Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 10/3/2011 alle 17:45

 Scrive oggi Curzio Maltese che un editore 'sano di mente' non affiderebbe mai ad uno come l' attuale direttore del TG1 Augusto Minzolini la guida di un 'gazzettino locale'. Si sbaglia. Un uomo come Berlusconi non sceglie, tra i suoi frontman, in base alle qualità professionali, ma in riferimento all' affidabilità personale ed alla 'rispondenza'. In sostanza, occorre 'un albero di trasmissione' ben oliato, il resto è superfluo. Diciamo che, in fondo, così è sempre stato per tutti ma che, fino a qualche tempo fa, si curava per lo meno anche l' estetica e quindi un pò si 'salvavano le apparenze'. Meglio una situazione 'diretta' come l' attuale? Credo di no perché una dose omeopatica di capacità limitava i danni. Yesman e soldatini vari garantiscono funzionalità ma, alla lunga, nel campo televisivo e non solo, hanno portato il Paese alla soglia dell' indecenza. Il 'berlusconismo è finito', gridano in molti. Più una speranza che un dato di fatto. Chiude Maltese, ricordando l' origine televisiva del Premier e constatandone un imponente ritorno: "si sta ritirando nella sua ultima trincea, il 'bunker tripolino' , per rifiutare la resa che il resto del mondo si aspetta". Sperem ma ho dei seri dubbi.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 16 commenti -
Infatti Ballarò, Parla con me, Annozero e Che tempo che fa, sono tutte trasmissioni teleguidate dal Cavaliere. Ma piantatela, per favore.
Scritto da Destramoderata il 10/3/2011 alle 18:27
Sono trentanni che tra una trasmissione e l'altra ha fatto sì che gli italiani si bevessero il cervello imponendone quel modello pseudo culturale sul quale ha costruito la sua purtroppo solida forza politica.
Scritto da E.F. il 10/3/2011 alle 18:34
@Destramoderata, apparentemente hai ragione ma la cosa è molto ma molto più complessa e sottile. Soprattutto richiede un' analisi meno superficiale a partire dalle televisioni berlusconiane per arrivare all' invasione di una tv pubblica gestita con il 'pelo sullo stomaco' e sempre tutelante gli interessi di quella privata e, per finire in materia di informazione, con la manipolazione quando addirittura l' omissionione delle notizie tipico di un Paese centramericano degli anni '50 o di una nouvelle dittatura terzomondista. Molti talk show sono di parte? Può essere ma almeno qualche volta ci fanno sorridere.
Scritto da paolo rossi il 10/3/2011 alle 18:46
Il lavoro di Berlusconi parte da lontano intriso prima da una logica unicamente economica, di profitto e poi ,quando è sceso in politica per evitare guai e tutelarsi meglio anche a fronte di evidenti rischi giudiziari, da una logica politica. Il modello culturale proposto non è propriamente culturale. La cultura dovrebbe elevare la conoscenza della gente e delle masse, erudire, informare qui invece si propone un modello che autoalimenta se stesso ed un potere economico e non solo economico. Un circolo vizioso che è stato messo in atto sapientemente e con cinismo. Un sistema forte e granitico comunque difficilmente contrastabile.
Scritto da Borghi S. il 10/3/2011 alle 19:00
A proposito di faziosi ha ragione Destramoderata. Vi lamentate del controllo dei media da parte del berlusca e poi con partigianeria vergognosa gestite programmi di quel genere. Predicatori da strapazzo ecco quello che siete. La gente però non vi segue ed è stufa di gente così di parte.
Scritto da Pondida il 10/3/2011 alle 21:19
Destramoderata non hai mai seguito un Tg di Minzolini? Oltre a cancellare certe notizie, alla loro parte politica, un tantino scomode (proprio non te le fanno vedere) è frivolo e senza senso al punto di far sembrare un grande telegiornale americano quello di Emilio Fede. I programmi che citi saranno anche di parte ma non mi pare abbiano mai negato adeguato spazio agli altri. Vai a vedere nell' arco di un mese sul TGuno i minutaggi riservati ai vari politici, c'è da rabbrividire.
Scritto da Adriano il 10/3/2011 alle 21:30
Come la penso io che sono un vecchio uomo di sinistra non ha molta importanza ed è in fondo scontato. Il tema vero e centrale è: come una democrazia deve e può gestire il sistema di informazione pubblica. La lotizzazione è una possibilità che in fondo non mi scandalizza più di tanto, molto meglio questa via che altre occulte ed invisibili. La questione è la deontologia professionale: una notizia può essere commentata in modo diverso a seconda delle proprie appartenenze ma non può essere omessa.
