Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 19/8/2010 alle 13:46

Sfogliando i giornali, ho letto ('un trafiletto' in quanto la notizia in sè non è fra le più eclatanti) che oggi compie gli anni Nanni Moretti (1953) regista ed intellettuale romano nato però nella fredda, altoatesina Brunico.  Uno che provoca reazioni contrastanti e che divide: si ama o si odia. Appartengo al primo gruppo nonostante l'uomo sia decisamente un burbero-antipatico. Oltre alcune sue splendide opere cinematografiche in questo momento, su tutto, mi passa nella mente la sua celeberrima richiesta, invocante e insieme un pò rabbiosa, di dire 'qualcosa di sinistra'. Una sorta di lamento, da un lato, per una collocazione che perde fatalmente intensità e, dall'altro, il desiderio, neanche tanto inconscio, di alzare nuovamente in cielo il vessillo di un'appartenenza. Il grande ed indimenticato Giorgio Gaber andava oltre con la sua ripetitiva e martellante 'cosa è di destra e cosa di sinistra'?  Può avere ancora senso una distinzione di siffatta natura?  L'unica che vedo, dalla mia parte del campo, non trae semplicemente origine nella dottrina politica, ma è fatto banalissimo nella sua essenzialità: sinistra è stare con i più deboli. 

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 26 commenti -
Il comunismo, considerando l'impostazione che ha dato nel suo post il senatore, è di sinistra? Ma per piacere. Russia, Cina, Cuba non ci dicono niente? Se questa è la sinistra io sono dall'altra parte.
Scritto da E.F. il 19/8/2010 alle 14:30
Caro Senatore: sinistra è stare con i più deboli? Non so! Dobbiamo difendere i lavoratori o il lavoro? E potrei andare avanti. La mia sinistra, il mio PD, vorrei stesse da entrambe le parti, equidistante, capace di difendere trasversalmente tutti per il bene di tutti. E dalla parte del lavoro, non dei lavoratori. Difendere il lavoro significa (a mio modo di vedere) difendere il diritto dei lavoratori di lavorare e il diritto degli imprenditori di far lavorare. Con regole certe che tutelino tutti
Scritto da Fabio il 19/8/2010 alle 16:23
Condivido Fabio. E' chiaro che affermare di essere dalla parte dei più deboli è sacrosanto ma alquanto generico. Stare dalla parte del lavoro o dei lavoratori? Sono importanti entrambi. Credo però che non sia sufficiente il lavoro in quanto tale senza garanzie e diritti precisi per i lavoratori. Fammi dire una banalità. In Cina o a Cuba o c'è forse lavoro ma quale è la condizione individuale ed economica di chi si 'sporca le mani' e 'tira la lima'? Ad E.F. rispondo: Stai pure dalla parte che vuoi. Fammi però esprimere un parere scontato ma vero. Il comunismo ha fallito nella sua realizzazione storica. E il capitalismo? Tutto, tutto, ok? Io per altro mi sento di centrosinistra, anzi, per dire meglio, di sinistracentro senza essere mai stato comunista o socialista ma democristiano. E' possibile? Si che lo è!
Scritto da paolo rossi il 19/8/2010 alle 18:45
Sinistra è una parola abusata. Se ci rifacciamo al socialismo storico direi che essere di sinistra è sì difendere i deboli e soprattutto gli oppressi e gli sfruttati ma anche lavorare seriamente perché queste categorie non esistano più. Dove “seriamente”non significa limitarsi alla pur sacrosanta denuncia ma agire tramite le istituzioni in difesa dei diritti civili, umani, ambientali e per una redistribuzione del reddito equa e giusta. Mi viene in mente un Carlo Smuraglia padre dello Statuto dei lavoratori, Di Vittorio primo sindacalista e anche la Merlin per quanto riguarda la dignità delle donne. Poi esiste anche una sinistra velleitaria amante delle scorciatoie che portano al burrone e dalla quale è meglio tenersi ben distinti. Personalmente trovo più attuale e indicativo il termine progressista…mi piace di più..
