Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 18/9/2010 alle 13:52

 Torno su un mio vecchio argomento. Sarebbe molto grave sfruttare cinicamente la comprensibile emozione e rabbia ma, di certo, l' uccisione da parte dei talebani del tenente Alessandro Romani, trentesima vittima italiana, costringe tutti ad un' ulteriore riflessione. Si dirà che è la guerra (anche se nessuno è disposto ad ammettere che di vera e propria guerra si tratti) e questa una delle sue inevitabili e comprensibili conseguenze. Vero. Si dirà che in Afghanistan la presenza dei militari di diverse nazioni è strettamente vincolata ad una più ampia missione del contingente internazionale. Vero. Si dirà che l' azione di queste truppe serve in sostanza per garantire l'area e la democrazia a fronte del rischio di una sua possibile devastante compromissione. Vero. Si dirà tutto quello che si vorrà, ma quel territorio e quella zona, lo affermo con le dovute e necessarie distinzioni storiche, politiche e sociali, si sta trasformando in un altro Vietnam. Non si tratta ora e naturalmente di suonare semplicemente 'la ritirata' lasciando ognuno al proprio destino, ma di constatare il fallimento militare dell' iniziativa che consiglia, per lo meno, una sua più ampia e radicale rivisitazione.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 10 commenti -
Perfettamente d'accordo sul fatto che vada fatta una seria riflessione sugli obiettivi di questa azione internazionale ad altissimo rischio per tanti bambini, giovani, uomini e donne di ogni nazionalità, dalla popolazione civile e militare del luogo a quella dei contingenti presenti sotto l'egida della forza internazionale di pace. Le guerre se continuano è perchè i potenti le vogliono.
Scritto da Gatti il 18/9/2010 alle 14:40
Spero che almeno di fronte a questo tema non arrivino i soliti "cecchini" a sparare le cartucce delle critiche a signole persone. Nè che gli intellettuali salgano anche su questo palcoscenico per declamare il loro sapere sprezzante nei confronti di chi ha parere diverso.
Scritto da Federica Cantini il 18/9/2010 alle 14:44
Grazie Rossi per avere parlato di un giovane connazionale ucciso.
Scritto da Federica il 18/9/2010 alle 18:58
Caro Paolo, il tema della guerra in Afghanistan e quello correlato della Pace e dell’educazione alla Pace è per me il “tema dei temi” . Ha priorità su tutto. La nostra Costituzione, all’art. 11 dichiara solennemente che “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Un impegno così alto non si concretizza se non sarà il popolo stesso a prendere in mano la bandiera della Pace ( ha ragione Gatti quando scrive che “ le guerre, se le continuano a fare è perché i potenti le vogliono.“ ) e questo non sarà possibile senza un impegno concreto delle forze politiche di centrosinistra a dare una lettura più radicale e pacifista dell’articolo 11 e da essa far discendere comportamenti coerenti. Naturalmente non sono contro le missioni umanitarie, pur sapendo che anche esse possono portare talvolta al sacrificio della vita, sono anzi per il loro potenziamento, sono a favore di un loro rilancio che veda l’Italia, la sua capacità produttiva e organizzativa , divenirne elemento propulsivo. Sono invece decisamente contro l’uso distorto e strumentale che spesso se ne fa e che , come è successo in Afghanistan, può spingersi fino allo snaturamento, anche segreto, di una missione. Perché non si continuino a versare lacrime per tante giovani vittime, dobbiamo riprendere a tessere il filo di un nuovo movimento per la Pace, contro ogni guerra, per un nuovo umanesimo. In questi giorni i candidati alla segreteria provinciale del PD presenteranno le loro candidature e il loro programma. Mi piace cogliere allora l’occasione che mi fornisci col tuo post, Paolo, per chiarire che io voterò e inviterò a votare quel candidato che nel suo programma saprà fare del tema della Pace e dell’Educazione alla Pace il filo conduttore del suo impegno. Perché battersi per rendere concretamente possibile ad ogni persona di poter vivere una vita dignitosa, non significa solo garantire un lavoro dignitoso, un’assistenza sanitaria dignitosa, uno sviluppo economico sostenibile, significa coinvolgere tutti in un cammino di crescita culturale e civile che ci porti a produrre e consumare tenendo conto dell’altro: produrre e consumare, senza egoismo, senza dilapidare ricchezze naturali , materiali e immateriali, che sono di tutti, senza escludere, l’altro nelle decisioni che lo coinvolgono. Insomma voterò chi, con le sue scelte, di fatto si pone al servizio degli altri e diventa testimone di Pace.
