Esserci per passione
Raffaele Cattaneo   blog@raffaelecattaneo.it
inserito il 2/2/2010 alle 12:05

 

Famiglia e solidarietà, in particolar modo in questo momento storico, sono due elementi spesso trascurati, pur essendo basi fondamentali del vivere comune. La Regione Lombardia, in questi anni, in risposta a questa carenza, ha sviluppato le proprie politiche sociali sempre partendo dalla convinzione che la famiglia, così come la solidarietà, siano e possano essere delle risorse.

Partire dai bisogni e dalle persone ha permesso di moltiplicare il numero delle associazioni che hanno dato vita a nuovi servizi e progetti d’assistenza, valorizzando chi è in grado di dare risposte spontaneamente; si tratta di un metodo che consente  risultati di gran lunga migliori di quelli che otterrebbe l’ente pubblico se decidesse di agire in proprio. In Lombardia, per esempio, già dieci anni fa era stata varata una legge che ha  favorito la libera aggregazione tra le famiglie. Da allora le associazioni sono diventate più di seicento e migliaia sono state le attività promosse nei campi educativo o assistenziale. “Dal basso”, cioè dalla gente, sono così potuti sorgere nuovi asili nido o gruppi d’assistenza per anziani e disabili, centri dediti all’educazione o impegnati a rispondere alle necessità familiari.

E’ la strada della sussidiarietà, che la Regione ha intrapreso collaborando con gli enti del privato sociale e sostenendo realtà sperimentate e di enorme efficacia come per esempio il Banco Alimentare, che a Varese fornisce cibo e amicizia a 2300 persone in difficoltà. Il Banco funziona e bene. L’ente pubblico non deve perciò sostituirsi ad esso: deve semplicemente permettere che esso svolga sempre meglio il compito che si è dato. Così la Lombardia, un paio d’anni fa, ha approvato una legge e una convenzione con questa finalità e adesso i volontari del Banco, per i prossimi cinque anni della nuova legislatura regionale, chiedono che possa continuare il rapporto virtuoso tra Terzo settore e Regione, in modo che diventi ancora più proficua l’opera comune.  

La sussidiarietà, insomma, non è un principio realizzato una volta per tutte. Non esiste un traguardo raggiunto il quale la sussidiarietà è definita, attuata. E all’ente pubblico spetta un lavoro continuo per affermare il primato della persona e della società.

Sempre in questa direzione, prosegue ormai da anni il potenziamento delle cure domiciliari da parte della Regione (ad esempio i 500 euro mensili per l’assistenza dei malati di SLA e in stato vegetativo), volto a mantenere, laddove possibile, il malato o il disabile in casa, in modo da rafforzare il ruolo centrale della famiglia, sicuramente la miglior “fonte” di affetto e cure per tutti coloro che sono in situazioni di sofferenza.

 

Categoria: Lombardia, Persone
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