Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 15/10/2010 alle 10:56

 Per capire la violenza 'pseudosportiva', chiamiamola impropriamente  così, va bene scomodare la sociologia ma non basta. A metà degli anni '70 ero un giovane ultras e non dei migliori. Famiglia borghese, educazione cattolica, discreta cultura. Come diversi coetanei. La violenza negli stadi era più da 'ragazzi della via Pal' che da 'tigri di Arkas', ma pur sempre violenza. Per diversi giorni prima della partita pensavi poco alla competizione sportiva, molto ai 'nemici' che avresti incontrato, ragazzi dentro e fuori come te, salvo con addosso 'colori diversi'. Salivano a dismisura eccitazioneadrenalina. Il giorno dopo eri quasi pentito per gli scontri ma ti piaceva quel 'gioco pericoloso ed emozionante': eri come un drogato, un etilista. Bevi, ti diverti e poi stai male per poi ribere, ridivertirti e ristarmale. C 'era la politica ma era una 'divisa vuota', un contorno.  Girava la 'prima droga'. Virati i 50 faccio fatica a comprendere e sono basito di fronte a certi episodi. Rispetto al passato colgo un' origine fra quei giovani forse più sottoproletaria, ma non so.  Le analisi devono essere collettive, le ragioni di quella 'folle pratica' rimangono, molto spesso, intime ed individuali. Nel mio irrilevante caso i 'primi amori' mi salvarono.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 11 commenti -
Non è un caso irrilevante il suo carissimo senatore. Lei con quei primi amori ha semplicemente riempito un vuoto. Non sono uno di quelli che, da sinistra, dà sempre colpa alla società. Pensiamo però a quanto questo mondo ci propone, con le sue devianze ed i suoi modelli effimeri. Ai poteri forti, condizionanti. All' ignoranza che deve rimanere tale. Pensiamo a questa televisione che, con intorno il vuoto culturale che c'è, è responsabile di condizionare migliaia e migliaia di giovani e meno giovani. Pensiamo ai dossier ed alle "bugie mirate" per distruggere gli avversari o semplicemente per eliminare chi ti trovi tra i piedi perchè ti infastidisce o intralcia il tuo percorso. Pensiamo al danno che sta stanno procurando certi media e cosa, purtroppo, stanno seminando. Poi è chiaro che l'aspetto personale, intimo come lo ha chiamato Lei, individuale, è fondamentale ma moltissimo -fanno- i genitori, la famiglia, l'educazione, la scuola, gli amici, il lavoro, i media. Mi creda dietro a certi episodi c'è un disagio personale ma un contesto culturale, sociale e politico che non può -lavarsene le mani-. C'è dentro fino al collo.
Scritto da Borghi S. il 15/10/2010 alle 11:50
Certo Borghi S. La mia 'esperienza' personale non vuole essere una risposta, tanto meno una 'mini-analisi'. E', come spesso faccio, un pretesto, che può partire anche dalla mia vita, per aprire un dialogo su di un argomento, per provocare una discussione, un confronto, se possibile. Per quanto riguarda il Suo commento lo condivido integralmente. Come se lo avessi (se permette naturalmente), parola per parola, scritto io.
Scritto da paolo rossi il 15/10/2010 alle 12:06
i ragazzi della via pal,come lei li chiama, a varese si sono sempre distinti per connotati fascisti che sfociarono in una vergognosa gazzara quando la pallacanestro ignis affronto una squadra israeliana La sinistra ha sempre sottovalutato il fenomeno,eppure varese era allora per i tifosi di destra un modello
Scritto da angelom il 15/10/2010 alle 12:35
Hai ragione Angelom, condivido in toto. Ci furono più o meno in quegli anni, poco dopo il periodo della mia negativa 'esperienza', episodi macabri ed inqualificabili come quello con il Maccabi. Quella vicenda macchiò la città, e non solo la città, in modo davvero irreparabile. Quello che volevo dire io, senza minimizzare sia chiaro, è che nei primi anni settanta al massimo finiva in una, sempre deprecabile, scazzottata. Poi ci fu un escalation tremenda, un peggioramento fino ad arrivare ai 'disastri' che purtroppo abbiamo vissuto e conosciuto per giungere all' insopportabile situazione dei giorni nostri. Non sono di certo fiero di quel mio periodo, tutt'altro, non lo posso però nemmeno negare ed 'ovattare' con la storia- giustificativa dei 'ragazzi della via Pal'. Era però ed obiettivamente una situazione perniciosa ma diversa, molto diversa.
