Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 18/8/2010 alle 14:30

 Nonostante sia, da un pò di tempo, fuori dalla mischia e dalla 'politica attiva', è proprio il caso di dire: 'tempi duri' per Tony Blair. Il suo recente libro, resoconto della sua carriera politica, è al centro dell' interesse mediatico britannico e non. L' ex Premier (ah i sensi di colpa!) ha annunciato che i proventi di questo 'lavoro' sarebbero stati devoluti alla Royal British Legion, l'associazione che aiuta i reduci ed i familiari delle vittime di guerra. Reazione di questi ultimi lapidaria e durissima: "non vogliamo soldi sporchi di sangue". Risposta laconica, dolorosa ma comprensibile. Blair è stato un grande, l'idea, geniale e concreta del New Labour, ha dato speranza e fiato a tutta la moderna sinistra europea.  Bravissimo in politica interna, sulla guerra in Iraq ha però toppato, indebolendo, tra l'altro e come non mai, i laburisti inglesi, assumendo un ruolo da valvassino degli 'stelleastrisce' (non peggio di noi ma quasi) e raccontando nella fattispecie, ai britannici ed al mondo intero, un mare di frottole. Su quella guerra è caduto e si è interrotto un sogno. Certe scelte si pagano. A proposito, oltre ad una condivisibile collocazione, che anche noi italiani abbiamo nel contesto democratico internazionale, è proprio 'bestemmiare in chiesa' azzardare un ripensamento sul 'ruolo occidentale'  in Afghanistan?

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 14 commenti -
d'accordissimo sulla reazione della British Legion e anche sul tuo commento. Su una cosa sola dissento: l'atteggiamento della Gran Bretagna, prono alla volontà americana, è stato ancora più imbarazzante di quello dell'Italia. Ovviamente sono favorevolissimo a rivedere la nostra presenza in Afghanistan: lo ero fin dai tempi del governo Prodi...
Scritto da davide il 18/8/2010 alle 15:38
Caro senatore, Blair ha mentito sapendo di mentire. Questo è il vero errore che ha commesso, un errore gravissimo che giustamente gli inglesi non gli hanno mai perdonato e che va oltre la partecipazione alla guerra in Iraq. Qualche dubbio ce l'ho invece sull' Afghanistan nel senso che lasciare tutto e venir via, a questo punto, sarebbe un consegnare in modo definitivo ai talebani quel paese martoriato, con rischi evidenti per quella gente e anche per tutto il resto del mondo.
Scritto da Borghi.S. il 18/8/2010 alle 15:51
Forse per quanto riguarda l' Afghanistan non ci si muove da quel posto per ragioni semplicemente economiche e per la posizione strategica di quel territorio. Non crede che sia una storia debole quella di essersi accampati laggiù per tutelare gli afgani e la democrazia? Perchè in tante zone dell' Africa si sono massacrati per anni senza che nessuno intervenisse? Forse perchè in regioni così povere non conviene e non ci si guadagna?
Scritto da Alessia il 18/8/2010 alle 16:33
La situazione, cara Alessia, è assai complessa e, obiettivamente, non può essere così facilmente schematizzata anche se, mi è doloroso ammetterlo, c'è amarissima verità in quello che affermi.
Scritto da paolo rossi il 18/8/2010 alle 16:37
Senza offesa ma adesso capisco proprio perchè il PD non potrà raccogliere i consensi che si aspetta. 20 iscritti 20 posizioni diverse su qualsiasi problema. Sarò un tantino rigida ma credo che la scelta del campo in cui stare, anche in tema di politica internazionale, deve essere una e comprensibile. Il sono per la missione in Afghanistan però, ma, vediamo eccetera, eccetera, eccetera crea solo gran confusione nell'elettorato.
Scritto da E.F. il 18/8/2010 alle 17:15
E.F., sinceramente 'non la puoi fare così facile'. Le situazioni complesse ed in continuo divenire richiedono sempre e comunque un 'supplemento di riflessione'. Che poi, in un partito autenticamente democratico, ci sia dibattito vero su questioni di questo genere e, una volta tanto, non per il cadreghino o giù di lì, è tutto furchè accadimento sgradevole. Non dico semplificando che si deve andar via da quel posto travagliato. Penso però che, di fronte alla parziale efficacia dell' azione militare, occorra pensare ad una presenza diversa. Non è facile, me ne rendo conto, ma uno sforzo in tal senso merita di essere prodotto. Occorre, nel caso, usare il cuore ma anche la testa. Dice un detto Zen (quelli che a te non piacciono): "Sii padrone della mente anzichè essere padroneggiato dalla mente".