Scritto da giovanniderosa il 18/9/2010 alle 19:40
Il tema è molto importante e delicatissimo. Fino a dove e fino a quando una missione di pace è tale e quando diventa guerra? Il passaggio non è così visibile e chiaro. Fino a quando un intervento di questa portata è utile? C'è un punto di non ritorno in cui ci si deve chiedere, forse forse dobbiamo impostare un'azione diversa? Non so rispondere con verità preconfezionate alla La Russa, il nostro Gran Federale della Difesa. Quel che è palese e fondamentale per quelle genti è sì il ruolo del contingente ma mai si deve dimenitcare che lo stesso agisce in quella zona anche perchè gli interessi strategici ed economici, ci sono e appaiono bellievidenti. In quante altre aree del mondo ci sono stati scontri sanguinari e fratricidi, penso ad alcuni Paese africani per esempio, senza che nessuno ma proprio nessuno ha pensato di intervenire per esportare la democrazia e soprattutto la pace. Come mai? Guarda caso in quei posti gli interessi economici erano inesistenti. Un caso, sicuramente un caso.
Scritto da Borghi S. il 18/9/2010 alle 19:59
Il fallimento della missione mi sembra evidente. Quella regione però è ancora, in buona misura, nelle mani dei talebani. Con buona probabilità andarsene sarebbe molto pericoloso per quella maggioranza della popolazione normale e non integralista che, senza quella tutela militare, verrebbe in modo definitivo, soggiogata.
Scritto da Mario il 18/9/2010 alle 23:37
Poche storie, non prendiamoci in giro, la presenza americana e dei suoi stati satelliti in quell' area si giustifica solo in un modo: interessi strategici, militari ed economici. Del resto, mi pare qualcuno l'abbia detto nei commenti, in tanti altri posti del mondo la regola è: lasciamoli pure massacrare fra loro, tanto qui non c'è nulla da guadagnare.
Scritto da E.F. il 18/9/2010 alle 23:44
Cara E.F. la tua/sua posizione mi sembra un poco esagerata. Certo che quegli interessi ci sono, certo che certe disattenzioni per altri angoli del mondo dipendenti da mancanza di utili economico-strategici è vera, la preoccupazione però di non abbandonare un popolo, non tanto a se stesso, ma in mano a dei fanatici integralisti e senza scrupoli dovrebbe per lo meno aggiungere, alla prima giusta considerazione, un supplemento più ampio di analisi. Però E.F. in qualche vecchio tuo/suo commento ti/si dichiaravi/a moderata. Ma par mia tant.
Scritto da paolo rossi il 19/9/2010 alle 13:05
Gli interessi ci sono, ma è anche "interesse collettivo" aiutare popolazioni schiacciate dal potere, talebano in questo caso, e da ogni forma di sopruso e dittatura, ovunque ciò accada.
Scritto da Maria Borghi il 19/9/2010 alle 13:50
E' di oggi la notizia di 5 soldati americani in Afghanistan che uccidevano civili senza motivo, li smembravano e tenevano parti del corpo come macabri trofei. Un giovane soldato aveva avvisato la propria famiglia di cose gravi che accadevano e aveva chiesto aiuto, ne erano stati informati i vertici americani ma nulla è stato fatto. Un nuovo Vietnam con tutti i suoi atroci danni: morte, violenza, popolazione civile massacrata e soldati impazziti.
Scritto da Nottambulo il 19/9/2010 alle 23:15
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