Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 17/5/2012 alle 14:09

Spesa nella ricerca in percentuale sul PIL

Non c’è talk show in cui il sottosegretario di turno non parli della necessità di promuovere la ricerca. Anzi, tacendo il fatto che su di essa si è abbattuta la scure dei tagli, si millanta un’attenzione che non c’è. “Siamo d’accordo con Hollande quando rilancia istruzione e ricerca” proclamano, mentre al CNR e all’ENEA non sanno più da che parte sbattere la testa e la “fuga di cervelli” è diventata routine.

L’Europa nel suo ultimo report del febbraio scorso ci definisce “innovatori moderati”. In pratica nella UE siamo al sedicesimo posto - in base ai brevetti, alla spesa, al numero di ricercatori - in compagnia della Spagna e poco davanti a Ungheria, Malta, Grecia e Polonia.

Impegnamo in ricerca solo l’1,3% del PIL e nel 2011 siamo arretrati rispetto agli anni precedenti. I Paesi leader europei (Germania Danimarca Finlandia) hanno già raggiunto il 3% del PIL. Oltre ai tagli dolorosissimi, sempre dalla stessa parte, come si può trascurare in una crisi cosi’ profonda il capitale umano che si è sempre distinto nel mondo e le energie dei giovani, che sono le più fresche e che sono costretti a rimanere disoccupati o ad andarsene altrove e per sempre?

Commenti dei lettori: 1 commento -
Parole sante. Forse perchè sante, cadono nel vuoto. Perchè non ci da la graduatoria degli stipendi dei parlamentari?
Scritto da Adolfo il 17/5/2012 alle 19:22
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