Scritto da paolo rossi il 18/8/2010 alle 18:54
Si senatore, hai ragione. Ripensare ad una decisione presa, qualsiasi sia l'esito finale della revisione in ballo è per me segno di profondità e maturità. Diffidare sempre di chi ha in tasca, o crede di avere in tasca, o fa credere di avere in tasca, soluzioni preconfezionate per tutto.
Scritto da Mario il 18/8/2010 alle 19:59
E.F. "con i suoi senza offesa" continua ad offendere e prendere per i fondelli. Irritando, ma alla fine prendendo per i fondelli solo sè stesso e offendendo la propria intelligenza (sempre che ve ne sia traccia). Speravo vivamente che raccogliesse il suo invito ad andare in vacanza, purtroppo vedo che non è stato così. Lei, senatore, è molto paziente. Non so se per dovere o per scelta, in ogni caso... complimenti.
Scritto da Francecamp il 18/8/2010 alle 22:27
Carissimo senatore, il tema mi appassiona. Ci chiedi e ti chiedi : “è proprio 'bestemmiare in chiesa' azzardare un ripensamento sul 'ruolo occidentale' in Afghanistan?” E la risposta la dai subito dopo nel tuo commento/risposta ad E.F.: “Penso però che, di fronte alla parziale efficacia dell' azione militare, occorra pensare ad una presenza diversa. Non è facile, me ne rendo conto, ma uno sforzo in tal senso merita di essere prodotto. Occorre, nel caso, usare il cuore ma anche la testa”. Credo sia la risposta giusta. Io comunque la trovo coerente con i dettami della mia coscienza e col manifesto dei Valori del Partito democratico che, già al paragrafo 2 , dice testualmente che: “La sua progettualità politica non può prescindere dagli scenari aperti dalla globalizzazione: un processo che instaura legami sempre più fitti e irreversibili di interdipendenza fra nazioni, popoli e culture a livello planetario”. La progettualità politica del PD non può quindi che essere finalizzata alla ricerca della pace, condizione indispensabile perché si affermi quello scenario “di interdipendenza fra nazioni, popoli e culture”. “Bestemmiare” è sostenere il contrario, è pensare che non vi sia altro da fare che intensificare le azioni di guerra, che si tratti di Afghanistan o altri paesi. E non serve trincerarsi dietro “Responsabilità Internazionali” assunte anche in virtù dell’art 11 della nostra Costituzione. Il manifesto dei valori è esplicito e parla di responsabilità assunte“in conformità all’art. 11 della Costituzione preso nella sua interezza” . Applicato cioè nel suo spirito che è profondamente pacifista, al punto che anche quando in esso si parla di “limitazione delle sovranità necessarie ” ne chiarisce immediatamente le finalità e cioè il perseguimento di obiettivi di Pace e Giustizia e mai menziona la guerra.
Scritto da Giovanniderosa il 18/8/2010 alle 22:38
Perchè anche E.F, in mezzo a piccole grandi provocazioni, ci può offrire anche lei (dovrebbe essere signora/signorina) spunti di discussione. Irritante è irritante di questo non c'è dubbio ma va beh....finchè reggo.
Scritto da paolo rossi il 18/8/2010 alle 22:42
Grazie anche a Giovanniderosa che produce sempre riflessioni approfondite, circostanziate e meritevoli di particolare interesse. Anzi approfitto per chiederti, Giovanni, di inviarmi i precisi riferimenti del tuo sito. Penso sia utile poterlo divulgare. A presto.
Scritto da paolo rossi il 18/8/2010 alle 22:52
Commentavo in "Preghiere a Ground Zero": "Tutte le prese di posizione ad elevato valore simbolico (quale quella di Barack Obama) hanno sicuramente un effetto emotivo molto forte ma rischiano di essere elusive dei veri problemi. La "questione islamica" rimane aperta e lo rimarrà sino a quando le relazioni internazionali saranno sbilanciate sugli interessi occidentali". Quindi, è sugli interessi occidentali che bisogna riflettere e sulla compatibilità di questi con il principio della
Scritto da Mafalda il 18/8/2010 alle 23:17
"autodeterminazione" dei popoli. La soluzione della questione non è per niente facile. Ogni scelta potrebbe essere controversa. In ogni caso, rimane il fatto che tale problematica internazionale (per usare le parole che hai utilizzato in un commento): "E' cosa da grandi".
Scritto da Mafalda il 18/8/2010 alle 23:25
La questione, Mafalda, sta esattamente nei termini che hai descritto. Il gesto o la 'presa di posizione' simbolica non risolve, ln sè, il problema ma, come si dice, 'segna la via' e traccia un percorso. Mi pare importante.
Scritto da paolo rossi il 19/8/2010 alle 07:57
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