Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 17/3/2011 alle 10:15

 

                                                  17 MARZO 2011

                                                                                                                                                     

" ........non si trattava di privare le città italiane dello loro libertà civili; al contrario, su questo punto come su tanti altri, abbiamo tutto da guadagnare a non imporre con la forza un' unità fittizia, anzi mi fa spesso meraviglia che municipi spesso più antichi di Roma siano così pronti a rinunciare ai loro costumi, talvolta pieni di saggezza, per assimilarsi in tutto alla capitale......"

                                      MEMORIE DI ADRIANO    Marguerite Yourcenar 

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 33 commenti -
Frase infelice Senatore. Rinunciare ai propri costumi, assimilare a Roma? Ma non scherziamo.
Scritto da Pontida il 17/3/2011 alle 10:36
Caro Pontida, non ti faccio gli auguri per oggi, capisco, sarebbe provocatorio. Un solo consiglio: non camminare guardando solo la punta delle tue scarpe, alza lo sguardo, credimi, scoprirai un mondo nuovo e sorprendente.
Scritto da paolo rossi il 17/3/2011 alle 10:45
Fa il bravo e lascia perdere Pontida. Almeno oggi.
Scritto da Borghi S. il 17/3/2011 alle 10:52
"... alza lo sguardo, scoprirai un mondo nuovo e sorprendente": un efficacissimo invito che va ben oltre la politica e riguarda ognuno di noi. E ognuno di noi forma quella società. Ottimo augurio per la giornata di oggi.
Scritto da Carlo A. il 17/3/2011 alle 12:00
Provocatoria ma legittima provocazione dentro questa frase che, credo, non va interpretata e tradotta alla lettera ma compresa, appunto "alzando lo sguardo".
Scritto da E.F. il 17/3/2011 alle 15:38
Auguri a tutti, anche ai leghisti molti dei quali antitaliani solo di maniera.
Scritto da Un anziano il 17/3/2011 alle 15:43
Si, si auguri a tutti. Ho visto però il servizio delle jene. Vero che mandano in onda solo quelli che non sanno rispondere ma il livello di impreparazione dei nostri parlamentari, mi perdoni senatore, è pazzesco. Il nostro ' On. Daniele Marantelli ha fatto una sceneggiata napoletana , anzi "na figuraccia". Non sapendo rispondere da teatrante affermato che è, è scappato di corsa inventandosi una chiamata fantasma dall' altra parte della piazza e solo successivamente ha dichiarato che qualcuno lo ha chiamato ed è dovuto allontanarsi se no lui si che avrebbe risposto bene con la memoria di ferro che si ritrova. Poveri noi e basta con questi superman di quarta fila. La giustificazione è stata peggiore della figuraccia che ha fatto. Cosa ne pensa?
Scritto da Un rottamatore sconvolto il 17/3/2011 alle 16:04
Caro 'Rottamatore sconvolto', penso che oggi sia un giorno di festa e che ti sconvolgi per poco. Ora vado a festeggiare.
Scritto da paolo rossi il 17/3/2011 alle 16:11
Mamma mia, la scena di Marantelli alle iene è più triste che comica. Le sue giustificazioni della fuga poi, ed il vanto esibito della serie: "io si che sapevo tutto ho una memoria di ferro" ai giornalisti di varesenews è degna di un film di Alberto Sordi e di quell' italietta.
Scritto da Destramoderata il 17/3/2011 alle 16:29
Ammetto che questa volta Marantelli non ha fatto una gran bella figura ma può capitare ed è capitato anche a politici di rango. Non è che una scivolata possa cancellare anni di impegno e preparazione. Comunque sia viva l' Italia.
Scritto da E.F. il 17/3/2011 alle 16:38
E' stata una giornata importante, ed ora apprestiamoci a ricevere degnamente il Presidente Giorgio Napolitano. Delle iene e di Marantelli, per favore e soprattutto per carità, ne parleremo un' altra volta, anzi meglio non parlarne affatto.
Scritto da Marcello il 17/3/2011 alle 18:02
Finchè avete politici presuntuosi come il vostro Onorevole che è riuscito a fare una figura di m.... epocale noi si dorme sonni tranquilli.
