Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 15/5/2012 alle 12:05

Spese militari e sviluppo negli USA (a dx. PIL vs. spesa armi)

Con due pregevoli iniziative (una già tenuta venerdì 11 maggio, l’altra da tenersi venerdì 18 al De Filippi), i movimenti varesini contro la guerra e l’acquisto degli F-35 illustrano le ragioni per opporsi ad una spesa insensata del Governo in tempo di crisi e di tagli alla spesa pubblica. Tra le ragioni avanzate, oltre a quella decisiva del diritto alla pace, ce ne sono di natura ambientale e di natura economica.

Non è vero che le spese militari sostengono l’economia e creano occupazione. Uno studio de lavoceinfo dimostra che negli USA, dove la spesa militare è più elevata, mentre la spesa pubblica complessiva è stata sostanzialmente stabile negli ultimi cinquant’anni del Novecento (circa il 20%), la spesa militare mostra un chiaro andamento decrescente (dal 15% del PIL durante la guerra di Corea  a circa il 4% nel 2000, corrispondente alla quota attuale, vedi grafico qui sopra).

Le variazioni della spesa militare sembrano dissociate dalle fluttuazioni cicliche del PIL, e molto più ampie e persistenti. Quindi non c’è beneficio economico né tanto meno occupazionale: anzi, la riconversione verso l’economia verde secondo l’università del Massachusset porterebbe oltre il triplo degli occupati.

Commenti dei lettori: 2 commenti -
Riporto il programma di Venerdì 18 maggio 2012 dalle 20:00 alle 23:00 PRODUZIONE BELLICA E OCCUPAZIONE QUALE RAPPORTO ? QUALI ALTERNATIVE? Massimo Masat (Fiom Nazionale) - Analisi del settore e programma F35, quale occupazione? Maurizio Simoncelli (Archivio Disarmo - Roma) - Opportunità e volontà di riconversione alla prova Vincenzo Comito (Docente Univ. Urbino) - Incidenza economica e ambientale della produzione bellica: quali alternative? Promotori: Acli, Anpi, Arci,
Scritto da Marco il 15/5/2012 alle 15:03
Spero proprio di esserci, anche se la concomitanza di altre iniziative potrebbe ancora giocarmi un brutto scherzo. In ogni caso mi sento perfettamente dentro, e a mio agio, il campo di quanti al lavoro e alla produzione pensano come strumento di benessere e di amicizia tra i popoli, piuttosto che di "potenza militare
Scritto da giovanniderosa il 15/5/2012 alle 21:35
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