che contro il potere che uccide ci si ribella.
Scritto da Massimo il 9/5/2010 alle 15:33
Moro e Impastato accostati sono un bel modo di dire che dalla storia si impara per costruire un domani diverso.
Scritto da MF il 9/5/2010 alle 15:59
@Borghi S. - Sottoscriviamo in pieno il tuo commento. L'indifferenza, cinica e a volte anche spietata, è un male (oscuro?) che disumanizza la nostra vita. Ognuno di noi preferisce starsene rinchiuso nella sicurezza del proprio orticello...
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 9/5/2010 alle 17:11
Seguo questo blog con interesse e in questa occasione ho da aggiungere solo una cosa: i giornali odierni del ritrovamento 32 anni fa come oggi del cadavere di Moro non parlano. Non meravigliamoci se, purtroppo, i giovani non sanno ricordare.
Scritto da Mario il 9/5/2010 alle 20:29
Una delle poche voci che ha ricordato queste due persone: Moro e Impastato. Credo che andrebbe recuperata la vastità di pensiero del primo e l'impegno in prima persona del secondo. La prima che sia d'esempio e ispirazione politica; la seconda che sia esempio per chi vuole impegnarsi in prima persona per cambiare le cose.
Scritto da Silvano De Prospo il 9/5/2010 alle 23:52
Non è la "mia" o la "tua" lettura della storia a contare oggi: Moro e Impastato sono vittime, con pari dignità di memoria, dei poteri forti delle forze che intaccano la democrazia, lo Stato, il diritto alla libertà. La storia ha voluto che fossero accomunati dal destino e dal momento. A noi tocca riparlarne ai giovani, a chi perde il filo della memoria collettiva, a chi vive l'oggi senza legarlo al passato.
Scritto da Nottambulo il 10/5/2010 alle 00:04
Grazie della nota. Caso vuole che è simile a quella che abbiamo pubblicato sul sito della lista civica della quale faccio parte, in un comune vicino a Como. Moro e Impastato morti facevano comodo allo "status quo". Il primo, massacrato da ignoranti criminali e piccole pedine, per quanto proponeva dava fastidio ad entrambe le sponde della guerra fredda. C'è l'impressione che la "terza via" tanto esaltata dal blairismo poteva sorgere in Italia, migliorata ed a livello più alto, 20 anni prima.
Scritto da FrancescoG. il 10/5/2010 alle 12:41
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