Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 18/7/2010 alle 15:32

 Tina Anselmi, partigiana, per anni deputato dc e ministro, nei primi anni 80' fu nominata Presidente della Commissione che indagò su Licio Gelli e la P2. Di quel 'lavoro' documentò tutto in più diari, che ad autunno, in collaborazione con la giornalista Anna Vinci, diventeranno un libro. Proprio in quel periodo, come segretario dei giovani dc, ebbi il piacere, ma vorrei poter dire all' antica,' l'onore', di conoscerla. Donna straordinaria, dolce e granitica insieme. Oggi nel nostro martoriato Paese per una rappresentante 'il gentil sesso' (se non sei attrice di regime, velina o giù di lì) è difficile arrivare agli apici della politica. Figuriamoci allora. Capace e determinata come non mai si buttò a capofitto in quella missione anche affascinante ma di sicuro delicata e difficilissima. Fece bene. Oggi viviamo momenti gattopardeschi (tutto deve cambiare purchè nulla cambi); da allora ci sembra sia passato solo 'un giro del sole'. Respiriamo affannosamente quella stessa aria opprimente,  insopportabile, pesante e viziata. Tina,  come una splendida statua, è ancora ferma ed immobile, nella sua granitica bellezza, ad indicarci la via, ma il suo sguardo triste manifesta quanto sia più dolorosa e profonda l'intensità di una sconfitta reiterata nel tempo.  

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 14 commenti -
Mi sono ritrovata anch'io in questi giorni riflettere su quanto noi dobbiamo a questa grande donna,senza la legge che vieta (per farla corta)la ricostruzione della P2 e che porta il suo nome forse i magistrati non avrebbero potuto portare alla luce le trame dell'odierna P3. L'ho conosciuta anch'io,una volta l'ho vista a Varese e alcune sue frasi mi hanno colpita davvero."La democrazia è una pianta che va coltivata giorno per giorno".Parlava della disaffezione degli elettori verso l'urna dicendo
Scritto da PD Speranza il 18/7/2010 alle 18:00
che era preferibile un voto a destra al non voto. Un'altra volta,una vita fa la vidi aMilano ad un convegno di donne partigiane, parlarono sul palco lei e Nilde Iotti Io giovanissima e tutta di sinistra pur apprezzando il discorso della Iotti, fui sopratutto affascinata dalla colta semplicità diTina Anselmi. Mi hanno detto che non gode di buona salute..forse dovremmo onorarla pubblicamente prima del grande passo. Una sola cosa, allora per molte ex-partigiane il passaggio alla politica era cosa logica
Scritto da PD Speranza il 18/7/2010 alle 18:11
Ah, caro senatore, vuoi proprio commuovermi? Pericle deve aver “lavorato” bene se dopo una serata con il vicesegretario nazionale pubblichi un post sulla Anselmi. Avevo sperato che, nel 2006, diventasse la nostra Presidente della Repubblica, lei donna libera, coraggiosa e pulita. Sicuramente la migliore tra tanti e, certamente non “migliorista” (Napolitano). Il corso delle “cose” sarebbe stato diverso. Ah, quante le firme che NON avrebbe apposto, conferendo così dignità al popolo italiano.
Scritto da Mafalda il 18/7/2010 alle 19:02
Libera, coraggiosa e pulita. Una donna come tante donne in politica, che però vengono tenute dietro le quinte se non sono esse stesse a scavalcare gli "orti conclusi" dentro cui i signori uomini le vorrebbero limitare. Quelle che, tramite la stampa, conosco del vostro partito sono donne così. Libere perchè dicono quel che pensano. Coraggiose perchè non vedo mai nessun maschio (tranne lei e Adamoli) parlarne o sostenerle. Pulite perchè sono come un libro aperto. Sono "temute" per queste doti?
Scritto da Nottambulo il 19/7/2010 alle 00:48
Si Nottambulo. Sono temute per queste ed altre doti e poi, inutile girarci in giro, viviamo ancora in una società in cui la donna vive una condizione di subalternità. Si intravedono, per la verità, 'milioramenti' ma mi pare ci sia molto ancora da fare. Poi fra loro c'è anche qualche 'furbetta' che utilizza questa stessa condizione per, in qualche modo, 'emergere'; è questa una minoranza che mi infastidisce ma assolutamente trascurabile. E proprio una come Tina Anselmi, per me, è un monumento non solo come 'donna', ma come politico. Quel suo 'dolce rigore' mi ha sempre affascinato. Anche a me, come a Mafalda, mi sarebbe piaciuto vederla Presidente della Repubblica senza nulla togliere al Napolitano 'migliorista' per il quale, nonostante tutto, riesco a provare solo sentimenti di affetto e ammirazione. Sono certo però che la maggior fermezza dell' Anselmi sarebbe stata utile al Paese non tanto dal punto di vista semplicemente 'tecnico-politico' quanto 'morale'. Mi fermo qui. Quando posso e ho tempo e voglia mi piace dialogare sul blog. Non lo trovo affatto stucchevole come qualcuno ha da insegnarci ma a casa propria senza infantili competizioni (quelle sì stucchevoli), fino a quando si può, ognuno è libero di comportarsi, come crede. Alla prossima.