Scritto da paolo rossi il 15/10/2010 alle 13:39
Sa bene che io non sono tanto generosa nei confronti suoi e di questo PD. Però le fa onore l'aver parlato con coraggio ed onestà di una sua vicenda personale di questo tipo che è anche bella scomoda. Pochi l'avrebbero fatto.
Scritto da E.F. il 15/10/2010 alle 13:51
Mi piace molto il ragionamento di Borghi S. Siamo individualmente e totalmente responsabili di ogni nostro pensiero, gesto ed azione. Ma il contesto nel quale viviamo, la cultura che abbiamo avuto la fortuna di avere, ma che qualcuno non ha o non ha potuto avere , quello che oggi passa la maledetta televisione, i media, insomma tutti questi sono condizionamenti enormi che non possono essere sottovalutati. Così come questa cultura dominante e questa politica carrierista dove il bene comune non si sa neanche cosa sia. Se c'è vuoto nella testa dei giovani e se questo vuoto viene riempito in questo modo, la società deve interrorgarsi a partire dalla scuola. La politica ha anche un compito fondamentale per eliminare il degrado economico sociale che, proprio insieme alla mancanza di valori di riferimento, per questi ragazzi, in alcuni casi, diventa una miscela esplosiva.
Scritto da Un anziano il 15/10/2010 alle 14:12
Non so quanto siano fascisti gli ultras del Varese o quanto i fascisti siano entrati in quel tifo organizzato. La matrice comune è, mediamente, l'ignoranza. Se li senti ragionare ti spaventi: solo slogan, insulti, inneggiamenti al nazismo, odio per gli immigrati, odio per i gay, hai subito l'impressione che non sappiano un tubo di storia e di politica al di là di qualsiasi idea che proprio si fa fatica non a trovare ma a scorgere.
Scritto da Mario il 15/10/2010 alle 14:33
Come E.F. e altri ritengo eccezionale (nel senso di estremamente raro e molto positivo) il suo "outing", che aiuta contestualizzare fatti e situazioni. Apprezzo il suo ragionamento agile e immediato che consente di dire ragionevolmente come molto di quello che c'è oggi esisteva anche ieri. Importante cercare le forme di risposta e risolutive. Questo, come altri post, la distingue nel panorama generalmente autocelebrativo di alcuni politici suoi colleghi.
Scritto da Mariafrancesca il 16/10/2010 alle 08:59
Meno male che ogni tanto qualcuno ha il coraggio di dire che anche voi che oggi siete adulti siete stati giovani, facendo cose contro il buon senso e vivendo le nostre stesse esperienze. Quelli che sentenziano sono intellettualmente poco onesti, come quelli che non ammettono mai i propri limiti, ma continauno a volere dimostrare di essere i migliori.
Scritto da Chicco il 16/10/2010 alle 09:12
Ricordo quegli anni e ti ringrazio per la semplicità e l'immediatezza con cui li hai riportati alla memoria. Trovo sempre più vivo e realistico questo blog,
Scritto da Giancarlo il 16/10/2010 alle 09:52
La connessione tra violenza negli stadi e nazionalismo esaltato è fuori di dubbio reale. Pensiamo, senza scomodare il tatuatissimo IVAN il terribile ultras serbo, a quel nostro concittadino (putroppo per lei senatore tifoso interista) che gettò un motorino dagli spalti di S.Siro. Era stato alunno pochi anni prima di uno stimato liceo della città e poco tempo fa è stato individuato in una città italiana come membro di un gruppo neofascista.
Scritto da memoria il 16/10/2010 alle 10:07
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