Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 17/3/2008 alle 14:26

Fenomeni come la globalizzazione e la mondializzazione hanno semplificato la possibilità di comunicare, grazie anche a Internet e a una serie di strumenti entrati ormai a far parte della nostra vita. Tuttavia la comunicazione corrente, proprio a causa di questo allargamento, è divenuta più complessa, basata com'è sull’azzeramento dei limiti spaziali e temporali, cosicché si tende ad annullare la capacità di percepire la storicità, la distanza, l’irreversibilità degli eventi e dei tempi.

L'informazione si sostituisce sempre più alla conoscenza. Siamo sommersi da una mole enorme e sempre crescente di informazioni: la capacità di interpretazione critica si assottiglia, generando spesso approssimazione, incompletezza, parzialità, ma anche conformismo da un lato e rifiuto dall'altro.

L'esigenza di aprire occasioni di confronto, di approfondimento e di dialogo appare oggi non un bene accessorio, ma una qualità ineludibile, in specie se pensiamo a un orizzonte ove spesso il grande e il piccolo, il particolare e il generale finiscono per coincidere.

Per questo il ruolo del politico, in modo ancor più netto di una volta, ha bisogno di uno sforzo quotidiano di consapevolezza e responsabilità, ma soprattutto di dialogo per dare alla sua attività una dimensione autenticamente popolare, aderente alle innumerevoli esigenze della gente e della comunità.

Commenti dei lettori: 7 commenti -
Beh internet mi sembra il modo migliore per comunicare e dialogare.. Avete fatto bene a mettervi "in piazza".. Così cari politici non ci scappate più... ;-)
Scritto da Carlotta il 17/3/2008 alle 16:12
Sbaglia dicendo che l'informazione che si sta sostituendo alla conoscenza proprio perchè la conoscenza muove essenzialmente da una corretta informazione.Purtroppo questa della rete è un' "oasi" che migliaia di persone frequentano per essere realmente informate, vista la palese distorsione delle informazioni che la televisione in primis e i giornali poi ci propinano ogni giorno. Benvenuto
Scritto da uomocolmegafono il 17/3/2008 alle 22:31
Caro Paolo, dici una verità che spesso dimentichiamo: i nuovi strumenti di comunicazione veicolano informazioni, non conoscenza. Non la capacità critica di analizzare queste informazioni, stabilendo un ordine di senso e di importanza, una priorità per la persona. Prima ancora che per la politica. Utilizzare in modo nuovo questi mezzi è ciò che saprai fare. Con la capacità di pensiero che hai, e che, unita alla simpatia, ti distingueranno anche nella "rete", che non riuscirà ad imbrigliarti.
Scritto da Erica D'Adda il 18/3/2008 alle 08:39
Caro Paolo Rossi, la tua mi sembra una faccia da brava persona. Sarò felice di seguirti in questa avventura su Internet. E toglimi una curiosità: cosa ti piacerebbe fare per dare una svegliata a questa città nel caso tu fossi eletto?
Scritto da Giovanni Rega il 18/3/2008 alle 19:27
Ringrazio i pochissimi che hanno inviato un loro commento . Confesso non sono avvezzo a questo strumento di dialogo e di confronto e non ne conosco le dinamiche. Forse sono io un pò 'datato' a 50 anni appena compiuti anche se conosco coetanei più svegli. Devo però confessare che dopo una decina di giorni dall'avvio del blog credevo in un coinvolgimento maggiore. Evidentemente sono io un pò inadeguato o le cose che dico interessano poco. Forse sono presentate male. Si accettano suggerimenti
Scritto da paolo rossi il 27/3/2008 alle 21:01
ho letto molti articoli ,non tutti ; puo' darsi che mi sia sfuggito qualcosa al riguardo di questo quesito che ora le pongo: come e' possibile aiutare i giovani in generale , magari anche brillantemente laureati costretti a lavorare con la partita IVA, cosi' mai nessuno li assumera'?E se poi volessero anche metter su famiglia perche' invece che pensare ad edilizia statale con affitti bassi,come mi pare dica Veltroni, non si pensa a calmierare i prezzi delle case?
Scritto da marina, mamma il 11/4/2008 alle 19:18
Cara Signora Marina. Questo Paese deve superare una situazione consolidata, quella del precariato, “anomala” per la sua intensità anche rispetto al resto d’Europa; uno “stato delle cose” che rappresenta quanto di più angosciante (non trovo altri termini) ci possa essere per il futuro dei nostri giovani e non solo per loro. E’ pleonastico se non addirittura facile sostenere che, per trovare una via d’uscita, occorra uscire da una crisi economica tra le più gravi degli ultimi decenni. Penso però
Scritto da Paolo Rossi il 17/4/2008 alle 11:32
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