Scritto da Un anziano il 10/3/2011 alle 21:47
Il berlusconismo non si combatte nè sconfigge con l'antiberlusconismo di maniera, quello per intenderci di Bersani e Franceschini, quello dei -partigiani in montagna- per intenderci, ma con una seria proposta culturale, politica ed economica alternativa che ora, purtroppo, neanche il Pd è in grado di concretizzare. C'era riuscito parzialmente Veltroni ma presunzione e mancanza di palle hanno fatto il resto portando i Democratici al largo.
Scritto da Un rottamatore Pd il 10/3/2011 alle 22:00
Berlusconi forse è finito o finirà presto per limiti di età. Il berlusconismo, invece,è ormai cultura dominante del Bel Paese quindi duro a morire.
Scritto da Mario il 10/3/2011 alle 22:15
Non sono certa che la parabola berlusconiana abbia imboccato la sua fase discendente per cui quella che Curzio Maltese chiama e definisce come "il bunker tripolino" (accostando il tutto alle tragiche ed attuali vicende libiche) sia o rappresenti l' epilogo di una negativa vicenda politica. Certo lo spero, non per la mia parte politica ma per l' Italia.
Scritto da Miriana il 10/3/2011 alle 22:30
Berlusconismo finito ? Non scherziamo. Bisogna sradicarlo culturalmente da gran parte del nostro popolo. Berlusconi lo ha solo interpretato e portato ai massimi livelli approfittando della sua enorme forza economica.
Scritto da A .Vaghi il 10/3/2011 alle 22:39
Ma il berlusconismo è sempre più pulcinellismo che altro. Pensiamo alle ultime vicende. Il bunga-bunga simpatico intrattenimento proposto da Gheddafi ed accolto al nostro Presidente del Consiglio. Pensiamo alla visita ufficiale dell' altro ieri del leader libico a Roma con il Berlusca che paga decine di ragazze da convertire al Corano, che bacia la mano ad un capo che fra qualche giorno verrà bombardato e magari ucciso dalle Forze Nato su mandato Onu quindi anche dal ns. Governo. Che aggiungere?
Scritto da Marcello il 10/3/2011 alle 22:48
Il buon ritiro con le sue televisioni? Magari ma è ancora lunga e non mollerà l' osso. Chi dice che non basta abbattere politicamente e con il voto Berlusconi per sconfiggere il berlusconismo dice una stupidata. Guardate quella è l' unica via, altre non ce ne sono, per questa ragione occorre attrezzarsi e unire le forze. Se questo fatto comporta come qualcuno ha sostenuto, un paragone, improprio, con i partigiani e chi se ne frega. Ad una situazione di emergenza si risponde.....................
Scritto da Piero il 11/3/2011 alle 10:11
Caro Rottamatore pd, questo non va bene, quest'altro neanche, Bersani no, Franceschini idem Veltroni negativo anche lui. Non è forse perché c'è gente come te nel Partito democratico la ragione di tante difficoltà?
Scritto da Un iscritto Pd il 11/3/2011 alle 10:27
Berlusconi è duro a morire. Se la sinistra però non diventerà un' alternativa concreta, proponendo un progetto praticabile e comprensibile alla gente, continuerà a perdere e anche il dopo-berlusca sarà nero.
Scritto da una rottamatrice il 11/3/2011 alle 16:35
IL PRESENTE COMMENTO SOSTITUISCE IL PRECEDENTE CHE CONTIENE DELLE IMPERFEZIONI. LIBERTA’, SPERANZA,OPPORTUNITA’, ASPIRAZIONI Proviamo a ragionare insieme su alcuni punti che ritengo fondamentali per la stessa tenuta democratica del ns Paese. Al centro della ns esperienza repubblicana vi è un insieme di ideali che continuano ad agitare la ns coscienza collettiva: un insieme di valori condivisi che ci legano assieme malgrado le ns differenze. In quanto crediamo che i fini e le aspirazioni definiscono in modo appropriato cosa sia davvero importante per gli individui, ritengo che ognuno di loro debba poter perseguire quei fini e aspirazioni il più liberamente possibile. Credo che tutti gli individui debbano avere le stesse opportunità nel perseguire i propri obiettivi. E’ il trattamento equo per tutti gli individui che fonda la società giusta. “A livello più elementare,noi concepiamo la ns libertà in termini negativi. Come regola generale,crediamo nel diritto di fare a modo nostro, e siamo sospettosi di coloro che vogliono intromettersi nei ns affari. Ma intendiamo la libertà anche in un senso più positivo, perché facciamo riferimento all’idea di opportunità e a tutto un complesso di valori che aiutano a realizzarla. Valori questi che esprimono la più ampia certezza che fino a quando uomini e donne saranno liberi di seguire i propri interessi, l’intera società non smetterà di prosperare”. Certamente, se noi credessimo che le persone e le loro prospettive di vita non fossero eguali,non avremmo bisogno di adottare un sistema che tratti i membri della società in modo giusto ed equo. In tale mondo, sarebbe molto più sensato favorire solamente