Il 25 aprile di quest'anno cade nel centocinquantenario dell' Unità della nazione e assume pertanto un particolare valore proprio perchè questa unità non ne è semplice corollario, ma il coronamento nel nome di una volontà popolare tanto evocata ai nostri giorni. Si considera giustamente la lotta di liberazione come estrema deriva del Risorgimento: eguali furono l' abnegazione e lo spirito di sacrificio per raggiungere un' unificazione che tuttavia dopo un secolo e mezzo non è ancora avvertita come patrimonio comune. E' difficile non contemplare la distanza che ci separa da quegli anni dentro l' attuale scontro istituzionale, continuamente ricercato e messo in campo soprattutto dal Premier: un timoniere che ha perduto la sua destinazione tra la nebbia e che, circondato da modesti musicisti che si credono Mozart, continua a vagheggiare l' isola che non c'è della sua fiaba, circondata dal mare della finta positività oggi così di moda. Il 25 aprile cade nel lunedì dell' Angelo, nel giorno della rivelazione per antonomasia. Fuori da ogni retorica questo è in fondo il senso della Liberazione. Occorre soprattutto tanto cuore per guardare avanti, per credere, lavorare e sperare in un futuro che sia davvero migliore.