Scritto da Pontida due il 17/3/2011 alle 18:07
Complimenti a voi ed a Marantelli. Ma a Zelig non lo hanno ancora scritturato?
Scritto da Adriano il 17/3/2011 alle 18:54
Marantelli è da annoverare tra i migliori comici Italiani. Scherzo, sono cose che possono capitare. Quando però succedono ad uno che si crede il più bravo della risma è chiaro che come conseguenza deve accettare di essere pizzicato e preso un po' in giro.
Scritto da Una rottamatrice il 17/3/2011 alle 19:08
Perdoni senatore, ma perché anche lei non ha partecipato alla riunione in aula di stamani? Non era importante, un segno forte di un cambiamento?
Scritto da dario brusa il 17/3/2011 alle 19:56
Salvaguardare e rafforzare l’Unità Nazionale del Paese è la precondizione essenziale su cui tutti dobbiamo prioritariamente convenire e concordare senza riserve mentali, con pieno e intimo convincimento, a patto che si vogliano sbloccare le cose per davvero. C’è una prova della storia che porta a concludere come l’Italia sia un Paese profondamente unitario: “Dall’8 settembre dell’43 al 25 aprile dell’45,dunque per quasi due anni, l’Italia è stata divisa a metà, Nord e Sud. C’erano due governi distinti e diversi: sua maestà al Sud, e la repubblica di Salò al Nord. Nessuno però, in quel lungo e tribolato periodo, ha mai predicato la separazione del Nord al Sud e viceversa. Tutti, proprio tutti allora hanno mirato alla riunificazione del paese, indipendentemente da dove si fosse schierati in politica o dove fossero collocati sul territorio. Un esempio è la Lega Lombarda di D’Azeglio, un romanzo storico lasciato incompiuto all’ottavo capitolo dove attraverso la ricostruzione dell’epopea della Lega medievale, D’Azeglio intendeva tracciare la linea di continuità con l’ansia unitaria del Risorgimento. Con lo stesso espediente Umberto Bossi e il suo partito oggi ne traggono la conclusione opposta e propugnano forme di separazione. La Lega di oggi tutto può essere tranne che un fenomeno accostabile all’epopea risorgimentale e unitaria. La Lega di Bossi ha derubricato la sua aspirazione dal separatismo al federalismo, ma nel suo intimo non ha rinunciato all’idea della secessione e non ne fa mistero quando recupera un certo linguaggio delle origini e annuncia di voler realizzare, con le buone o con le cattive, la Padania. Detto questo,sostengo che non c’è contraddizione alcuna fra amore della propria città e regione, amor di Patria,amor d’Europa. Io amo, insieme la mia terra di origine la Calabria dove sono nato e vissuto,ma anche la Lombardia che mi ha accolto e adottato come un figlio, l’Italia, l’Europa. Siamo il Paese delle 100 città, nelle nostre diversità c’è tutta la grandezza dell’Italia. Carlo Cattaneo definì la Patria “un comune nascimento di pensieri” e tutto il suo programma federalista era concepito come una forma più ricca di unità,superiore a quella degli stati accentrati, nella convinzione che la vera unità sia quella che conserva il pluralismo e trae forza da esso. E non a caso Cattaneo celebra nei suoi scritti il momento in cui “liguri,subalpini e toscani” nel 1848 adottarono il tricolore “a segno di unità”. Sulla piazza di San Marco a Venezia il 22 marzo 1848, Daniele Manin, salito in piedi sul tavolo di un caffè, pronunciò “Non basta aver abbattuto l’antico governo, bisogna altresì costituirne uno nuovo, e il più adatto ci sembra quello della Repubblica, che rammenti le glorie passate e le libertà presenti. Con questo formeremo uno di quei centri che dovranno servire alla fusione successiva, e poco a poco, di far questa Italia un sol tutto”. E fu proprio l’eroe veneziano il primo presidente della Società Nazionale che impostò il compromesso tra i repubblicani e Vittorio Emanuele, per un programma concreto di indipendenza nazionale. Solo la repubblica ha saputo costruire il regionalismo, lo sviluppo dell’autogoverno, delle autonomie locali. Non