coloro che sono tenuti in considerazione dalla società, che sono, per dirla con chiarezza, più uguali degli altri. Se valutassimo le prospettive di vita di un bambino ricco più importanti di quelle di uno povero, allora non dovremmo sforzarci a essere giusti; basterebbe creare un sistema che distribuisce benefici non dovuti ai bambini ricchi per massimizzare le loro probabilità di realizzare vite piene di significato, anche se il bambino della famiglia povera inevitabilmente ne verrebbe a soffrire. Se valutassimo le prospettive di vita di un bambino bianco più importanti di quelle di un bambino nero, anche in questo caso non dovremmo sforzarci di essere equi, poiché se facessimo ciò correremmo il rischio di permettere al bambino nero – che è meno uguale – di superare in qualche modo il bambino bianco – che è più uguale. Se noi, infine, valutassimo le prospettive di vita di un bambino più importanti di quelle di una bambina, ancora una volta non dovremmo sforzarci di agire equamente, poiché mai vorremmo dare alla femmina le stesse opportunità di successo che dovrebbero essere date al maschio. Ma se noi diamo valore a ogni singolo bambino, se teniamo in considerazione ogni vita umana, se vogliamo sentire ogni versione della storia italiana e se vogliamo dare a tutti l’opportunità di eccellere, allora la giustizia viene prima di ogni altra cosa. Per essere considerata giusta una società deve permettere ad ognuno di poter sperare,cioè speranza rappresentata da ogni individuo che si impegna per raggiungere i propri obiettivi. “ Più di ogni altra cosa,ciò che mi ha colpito è stata quanta speranza ha la gente comune, e quanto di quello in cui crede sembra rimanere costante indipendentemente da razza,religione,regione,classe sociale. La maggior parte di essi ritiene che chiunque desideri lavorare debba poter trovare un lavoro remunerato con una salario che gli permetta di vivere dignitosamente. Ritengono,inoltre,che non si debbano dichiarare fallite le persone se si ammalano; che ogni bambino debba avere una buona istruzione. Vogliono sentirsi al sicuro dalla minaccia criminale;vogliono aria pulita,acqua potabile, tempo da trascorrere con i propri figli, e quando diventano vecchi, vogliono poter andare in pensione con dignità e rispetto”. Queste sono le ragioni per il potere di un economia dal basso in opposizione al mito liberista che dice che soltanto coloro che stanno al culmine della piramide sociale devono essere remunerati lautamente, perché solo loro possono creare o espandere aziende e creare nuovi posti di lavoro e reddito per tutti gli altri. Questa non è teoria è propaganda prodotta da un Parlamento controllato dai ricchi per giustificare le decisioni governative di concentrare le riduzioni fiscali sull’1 % che guadagna di più in Italia. Quel denaro non è stato utilizzato per creare aziende e/o posti di lavoro, ma è andato direttamente nei conti correnti bancari dei più ricchi. Per dare il via o espandere un’attività economica, queste persone non hanno bisogno dei ns soldi. L’1% più ricco già controlla il 40% delle risorse finanziarie del Paese. In un mondo dove grazie a Internet i capitali si spostano istantaneamente su scala globale, è ridicolo che una buona idea imprenditoriale trovi finanziamenti qui piuttosto che altrove perché ai ns cittadini più ricchi vengono concessi extraprofitti. Il potere di un’economia dal basso sta nel fatto di essere un sistema economicamente giusto, che motiva ognuno a lavorare sodo e istruirsi, ad essere il più produttivo possibile, in quanto ricompensa equamente chi si comporta così. Un uomo bianco, una donna nera, un arabo, un ebreo, un musulmano e, sì anche una persona povera, devono avere tutti le stesse opportunità, e le stesse motivazioni per eccellere, perché sanno che il sistema li tratterà in maniera equa e ricompenserà il duro lavoro e gli sforzi fatti. Ho imparato che le persone ordinarie possono fare cose straordinarie quando gliene si dà l’occasione. Il cambiamento nn avviene dall’alto verso il basso ma, al contrario, dal basso verso l’altro. Proprio come noi abbiamo bisogno di una politica dal basso così abbiamo bisogno di un’economia dal basso. Dobbiamo pensare alle persone che lavorano”. Inviterei tutti a riflettere su questo in particolare gli amici di destra moderata e quelli della lega, perché il grande rischio che stiamo correndo TUTTI é che a forza di discutere del cavaliere c’è un paese arrabbiato,economicamente e socialmente disunito e che potrebbe portare a delle conseguenze negative già viste in passato.
Scritto da CALDERAZZO GIUSEPPE il 13/3/2011 alle 12:57
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