Ascoltavo ieri sera al TG1 e al TG2 le ultime notizie sulla scellerata posizione del Governo sulla privatizzazione dell’acqua: alla Camera verrà posta la fiducia così da costringere anche i deputati della destra più vicini al territorio a regalare alle multinazionali un bene essenziale, diritto dei cittadini elettori, messo sul mercato senza pudore dalla voracità degli affaristi che siedono a Montecitorio. Ho guardato con tristezza il capogruppo della Lega che diceva ai microfoni esattamente l’opposto che mi sono sentito dire dai sindaci e dai consiglieri leghisti quando abbiamo condotto la battaglia contro la legge regionale, ottenendo la possibilità di gestire e erogare in Lombardia l’acqua “in house” cioè secondo la normativa europea che consente al comune o all’ATO di evitare l’affidamento ai privati. Ma tant’è: andare a Roma serve per mettere il business davanti alla decenza e rinunciare alla volontà trasversale di difendere i beni comuni del proprio territorio che diventa merce di scambio per le poltrone da difendere. Quel che però mi ha più colpito è stata l’infamia delle bugie di cui erano conditi i servizi della TV pubblica. Si affermava che la privatizzazione era imposta dalla Unione Europea! Ma quando mai! La UE prevede espressamente la conduzione in house e ne chiede la valorizzazione attraverso la certificazione dei vantaggi che derivano agli utenti. Il solito ineffabile Cicchitto sosteneva poi che il mercato assicura contro gli sprechi e l’aumento delle tariffe. Che vergogna! E’ automatico che chi fa profitti sull’acqua ne guadagni se si consuma di più e che la redistribuzione di utili agli azionisti porti all’esborso di più quattrini da parte degli utenti. La battaglia non finisce qui: dovremo riconquistare il diritto all’acqua perché la cultura dell’intero pianeta va in quella direzione, ma, intanto, non sarebbe ora di svegliarci dal torpore che la stampa e la TV di regime ci impongono e cominciare a reagire all’umiliazione di essere trattati come sudditi ignoranti?