Scritto da Maria Rossa il 19/8/2010 alle 18:46
Caro Senatore mi piace questa idea che identifica la sinistra con lo stare dalla parte dei più deboli. Dentro questa affermazione ci sono naturalmente tutte le contraddizioni del caso e il discorso è complesso non potendo esaurirsi attraverso una frase breve e secca, ma va bene così, conta lo spirito di quello che dici, conta l'evidente provocazione intelligente contenuta nel post e questo mi sembra alquanto chiaro e positivo.
Scritto da Borghi.S. il 19/8/2010 alle 19:01
Caro senatore, potrei apparirti troppo scortese se ti dicessi di leggere il mio concetto di destra/sinistra che ho appena lasciato sul blog di Adamoli? Sarebbe una ripetizione se lo replicassi anche da te. Il tuo post, però, mi stimola una nuova riflessione che riguarda i bizzarri confini della geografia politica italiana, dove lo spazio si arricchisce, di giorno in giorno, di nuove delimitazioni. Vedo che ti definisci di “sinistracentro”. Quindi, senza trattino? Già, perché riunioni e riunioni
Scritto da Mafalda il 19/8/2010 alle 21:21
si sono sprecate nel “mondo PD” per decidere sulla “valenza metafisica e politica” del trattino. Una cosa è definirsi di “centrosinistra”; altra cosa è dichiararsi di “centro-sinistra” e via discorrendo. Ora tu introduci il concetto di “sinistracentro” che porterà, inevitabilmente, ad una reazione categoriale dei “sinistra-centro”. E tutto questo alle soglie del primo vero congresso del PD (che non è DP). Mi capisci che trovare i candidati leader in questa situazione è molto, ma molto
Scritto da Mafalda il 19/8/2010 alle 21:22
difficile. P.S.: ho rivisto, dopo molti anni, “La messa è finita” di Nanni Moretti. Me la ricordavo come un grande capolavoro, mi sono addormentata sul divano entro la prima mezz’ora, non prima di essermi chiesta: “Ma come mai mi piaceva così tanto questo film?”. Amara conclusione: sacher torte e montblanc sono molto buone ma Moretti non è Totò …
Scritto da Mafalda il 19/8/2010 alle 21:24
Cara Mafalda, sei un poco complicatina ma le tue riflessioni sono sempre stimolanti. Attenta però, un trattino non è poca cosa. Così come un accento può cambiare completamente il significato di una parola. Diciamo allora che, in genere, non amo il trattino. Pone un confine, una divisione ed una separazione. Richiama la provvisorietà. Insomma il trattino è un fidanzamento e non un matrimonio. "Siamo per ora insieme poi si vedrà......". Sinistracentro e non centrosinistra invece è per ribaltare l'ordine alfabetico; una piccola ribellione? Non solo. Siccome penso che i contenuti vengano prima della collocazione politica, del posizionamento vedo, in questo periodo, l 'urgenza di anteporre la parola 'sinistra' rimarcando proprio quella necessità reclamata dal nostro Moretti (il dire qualcosa, appunto, di sinistra). Capitolo film. Mi sono addormentato davanti a grandi capolavori ma solo perchè ero più stanco del solito. Capita. Poi i film sono come la musica. Hanno una loro stagione, provocano sensazioni legate al momento che si vive, sensazioni difficilmente replicabili. Personalmente preferisco altri lavori del Nanni ma questa 'altra questione è'.
Scritto da paolo.rossi il 19/8/2010 alle 22:17
Senatore e Mafalda =: la dimostrazione del perchè il PD è debole. Vi perdete dietro discorsi pseudo intellettuali che non so se neanche voi riuscite a capire . E il trattino e non il trattino e via di questo passo. Non ci siamo e il mondo va avanti. Nell' altro blog, Adamoli, sempre con quella puzza sotto il naso, che fa il solito equilibrista. Un pò qui un pò là un ppò su un pò giù. Ma lo sa che la Democrazia Cristiana non c'è più. Alla fine meglio Marantelli. presuntuoso ma almeno chiaro.