dobbiamo dimenticare, e tantomeno tradire, la seconda strofa dell’inno nazionale: “Noi siamo da secoli calpesti,derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi”. Che senso ha pensare di tornare a dividerci oggi? Secondo Mazzini “la Patria è una comunione di liberi e d’uguali affratellati in concordia di lavori verso un unico fine. La Patria non è un aggregato, è un’associazione”. Cicerone lega spesso la Patria alla libertà e alle leggi; Quintiliano già distingue “nazione”, che usa nell’accezione dei costumi di un popolo, da “Patria” intesa invece come corredo di leggi e istituzioni, come ordinamento giuridico; Sallustio cita la Patria come antidoto al regime oligarchico e Livio abbina in un concetto unico le “sacre armi” della Patria e della libertà. Pasquale Stanislao Mancini più volte Ministro dell'istruzione pubblica del Regno d'Italia, Ministro degli esteri e primo presidente dell'Institut de droit international, fondazione internazionale che ottenne il Premio Nobel per la pace nel 1904 , nel 1851 ,esule dal regno di napoli, parlando all’Università di Torino affermava che “ la Nazione è la coscienza della nazionalità, il sentimento che ella acquista di se medesima e che la rende capace di costituirsi al di dentro e di manifestarsi al di fuori”. “La Patria è una missione, un dovere comune, e non vi è Patria senza un diritto uniforme, e non vi è Patria dove l’uniformità di quel diritto è violata dall’esistenza di caste, di privilegi, d’ineguaglianza” scriveva nel 1859 Giuseppe Mazzini. Mazzini ci ha insegnato che i nostri primi doveri sono verso l’Umanità e che tutti dobbiamo lavorare per il suo Progresso. Con parole che oggi sentiamo più che mai attuali, Mazzini che ha esortato a essere apostoli della Fratellanza delle Nazioni e dell’unità del genere umano: “in qualunque terra voi siate,dovunque un uomo combatte per il diritto, per il giusto, per il vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall’errore, dall’ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello. Liberi e schiavi, siate tutti fratelli”. Guido De Ruggiero diceva: “Vi sono periodi di crisi, di trapasso in cui viviamo nello scontento e nell’indecisione, tra una vecchia routine che più non ci appaga e che addirittura ci ripugna, e una prospettiva nuova che non ci offre ancora una solida presa. Sono periodi in cui è ingrato vivere ma sono questi anche i periodi in cui è più degno vivere, per coloro che vogliono vivere da uomini, cioè da artefici del proprio avvenire”. (Presidente CIAMPI) AUGURI A TUTTI
Scritto da CALDERAZZO GIUSEPPE il 17/3/2011 alle 20:20
Tuti ne parlano, di quel filmato. Perchè non offrire la possibilità a quell'onorevole di replicare e spiegare agli spettatori che la sua è apparsa a tutti una fuga "strategica" che è teatrale e incredibile? Su tanti blog i commenti su quel filmato sono assolutamente feroci; ovvio, non verso il filmato. In fin dei conti ammettere di non sapere, anche se il tema era assai pertinente alla storica giornata, non è la fine del mondo.
Scritto da G. Dal D. il 18/3/2011 alle 12:46
Le giustificazioni di oggi del nostro Marantelli aggiungono ridicolo al ridicolo. Che vergogna.
Scritto da un anziano il 18/3/2011 alle 13:24
Caro Dario Brusa, non assomiglio a Brad Pitt o a Jonny Deep quindi non vengo notato molto. Vedo che ha controllato l' orario del mio commento e che ha fatto i suoi ragionamentini conseguenziali. Il mio ufficio sta a 4 min da Montecitorio e due dal Senato. A presto.
Scritto da paolo rossi il 18/3/2011 alle 13:30
Sig. G. Dal D., il problema non è rispondere o meno ad una domanda nè scappare con una scusa ridicola e puerile dall' intervistatore, ma raccontare tutte le balle e le fregnacce che Marantelli ci ha sparato dopo prendendoci per il....... e cercando, non riuscendoci, di farci passare per una massa di fessacchiotti. Questo è l' aspetto grave che mi indigna.
