Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 22/10/2010 alle 00:09

 Ho scoperto ieri, via 'documentario Sky', che in Afghanistan non ci sono più musicisti professionisti. Tutti fuggiti. Rimane quel che canta il popolo, una 'fiammella che scalda'. Nello stesso 'servizio', la notizia che un musicista afgano, profugo in Australia, ha deciso di tornare a Kabul per 'ricostruire' il Conservatorio. Bellissima news e, soprattutto, una seconda 'fiammella che scalda'.    'Dove non c'è democrazia ci può anche essere musica ma dove non c'è musica di certo non ci può essere democrazia'.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 14 commenti -
Senatore guardi che cantavano e ballavano anche durante il nazismo e fascismo.
Scritto da E.F. il 22/10/2010 alle 10:08
Cara E.F., ma non mi davi del tu? Va beh. Comunque guarda che se è per questo, balla, canta e sente musica la gente in diversi Paesi, che ne so, come la Corea del Nord o, figurati, Cuba ( ai cubani la musica scorre nel sangue) tutti siti in ogni caso dove non c'è di certo una grande democrazia ma dove c'è appunto musica e, nella fattispecie, anche diversi Conservatori. Diciamo che, molto semplicemente, non hai colto il 'nesso', come si dice e, tanto meno, il significato del post con la sua sua 'mezza metafora'. Tutto qui.
Scritto da paolo rossi il 22/10/2010 alle 10:19
L'arte rappresenta da sempre una delle espressioni della libertà di pensiero. Nel periodo fascista, ad esempio, la letteratura non riuscì più ad esprimersi, se non attraverso forme di "arte per l'arte" e senza alcun riferimento alla vita reale. Invece la spinta culturale verso l'unità d' Italia era stata alimentata da grandi forme artistiche, dal melodramma alla poesia, al romanzo, alla pittura...Arte, e libertà camminano assieme.
Scritto da Luisa Oprandi il 22/10/2010 alle 10:23
Tornare ad avere speranza, tornare alla musica. Una buona notizia in contro tendenza per il martoriato popolo afgano. La guerra, l'incapacità della democrazia di garantire, come da quelle parti, la libertà. Noi che viviamo per fortuna in una dimensione diversa non l' apprezziamo e a volte ne abusiamo. Da noi la libertà spesso viene manipolata, modellata a proprio piacimento. Una finta libertà? Chi ha il potere ha una grande responsabilità perchè sempre più spesso anche da noi "c'è poca musica".
Scritto da Borghi S. il 22/10/2010 alle 11:03
A me il testo appare molto chiaro: dove non c'è più nemmeno la musica sicuramente non c'è democrazia; fino a quel momento le due cose possono coesistere. Assolutamente condivisibile senza ulteriori commenti
Scritto da Laura il 22/10/2010 alle 12:48
Caro Senatore dalle nostre parti la musica ce la sta suonando il centrodestra e che musica! Stonatissima e fastidiosa con qualche assolo leghista e anche di qualcuno dei nostri, a dir poco fastidiosi. Scherzo ma non troppo, per stemperare un pò. Il post è breve ma pertinente.
Scritto da Un anziano il 22/10/2010 alle 13:20
Triste ma significativo il suo post di oggi. La speranza però c'è, eccome. Bello, in questo caso, che possa partire dalla musica.
Scritto da Marcello il 22/10/2010 alle 13:30
Senatore, mi sta dicendo che non capisco le cose? E' sempre il solito, un tantino permaloso ed un tantone presuntuoso.ISappia che il suo blog rimane solo un'imitazione dei poveri dell' amaca su Repubblica di Michele Serra.
Scritto da E.F. il 22/10/2010 alle 13:47
Cara, carissima E.F. Non ti ho dato della stupida. Ho solo detto che non hai colto il significato del post, tutto qui. Tra l'altro, e non sto indorandoti la pillola, è capitato diverse volte anche a me su questo stesso blog (e non solo qui), di travisare, di capire 'Roma per toma'. Succede. Infine essere considerato come il 'Michele Serra dei poveri', visto quanto è bravo, è già un mezzo complimento, ti ringrazio. Sul questo blog scrivo liberamente quello che sento e penso, alcune volte mi riesce benino, più spesso meno, ma mi piace, è bello così, mi impegna e contemporaneamente mi diverte. Che altro dire. Non sei obbligata a leggere e commentare. Puoi evitare di farlo, ti eviterai un pò di mal di fegato e potrai tornare a giocare in cortile, libera e serena, con le tue amichette.
Scritto da paolo rossi il 22/10/2010 alle 14:01
Strano, mi piace e condivido.
Scritto da Un leghista moderato il 22/10/2010 alle 20:33
Conciso ma bello il post. La fiammella accesa è una speranza concreta per un popolo martoriato. Per noi il problema però sembra essere: continuiamo attraverso una presenza militare che sempre di più ricorda il Vietnam o abbandoniamo questa gente nelle mani dei pazzi fondamentalisti talebani? Purtroppo non mi pare ci siano alternative e la scelta che verrà fatta in Afghanistan, qualunque sia, sarà drammatica e dolorosa.
Scritto da Fabio il 22/10/2010 alle 21:09
Fabio hai ragione e posso capire il tuo dubbio amletico ma per me abbiamo il dovere di continuare a difendere quella popolazione perchè non è giusto lasciarla in balia degli integralisti islamici. Non facciamo che i nostri e tutti i soldati del contingente di pace ammazzati, siano caduti invano. Nessuno li riconsegnerà ai loro cari ma quel tragico e doloroso epilogo, speriamo di poter dire, avrà almeno contribuito alla pace. Non è poco.
Scritto da destramoderata il 22/10/2010 alle 21:43
Eppure la fiammella della democrazia esisterà sempre anche se non c' è più musica: ci saranno là, nel deserto del silenzio imposto, persone che 'canteranno silenziosi' nella loro mente... e come sotto la brace, la speranza del fuoco potente che nasce dalla flebile fiammella.
Scritto da Rosella e Carlo il 23/10/2010 alle 11:10
Mi sa che questa E.F. è qualcuno del nostro partito che si traveste per colpire. Secondo costei non va mai bene niente ed è invece splendido tutto quello che fa un altro poltiico del PD, anzi alcune volte E.F. lo difende a spada tratta anche se non è nemmeno nominato....Invece a me questo blog piace perchè è vario, alla portata di tutti, come deve essere la politica. Quello che la sinistra non capisce.
Scritto da democratico il 23/10/2010 alle 13:06
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