Scritto da paolo.rossi il 19/7/2010 alle 07:41
Molto bello questo post che vuole ringraziare, guardandosi indietro. La vicenda politica di Tina Anselmi insegna una cosa fondamentale: quel che conta è avere passione, cuore, voglia di essere presente alle situazioni e al servizio della collettività, locale o nazionale che sia. Nella nostra società occorre innestare e fare crescere l'idea che il bionomio donna/politica è possibile, anzi dovrebbe essere naturale. Una cultura che aiuti uomini e donne (continua)
Scritto da Luisa Oprandi il 19/7/2010 alle 09:51
Le donne a non sentirsi inadeguate nel ricoprire incarichi amministrativi, gli uomini a non pensare che, sempre e comunque, le donne debbano essere "tenute a bada". L'espressione è mutuata da modi di dire più volte sentiti (ahimè anche in ambito molto vicino). A me è capitato di essere ufficialmente rimproverata perchè avevo scritto una Lettera al direttore su un giornale in cui parlavo del valore della scuola nel mio rione. Medioevo? No, solo tanta strada ancora da fare. (continu)
Scritto da Luisa Oprandi il 19/7/2010 alle 09:54
E quando mi sono sentita dire che avrei dovuto prendere esempio e imparare da un'altra donna che invece "prima di scrivere mi dice cosa scriverà e poi mi fa anche correggere quel che scrive", ho deciso che avrei scritto ancora più di pirma e , con educazione, avrei espresso il mio parere, partecipando alla vita della mia città o della mia provincia, senza nascondermi. Poi è vero, ha ragione Paolo, qualche furbetta esiste e ciò mi dispiace.
Scritto da Luisa Oprandi il 19/7/2010 alle 09:58
NOTA TECNICA: Ogni tanto, nei commenti, ho commesso errori di 'battitura (e non solo di battitura). Purtroppo mentre il post può essere costantemente corretto, il commento, una volta approvato, non può più essere modificato. Lo dico scusandomi con tutti ma in particolare con le persone che mi hanno segnalato errori vari. Grazie per questa attenzione che avete. Per me è intanto utile e poi la ritengo quasi una piccola prova di affetto.
Scritto da paolo rossi il 19/7/2010 alle 12:14
La condizione di subalternità donna/uomo che tu accenni non dovrebbe più esserci. Al contrario, sarebbe ancora indispensabile proclamare e praticare la differenza fra questi due generi che, inutile negarlo c’è e deve esserci. Non le sole differenze fisiche e biologiche ma anche mentali e culturali. Penso questo non per “limitare” il mio genere femminile ma per “delimitarlo”, tracciando cioè confini ben precisi oltre i quali - come assistiamo ogni giorno nella società, in politica e nei luoghi di
Scritto da Mafalda il 19/7/2010 alle 13:08
lavoro - vi è solo una pessima emulazione, da parte delle donne, dei comportamenti maschili. Ora sto per scrivere un esempio che potrebbe far insorgere l’universo femminile del blog. Certo, è un esempio tutto “francese”, un esempio isolato però, a quando in Italia?. E’ questo: se fossi stata una donna francese mi sarei sentita svilita ed offesa dal ministro Rachida Dati che si presenta al ministero a cinque giorni dal parto della sua bambina. Che cosa ha voluto dimostrare con questo?
Scritto da Mafalda il 19/7/2010 alle 13:10
Un bel quadretto mi è sembrato, invece, quello che ha visto le forze armate spagnole sfilare davanti ad una giovane donna con il pancione al 7° mese nel ruolo di Ministro alla Difesa spagnolo. Due esempi e due messaggi diversi. Spero di non attirarmi nessuna ira femminile ....
Scritto da Mafalda il 19/7/2010 alle 13:12
Concordo con Mafalda sulla questione Dati e apprezzo Luisa Oprandi, che non conosco se non per le cose che scrive, perchè la libertà di pensiero, se bene gestita, è una ricchezza per tutti. Il modo di pensare, di esprimersi, di agire, di intuire delle donne, spesso così diverso da quello maschile, è esattamente quanto manca alla politica esclusivamente gestita dai maschi. So che lei sentaore concorda e spero che anche chi ha il paraocchi si ravveda.
Scritto da Massimo il 19/7/2010 alle 18:45
Ci sarà qualche"furbetta"ma ci sono anche tanti "furbetti"! E la tattica per far carriera non cambia, essere servili con il "padrone "di turno. Non mi meraviglio dell'inconveniente capitato alla Oprandi vista la "democrazia interna" al Partito di Varese e vista anche la levatura oserei aggiungere..Ma dire che nelPartito c'è una donna così ossequiosa al volere dei "capi"da annulare la propria personalità senza farne il nome è un pò come gettare il sasso che intorbida lo stagno.O forse no..vox populi..
Scritto da democratico bustocco il 20/7/2010 alle 00:19
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