Ieri 24 Novembre, in un’Aula del Consiglio Regionale distratta, coi banchi della maggioranza semideserti, è toccato all’assessore Buscemi affossare la mozione presentata da tutto il centrosinistra per il mantenimento della legge lombarda sull’acqua che ne consente una gestione pubblica. Il voto del centrodestra è stato ancor più allusivo delle intenzioni di aprire ai privati, dal momento che Buscemi nella dichiarazione di voto contrario si è ipocritamente detto d’accordo con la mozione stessa. Evidentemente doveva portare in aula i desideri di Formigoni di non fare alcuna pressione sul Governo, con un omaggio a Berlusconi e una sottomissione alla fiducia che aveva già piegato a Roma qualsiasi dubbio della Lega. Proprio quando la Corte Costituzionale proibisce alla Lombardia di separare la gestione dell’acqua dalla sua erogazione e quindi impone un ripensamento per favorire il controllo pubblico dell’intero ciclo idrico, questo centrodestra svogliato ma implacabile obbedisce ai poteri forti e agli interessi commerciali, anche contro la sua stessa legge oggi in vigore. Non è però finita: la mobilitazione che sta partendo nei comuni e nelle città e che, ancora una volta, arriverà fino alla Regione, riaprirà una partita oggi burocraticamente chiusa in Consiglio con i numeri della Lega – che pure a parole difende il ruolo dei Comuni - e del PdL - che da sempre punta al business a dispetto degli interessi dei cittadini.