Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 5/7/2014 alle 08:24

 In questi ultimi anni la 'volatilità' elettorale si è notevolmente intensificata. E' certamente effetto diretto di una condizione post-ideologica. Il consenso è sempre meno legato ad una propria convinzione 'ideale', ad un background vincolante, indirizzandosi invece verso la condivisione di progetti politici contingenti. In altri Paesi questa è una tendenza consolidata, per ragioni storico-culturali diverse. Mio zio, che vive da 50 anni in GB, mi diceva già tanti anni fa che, seppur tendenzialmente laburista, cambiava spesso il suo voto concedendolo in base ai risultati ottenuti o meno da parte di chi aveva precedentemente sostenuto ed in riferimento alle proposte dei singoli candidati in campo, indipendentemente dalla loro appartenenza 'partitica'. In Italia la politica ha avuto un suo peculiare percorso e sviluppo, ma oggi questa tendenza si sta materializzando, come il voto a Renzi  ampiamente dimostra. In un contesto del genere cambiano anche i partiti, per forza di cose più agili, aperti e 'leggeri'. Ma non può finire così, qualche domanda dovremmo pur porcela. La necessità di un rapido cambiamento non rischia di personalizare eccessivamente la politica? Ha senso oggi, per fare un esempio banale, aderire ad un partito quando iscritto e simpatizzante vengono messi sullo stesso piano?  E' possibile e giusto pensare ad un' organizzazione politica differente e rinnovata, senza per queso 'buttare tutto quel che c'è a mare? Sono impregnato di una cultura politica  probabilmente lontana e superata, voglio e sostengo questo cambiamento, condivido l' azione di Matteo Renzi,  sono dunque per il 'nuovo' ma non ho mai amato 'il nuovo per il nuovo', un rischio che la nostra politica può correre e che deve scongiurare attraverso la capacità di adeguarsi ai mutamenti in atto in modo omogeneo, con una circostanziata sensibilità, se si può ancora dire, 'politica'. 

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 16 commenti -
Senatore, per me il nuovo è una società diversa, utopica. Renzi non è affatto il cambiamento ma è come una settantenne che si mette la minigonna. Da lontano, se è ancora una bella donna, potrebbe anche ingannare. Ricordo bene un tuo commento, credo un paio di anni fa che più o meno recitava: "Renzi non è il rinnovamento ma il prodotto di questa crisi". Cambiato idea?
Scritto da Ceresium il 5/7/2014 alle 09:32
è il tempo dei fatti..apartitici..di parole se ne son già dette tante anche poi per fattacci...
Scritto da zva il 5/7/2014 alle 09:46
Caro Senatore, anch'io vengo da una politica lontana, più "antica" della sua. Comprendo la riflessione odierna che condivido. Come lei penso che questo tentativo di Renzi vada sostenuto a tutto tondo. Un suo fallimento rischia di schiantarci definitivamente. l modello partito va rivisto ma è già cambiato e sta cambiando in maniera veloce. Qualche aspetto negativo c'è ma prevalgono quelli positivi.
Scritto da claudio colombo il 5/7/2014 alle 10:07
I tempi cambiano, bisogna sapersi adeguare. Tutto si è americanizzato, da anni, come la politica, dunque anche la sinistra ed il partito democratico. Non so quanto ci sia di positivo in tutto questo ma sinceramente non so nemmeno se sia giusto opporsi . Le strutture possono cambiare la buona e cattiva politica rimangono tali, indipendentemente da come i partiti si organizzeranno.
Scritto da Borghi S. il 5/7/2014 alle 12:10
Renzi ha coraggio ed è innovatore. Quello che ha detto sul sindacato mi sembra giustissimo, il fatto che a sinistra nessuno abbia mai avuto il coraggio di prendere chiare posizioni sulla politica di conservazione in atto a casa propria è significativo. Non vanno messi in discussione ruolo e storia delle organizzazioni dei lavoratori ma il loro modo antiquato di esserci ed organizzarsi e l' incapacità pressoché totale di rinnovarsi. La sinistra è sempre tardiva nel fare autocritica, ora vedremo.
Scritto da ex-Margherita il 5/7/2014 alle 13:11
Sono nella stessa condizione di Claudio Colombo. Ho la mia bella età, sono sempre stato a sinistra e ho vissuto da elettore i vari passaggi dal PCI di Longo e poi Berlinguer, fino ai nostri giorni. Passaggi difficili e nessuno indolore. Dopo un avvio problematico del pd, con Renzi ho finalmente la sensazione di avere a che fare con un soggetto nuovo. Non mi va bene tutto della sua politica ne considero però la novità assoluta per un cambio di marcia essenziale della politica italiana.
Scritto da pietro magni il 5/7/2014 alle 13:44
Aggiungo una considerazione. @Sinistracattiva fa bene a dire la sua. Noto allo stesso tempo un atteggiamento che vuole chiudere il dialogo a prescindere. Si reclama un confronto e si chiude continuamente la porta in faccia. Difficile entrare nella testa degli altri, forse non è nemmeno giusto farlo, ma c'è qualcosa che in tutto questo mi sfugge. Anche alla luce di quanto scritto da Paolo, il paragone al blog di Adamoli è antipatico esclusivamente di provocazione.
Scritto da ex-Margherita il 5/7/2014 alle 13:56
L'innovatore Renzi é identico al suo predecessore di Arcore: quando lo vedo in tv cambio canale.
