Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 20/1/2011 alle 09:14

Non vuole essere questa una tediosa 'tiritera' : i nostri nonni erano intimamente certi di poter dare ai nostri genitori un futuro migliore così come questi ultimi erano altrettanto convinti di potere regalare alla nostra generazione prespettive migliori. Possiamo affermare di possedere questa 'certezza psicologica' (prima ancora che effettiva) nei confronti dei nostri figli? I recenti dati ISTAT sono impietosi quando rivelano che un giovane su cinque non lavora nè sta studiando. Pleonastico sottolineare che il dato, il peggiore in Europa, non è omogeneo sul territorio nazionale in quanto al sud la situazione è più grave. Le ragioni di questo 'stato delle cose' sono complesse ed intrecciano passato e presente. La situazione della condizione economica mondiale non spiega però perché noi siamo 'la maglia nera'. Superfluo sottolineare (lo facciamo per cercare un pò di azzuro in un cielo scuro) che l' Italia ha in sè enormi potenzialità inespresse. E' certo la politica ad avere le principali responsabilità, ma è il 'sistema - paese' nel suo complesso a non funzionare. Un Paese che è ancora quello delle caste, corporazioni e divisioni. Un Paese che deve virare verso un sano riformismo per uscire dalle secche. Una svolta culturale prima ancora che politica ed economica.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 14 commenti -
Verissimo. Il problema però è come delineare quel sano profilo riformista del quale Lei parla. Non sembra operazione così facile, soprattutto per questo disastrato e confuso centrosinistra.
Scritto da Borghi S. il 20/1/2011 alle 09:46
Ha ragione il senatore anche se il dato sull' occupazione, bisogna rimarcare, negli anni in cui vivevano i nostri nonni prima ed i nostri genitori poi, era di sicuro peggiore.
Scritto da Un anziano il 20/1/2011 alle 09:51
Caro Un anziano. Dal punto di vista dei dati occupazionali la Sua considerazione non fa una piega ma dal punto di vista delle prospettive, della fiducia singola e collettiva nei confronti di un futuro migliore affrontabile con un poco di serenità, beh, le cose non stavano proprio come attualmente.
Scritto da paolo rossi il 20/1/2011 alle 09:57
Scusi la puntualizzazione da rompi balle Un anziano. Ma se anche lei parla dei suoi nonni e dei suoi genitori, con tutto il rispetto, andiamo ancora più indietro negli anni o forse lei non è in fondo così anziano.
Scritto da E.F. il 20/1/2011 alle 10:02
Mamma mia E.F. che tempismo e che morbosa attenzione ai dettagli! Mi ricordi la Mafalda (per chi non se la rammenta è una nostra 'vecchia', attenta ed arguta commentatrice) dei tempi andati.
Scritto da paolo rossi il 20/1/2011 alle 10:08
Un post che è la fotografia esatta della realtà, effetti e cause. Chissà se è la stessa fotografia di sempre... Nel senso che ogni tempo ha i suoi chiari e scuri, fotografie in bianconero... ah, già, però oggi le foto sono a colori! La speranza deve sempre esserci, e cercare di poter indossare maglie diverse, almeno... grige, e poi colorate!
Scritto da Rosella e Carlo il 20/1/2011 alle 11:04
Mi scusi senatore ma il riformismo oggi non può essere un qualcosa che riguarda solo il centrosinistra. Anche alcune scelte riformistiche possono essere attuate da Governi moderati. Anzi a volte i più conservatori stanno a sinistra.
Scritto da Destramoderata il 20/1/2011 alle 11:13
A mio avviso la politica ha le maggiori responsabilità,perche non sa programmare il futuro.Purtroppo nutro seri dubbi sulle possibilità inespresse,in questi anni l'industria che contava ha perso conoscenze importanti quali ,know How e tecnologie,la scuola è al palo,la ricerca è penalizzata,più che progredire si arranca e chi arranca ha la maglia nera.