Scritto da Un rottamatore il 18/3/2011 alle 13:39
Adesso basta con Marantelli, ha sbagliato e ci sta tutto, anche la presa in giro ma adesso fermatevi e ragioniamo di cose serie.
Scritto da E.F. il 18/3/2011 alle 14:01
Chissà cosa avrebbe risposto e come si sarebbe comportato lei Senatore al posto di Marantelli.
Scritto da Claudio il 18/3/2011 alle 14:07
Chissà caro Claudio, chi può dirlo.
Scritto da paolo rossi il 18/3/2011 alle 14:38
@Un rottamatore. Hai ragione ma io non ero ancora al corrente della sua replica e, come me, credo anche tanti altri. D'accordo, invita @E.F. : "adesso fermatevi e ragioniamo di cose serie".
Scritto da G. Dal D. il 18/3/2011 alle 14:43
Caro senatore non faccio ragionamenti: lei era sul mio aereo mercoledì 16. Volo da Fiumicino delle 17.15 , fila 19. Nessun giudizio il mio, s'intenda. Solo un pizzico di delusione. ma varà avuto le sue buone ragioni. Un saluto db
Scritto da Dario Brusa il 18/3/2011 alle 16:26
Nessuna buona ragione di fatto caro db, solo una manifestazione serale sul territorio. Quando si è ballerina di seconda fila, come si dice, ti tocca. Forse ho sbagliato, il momento era di fatto solenne (di quelli dove puoi dire ai nipoti io c'ero) e mi sono perso un bellissimo intervento del Presidente. Perso dal vivo, sia chiaro, perchè dopo, grazie a Sky, ho recuperato. Comunque il mio ufficio rimane a due minuti dal Senato e quattro da Montecitorio.
Scritto da paolo rossi il 18/3/2011 alle 16:41
Beccato in castagna senatore, sia più prudente la prossima volta. Scherzo naturalmente, almeno è stato onesto perchè poteva anche non pubblicare l' intervento del signor db e invece lo ha fatto. Attenti politici un occhio vigile vi guarda e controlla sempre ed ovunque, comportatevi bene. Ah, ah, ah.
Scritto da E.F. il 18/3/2011 alle 16:46
Sinceramente la figura di palta non l' ha fatta il buon Marantelli ma ancora una volta la lega che ha dimostrato con questa stupida freddezza di essere nei fatti separatista e non federalista. Una differenza quest'ultima non così poco importante.
Scritto da Mario il 18/3/2011 alle 16:48
Gli ex DC un obiettivo l'hanno raggiunto: hanno messo le bandiere tricolori in mano agli ex comunisti togliendo loro quelle ROSSE. Bravo Paolo
Scritto da Democristiano il 18/3/2011 alle 16:49
Senatore, ma andiamo...cosa succede? Questo è il periodo delle figuracce dei politici varesini. Ma che problema c'era a dire che non si è partecipato alle celebrazioni perché c'erano importanti impegni a Varese? Piuttosto che questa sbugiardata pubblica (un poco squallida per chi la legge)... Allo stesso modo perché Marantelli ha fatto questa pantomima tra il tragico e il comico. Dire 'non lo so' o 'non c'ero' con dignità talvolta porta più stima di ignobili messe in scena.
Scritto da Carlo M. il 18/3/2011 alle 20:23
Grazie della risposta. Come dice E.F. poteva censurarmi ma non l'ha fatto, a dimostrazione della sua onestà intellettuale. Un saluto affettuoso db
Scritto da Dario Brusa il 18/3/2011 alle 20:52
Condivido Carlo M., touchè, anche se le cose davvero ignobili mi sembrano sinceramente altre.
Scritto da paolo rossi il 18/3/2011 alle 22:10
Patetici i rottamatori. Incvece che unirsi ai festeggiamenti dell'unità d'Italia non perdono tempo nel gettare fango ad un stimabile parlamentare PD cercando di far andare fuori tema i commenti di questo bellissimo post di Rossi. Non c'è limite alla vergogna.
Scritto da Pino il 19/3/2011 alle 14:04
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