Scritto da disillusodallapolitica il 5/7/2014 alle 14:08
@Ceresium, ovviamente non posso negare di aver scritto quella cosa che aveva a mio avviso un suo fondo di verità. In quello stesso periodo scrissi inoltre e feci pubblicamente, alcune considerazioni di contenuto alquanto positive nei confronti di Renzi. Anzi aggiungo che di quel mio pensiero ne discussi animatamente con alcuni colleghi e dirigenti nazionali del Pd che, allora, mi rimbrottarono asserendo che mi stavo facendo condizionare dalla debole ed estetica politica esclusivamente mediatica del buon Matteo. Lo ricordo molto bene, un briciolo di memoria storica aiuta sempre e va conservata. Oggi registro che sono quasi tutti, seppur con intensità differenti, renziani, come noto che chi si diceva in totale (e dicasi 'totale') dissenso e disaccordo, se ne sta ora ben coperto, quasi silente, nelle retrovie. Molti poi mi hanno sorpreso per la disinvoltura con cui, in una frazione di secondo, sono passati da un odio estremo ed assoluto ad un amore sfrenato ed irresistibile. Il classico "colpo di fulmine". Sarà motivato esclusivamente dal cuore?
Scritto da paolo rossi il 5/7/2014 alle 14:49
Allora diciamo che nel caso del senatore non siamo di fronte ad un vero innamoramento ma ad una dolce "cotta", come ai vecchi tempi. Del resto siamo coscritti e capisco: quando si comincia ad invecchiare si torna un po' giovincelli.
Scritto da Ceresium il 5/7/2014 alle 15:41
Anch'io condivido l'azione di Matteo Renzi anche se,all'inizio,avevo qualche perplessità.Penso sia oggi utopistico pensare che i giovani abbiano una passione per la politica perchè mancano di "maestri"che li coinvolgano idealmente e culturalmente.I partiti ora sono più agili e rivolti a proporre progetti contingenti.La domanda è:come fanno i giovani d'oggi a essere stimolati ad aderire a un partito quando sarebbero sullo stesso piano dei simpatizzanti? Quale domani avrà perciò la politica vera?
Scritto da Ravani il 5/7/2014 alle 15:49
Sappiamo tutti che l'amore è cieco e incondizionato (De André, Baudelaire)
Scritto da Lao Tse il 5/7/2014 alle 18:01
Non me ne intendo di partiti e conosco poco della loro vita. Ho sempre ritenuto fossero una specie di collante tra gli elettori e le istituzioni. In questi ultimi anni sembra di assistere nonostante tutto, ad un avvicinamento, anche se a volte conflittuale, tra i cittadini ed i loro rappresentanti. I partiti quindi mi sembrano schiacciati, più indicati a svolgere funzioni di tipo organizzativo. Ribadisco la mia ignoranza in materia ma, a naso, non mi sento in errore considerando quanto si sono logorati e poco rinnovati negli anni nonostante segnali di netto cambiamento salissero forti e molto evidenti dalla cittadinanza. Probabile che Renzi abbia intercettato più velocemente e meglio di altri questa esigenza.
Scritto da Federica Campi il 5/7/2014 alle 18:19
Penso che non sia fuffa quello che Renzi ha promosso da presidente del consiglio. Non mi riferisco ai soliti 80 euro, ma per esempio al forte investimento sulla ristrutturazione delle scuole per piu di un miliardo di euro. Questo Paese deve partire dalla scuola e dall'educazione se vuole avere un futuro credibile. Sul partito ha fatto meglio lui in poco tempo di tutti gli altri. Vengo anch'io dalla sinistra storica ma i fatti concreti sono fatti concreti. Il resto conta poco o niente.
Scritto da mario macchi il 5/7/2014 alle 20:37
@disillusodallapolitica pone un tema che ha qualche fondamento. Il suo paragone è molto netto, lui cambia canale tv quando vede Renzi, come faceva con Berlusconi. Non sono pochi quelli che la pensano in questo modo. Personalmente vedo tra i due leader q chiara distinzione politica, ma l' attuale personalizzazione della nedesima porta a questo. I partiti sono sempre meno ambiti in cui si forma una linea politica, in cui si discute e ci si confronta ma luoghi dove al massimo si ratifica il pensiero del Capo. Vale anche, anzi vale di più per il M5S, vale per tutti. Non so dire se questo sia un bene o un male. La mia esperienza è stata nel PSI un partito che, nella fase craxiana, aveva un leader super decisionista e soprattutto indiscusso. Un Era storica lontana diversa ma un Era nella quale il confronto e la dialettica interna non erano una liturgia, erano una necessità, anche nel vituperato PSI. La Storia ci dirà se quel periodo ha portato solo danni al nostro Paese. Oggigiorno accetto il rinnovamento in atto, mi sforzo di comprendere le ragioni di una politica, nella forma, tanto diversa da quella vissuta negli anni della mia giovinezza. Penso che in parte ragiono in questo modo per nostalgia di un periodo entusiasmante della mia vita e di quella dei miei giovani compagni targati anni 80. Certo Renzi ha dialettica, è bravo giovane e comunicativo. Si un po' come Berlusconi. Un Berlusconi che, nonostante la stretta alleanza con Bettino, non mi ha mai convinto perchè dietro di lui non vi era "la politica". Per farla breve adesso posso comprendere quanto spesso si abbia voglia di schiacciare il telecomando e cambiare canale.
Scritto da nostalgiasocialista il 6/7/2014 alle 08:55
Rispettabile la tua storia @nostalgiasocialista, ma a livello personale. I danni provocati dal craxismo sono stati evidenti, e non parlo solo del malaffare che ha contraddistinto quel periodo. Inoltre assistiamo ad una continuità impressionante, ad un passaggio continuo di consegne. Da Craxi a Berlusconi per finire a Renzi. Cambiano le magliette dei leader non la politica di questo povero Paese.
Scritto da Guevara il 6/7/2014 alle 13:12
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