Scritto da E.F. il 19/8/2010 alle 22:51
Il 9 novembre 1989, col crollo del muro di Berlino, sono andate in crisi tutte le ideologie nate tra ‘800 e ‘900. Tutte, perché ciascuna legittimava e sosteneva le altre in un gioco di reciprocità assoluta e vitale. Il fallimento del “comunismo “ come sistema è sotto gli occhi di tutti, com’è sotto gli occhi di tutti il fallimento del “capitalismo” . Il primo fallimento non fatichiamo ad accettarlo e riconoscerlo perché i risultati sono nel crollo dei “regimi del socialismo reale” appena fuori dall’uscio di casa nostra. Del fallimento del “ capitalismo” ( ah, se leggessimo meglio e senza paraocchi la Caritas in Veritate ! ) siamo invece più restii a parlare perché la prova più importante è un po’ più lontana dall’uscio di casa nostra. E’ nei paesi del terzo mondo, nella loro povertà assoluta, è nelle guerre che insanguinano ancora il pianeta e nella produzione di armi che le alimentano, è nei regimi dittatoriali di ogni continente, sostenuti dall’occidente ricco che punta ancora ad impadronirsi delle loro risorse naturali. E’ nelle mutazioni del clima, è nei disastri ambientali figli di una politica di rapina, nata dentro l’egoismo e l’edonismo “capitalista”. Ma la prova è anche dentro casa nostra, dove si allarga la forbice tra ricchi e poveri, dove aumenta la precarietà e non solo tra i giovani, dove valori forti come la solidarietà, la sobrietà, il senso di “essere comunità” e il primato dell’interesse collettivo hanno lasciato il posto a valori opposti ed effimeri, che ruotano intorno al mito di se stessi come centro dell’universo. Il senatore dice che “essere di sinistra oggi significa stare con i più deboli”, è esattamente quello che penso anch’io e per esprimerlo ho sempre usato un’espressione simile: “essere dalla parte degli ultimi”. Non credo perciò negli equilibrismi e nelle equidistanze : come cattolico poi mi sento figlio di don Tonino Bello e lui diceva che anche Maria era stata “donna di parte”, col suo Magnificat si era schierata apertamente con gli ultimi. Si, sono di parte anch’io e così, per fare un esempio, tra l’astrattezza del lavoro e il lavoratore in carne ed ossa scelgo il lavoratore
Scritto da Giovanniderosa il 19/8/2010 alle 22:57
Cara (si fa per dire) E.F. Perchè, ancora una volta, sprecare per te le mie manine sulla tastiera? Non è il dissenso che mi infastidisce, credimi, ma come è costruito oltre che un tono, diciamo così, un tantino arrogante. Allora per te trascurerò, per una volta, i miei eruditi riferimenti a Confucio, Zen, Bibbia Schopenhauer e via di questo passo per tuffarmi in un più semplice, ma non meno effiace ed adeguato, detto popolare: "raglio d'asino non sale in cielo".
Scritto da paolo rossi il 19/8/2010 alle 23:03
Che bel 'manifesto, Giovanniderosa. E' un bel pò di 'sinistra' e, qualcuno direbbe, 'movimentista'. Per questo lo sottoscrivo (può sembrar e 'suonar' strano ma così non è) da ex-dc, ex-ppi, ex-margherita (e speriamo di fermarci qui) con ancora più convinzione.
Scritto da paolo rossi il 19/8/2010 alle 23:12
Esageri Senatore. Ho solo espresso la mia opinione.
Scritto da E.F. il 19/8/2010 alle 23:16
Anch'io.