Scritto da Luigi il 20/1/2011 alle 11:44
Il problema dell'occupazione è anche in parte strettamente legato a tante forme di arroccamento allo stipendio da parte di gente che non vuole andarsene in pensione (ne conosco diversi che restano a prestazione professionale nella ditta in cui lavorano e tolgono la possibilità di impiego ai giovani). Si sente meno tra i dipendenti pubblici questo problema, ma anche a loro, dovrebbe essere impedito di fare un secondo lavoro.
Scritto da Miriana il 20/1/2011 alle 12:19
Paolo, inizio riproponendo le ultime tre righe del tuo post: “Un Paese che è ancora quello delle caste, corporazioni e divisioni. Un Paese che deve virare verso un sano riformismo per uscire dalle secche. Una svolta culturale prima ancora che politica ed economica”. Lo faccio per rendere più evidente la mia condivisione per quello che dici e per ricordare agli amici che frequentano il tuo blog - compreso quelli che vi giocano a nascondino ( e all’ombra dell’anonimato seminano zizzania ) e quelli che la zizzania la seminano anche fuori dal blog , dopo aver “sbirciano “senza essere visti - che la svolta culturale nel paese, non può non essere preceduta da una visibile, netta svolta culturale nei partiti e soprattutto, per quanto mi riguarda, nel Partito Democratico, a cui ho l’onore di essermi idealmente iscritto prima ancora che venisse fondato. La svolta culturale deve cominciare dal Partito, da ciascuno di noi in che liberamente lo abbiamo scelto come “ strumento primo e insostituibile ” per partecipare alla vita politica, per contribuire a cambiare il destino di questo paese, il futuro dei propri figli. Se “prima di una sana virata riformista “ viene la “svolta culturale “, è come dire che “prima viene la definizione e la condivisione di un Sistema di Valori”. Allora è il caso che riscopriamo il nostro “Manifesto dei Valori” , quello del Partito Democratico, e lo riportiamo in evidenza, ma non tra le carte affastellate sulle nostre scrivanie o nei mille file del computer, bensì tra le pieghe vive della nostra memoria , tra i battiti del nostro cuore. Facciamolo, per diventare più esigenti ed intransigenti, a partire dai nostri personali comportamenti, e forse spargeremo meno insulti , meno veleni, meno zizzania…contribuendo così a crere le condizioni per quella “virata riformista” che tutti auspichiamo.
Scritto da giovanniderosa il 20/1/2011 alle 13:35
Caro Senatore, permettici una nota di ordinaria cronaca di prenotazione di esami diagnostici all'ospedale di zona, Regione Lombardia. Quest'oggi è stato fissato l'appuntamento a SETTEMBRE per un esame ad una persona che abbiamo accompagnato. Diteglielo al Senatore, ci dice: queste sono le vere maglie nere che allontanano la gente dalla politica! Fuori tema?
Scritto da Legnanesi & Bustocchi il 20/1/2011 alle 17:02
La maglia nera non è davvero giustificabile. Noi siamo il paese dell'esteriorità, non della sana politica a favore dei cittadini. Siamo disgustati ma una bella scossa alle elezioni la vogliamo dare?
Scritto da Piero il 20/1/2011 alle 19:25
Esiste un malcostume difficile da snidare, soprattutto in Italia dove esiste ogni tutela nei confronti dei politici: chi lavora, chi è in grado di portare idee e contributi vale tanto quanto chi scalda una sedia. Mi riferisco anche a tanti piccoli poteruncoli locali e presunti "potentuncoli", ma anche a tutti quei parlamentari nazionali o amministratori regionali che sono lì per caso o per mille altre ragioni e si vendono al miglior offerente. A lei tutta la mia stima, senatore.
Scritto da Vitale il 20/1/2011 alle 19:42
Certo Legnanesi e Bustocchi, questo non è considerabile come un 'fuori tema'.
Scritto da paolo rossi il 20/1/2011 alle 23:40
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