Scritto da paolo rossi il 19/8/2010 alle 23:18
Non credo sinceramente che abbia importanza o meno definirsi di sinistra. La realtà in fondo non mi pare complicata. In tutta Europa lo scontro politico è fra una forza progressista ed una conservatrice o meglio tra una forza riformista ed una moderata. Questo manca in Italia. Un partito popolare e riformista. Le ali estreme poco contano. Il Pd è saldamente una forza riformista? Penso di no. C'è ancora troppo passato dentro questo partito e c'è da lavorare molto in una direzione nuova, ma nuova per davvero come ritengo stia tentando di fare anche con il suo blog il Senatore Rossi che stimo molto.
Scritto da Viviana il 20/8/2010 alle 00:05
Senatore, mi fa veramente piacere !
Scritto da Giovanniderosa il 20/8/2010 alle 00:22
Sul punto: sono d'accordo con Rossi. Ma visto che ci sono, siccome ho appena partecipato con un piccolo commento al blog di Adamoli, voglio dire una cosa che non c'entra nulla col tema. E' mai possibile che io, vetero comunista, PDS, DS e ora...PD possa partecipare con un minimo di interesse per la politica ad un dibattito, sia pure sui generis, solo su un blog di due ex "democristianoni" e dei miei ex compagni nessuna traccia? Ovvio che non è obbligatorio, è solo una constatazione...
Scritto da Enzo Longhi il 20/8/2010 alle 11:12
Vorrei rispondere ad E.F. che ha commentato il blog “Dalla mia parte del campo” che “Il comunismo, considerando l'impostazione che ha dato nel suo post il senatore,” evidentemente non è quello di Russia Cina e Cuba, ma quello rivolto alla soluzione dei problemi dei più deboli. O non ne vede il Signor E.F. di più deboli nei suoi paraggi? Certo evidentemente non soltanto lui, ma tutti noi, non siamo più capaci di distinguere e vedere con occhi “nostri” cioè rivolti come ai nostri interessi, il “nostro prossimo” “ L'unica che vedo, dalla mia parte del campo, non trae semplicemente origine nella dottrina politica ma è fatto banalissimo nella sua essenzialità: sinistra è stare con i più deboli. “ Certo, trovare il pelo nell’uovo in siffatta sincera dichiarazione è il massimo. E un po’ banale. Eduardo Capriglione
Scritto da eduardo capriglione il 20/8/2010 alle 11:47
Un ringraziamento sincero a Eduardo Capriglione. Condivido. A Enzo Longhi voglio dire: questo è il segno che una 'nouvelle gauche' è possibile nel nostro Paese. Una sinistra che sia in grado di superare i vecchi steccati ideologici, una sinistra moderna, popolare ed europea al passo con i tempi ed in grado di far crescere armonicamente la società , una sinistra che creda in una meritocrazia a partire, però, dalle pari opportunità (viceversa non si potrebbe definire 'meritocrazia'), una sinistra che comprenda tutte le categorie sociali ed economiche ma che sappia concretamente privilegiare, nella sua azione, i deboli o chi vive una condizione di subalternità. Si, caro Longhi, io che vengo dalla dc non ho paura ad usare il termine 'sinistra' .Mai stato comunista o socialista, anzi li ho avversati ideologicamente prima, politicamente poi. Oggi credo ad una nuova e stimolante utopia. Sognatore? Sicuramente. Di certo, io ex 'sporco democristiano', mi sento molto, ma molto, ma molto più a sinistra di tanti ex comunisti (non tutti, ho scritto tanti) perchè per me la questione non è riconducibile ad un semplice posizionamento su di un scacchiere politico ( per quello posso stare tranquillamente anche al centro), ma uno 'stato d'animo'. Il pd, in mezzo a mille difficoltà, da questo punto di vista mi stimola e mi appaga. Sono sempre stato contro i conservatorismi (fin da quando diciannovenne giovane cattolico democratico mi sono impegnato in politica). So bene che andranno affrontati, combattuti e sconfitti anche qui. Non mi tiro indietro.
Scritto da paolo rossi il 20/8/2010 alle 13:06
Ieri sera, dopo aver commentato, sono giusto uscita per un gelato, perdendomi così l’interessante commento lasciato da Giovanni che leggo solo ora. Nella pace (si fa per dire) dei giorni di ferie ho il tempo di recuperare dalla mia libreria l’opera di don Tonino “Maria donna dei nostri giorni”. E’ un bel po’ che non lo apro (e ringrazio Giovanni per lo stimolo). Si sa, confrontarsi con le parole di don Tonino è faticoso e per avere una vita più “facile” si preferisce passare oltre. Per chi non
Scritto da Mafalda il 20/8/2010 alle 16:50
lo conosce, il libro descrive le varie possibili situazioni “terrene” vissute da Maria: donna in cammino, donna del pane, donna coraggiosa, donna innamorata, donna bellissima, donna del piano superiore, donna conviviale, ecc. ecc. comprendendo anche “Maria donna di parte” (Cap. 9) ricordata appunto da Giovanni. Non vorrei abusare dell’ospitalità del senatore (sono pronta a pagargli l’affitto per l’occupazione di questo spazio) nel riportare questo brano che mi pare sia sempre calzante:
Scritto da Mafalda il 20/8/2010 alle 16:53
“Santa Maria, donna di parte, noi ti preghiamo per la Chiesa di Dio che, a differenza di te, fa ancora tanta fatica ad allinearsi con i poveri. In teoria essa dichiara l’opzione preferenziale in loro favore. Ma in pratica rimane spesso sedotta dalle manovre accaparratrici dei potenti. Nelle formulazioni dei suoi progetti pastorali decide di partire dagli ultimi. Ma nei percorsi concreti dei suoi itinerari si mantiene prudenzialmente al coperto, andando a braccetto coi primi”. Che altro dire?
Scritto da Mafalda il 20/8/2010 alle 16:54
Credo che siamo in tanti anche tra gli ex ds a pensarla come te Senatore anche qui in provincia diVarese Perciò se vogliamo battere il conservatorismo fine a sè stesso di alcuni nostri dirigenti(nel senso di conservazione cadreghino anche a scapito di nuove o anche esperte leve politicamente più efficenti) attrezziamoci alla bisogna in vista del nostro Congresso.Il programma deiCandidati alla Segret.Provinciale sarà il discrimine su cui scegliere.EVITIAMO per cortesia "unanimismi" di facciata!!!!
Scritto da Maria Rossa il 20/8/2010 alle 18:28
Ottimo, caro senatore, quando definisci di sinistra, più che la collocazione, il tuo "stato d'animo" . Pensa ai danni provocati da chi si definisce di centrosinistra e possiede uno "stato d'animo" di centro. Mi viene sempre in mente Letta, non ci posso far nulla. E Bersani lo sta raggiungendo di corsa. E' per questo che (come dicevo ieri nel blog di Adamoli) allora candidiamo Casini. Almeno la provenienza e la destinazione sono conosciute. E forse anche più chiare. E per questo più accettabili.
Scritto da Mafalda il 20/8/2010 alle 18:44
Cara Mafalda come tu scrivi: 'che altro dire?' Nulla da aggiungere ad un commento così sensibile e, semplicemente, bello. Per l'altro commento (quello sulla stato d'animo) siamo in sintonia totale (qualche mese fa non avrei mai pensato ad una cosa del genere, ma dialogando......). Cara Maria Rossa, ok. Sul congresso vorrei dirti, sinceramente, quello che penso. I problemi ed i tempi che abbiamo davanti non ci consentono di 'spaccare il partito a cuor leggero'. Davvero non possiamo permettercelo. Comunque condivido: nessun unanimismo di facciata. In ogni caso il tentativo di trovare, sui contenuti politici, un' unità di intenti, questo è doveroso. Non so se ce la faremo ma, ripeto, è doveroso e ognuno dovrà entrare nell' ottica di fare un passo in questa direzione.
Scritto da paolo rossi il 20/8/2010 alle 18:46
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